Quattro strade per mantenere vive le speranze di contenere il surriscaldamento a 1,5 °C

Quattro vie principali per un percorso credibile in grado di limitare l'aumento della temperatura globale a +1,5 °C al 2100. Ma è un'opportunità che si sta rapidamente chiudendo. Il nuovo rapporto della Iea in vista della Cop28 di dicembre.

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Sono quattro le vie principali che restano al mondo per intraprendere un percorso credibile volto a limitare il surriscaldamento globale a 1,5 °C nel 2100.

Lo ha indicato un nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), secondo cui tale opportunità si sta rapidamente chiudendo e necessita del più forte e convinto sostegno possibile da parte di tutti.

Il rapporto, intitolato “Credible Pathways to 1.5 °C: Four pillars for action in the 2020s” e consultabile dal link in fondo a questo articolo, vuole fornire una guida a sostegno dei preparativi per eventi considerati cruciali come la prossima Conferenza delle parti (Cop28) sui cambiamenti climatici, prevista a Dubai il prossimo dicembre.

Le emissioni globali di CO2 del settore energetico sono aumentate dello 0,9% nel 2022, raggiungendo il massimo storico di 36,8 miliardi di tonnellate (Gt). Anche le emissioni di metano, sempre legate all’energia, sono aumentate, rimanendo comunque al di sotto dei livelli record del 2019. Le emissioni di CO2 legate all’uso del suolo sono invece rimaste a circa 6 Gt l’anno scorso, a livelli sempre elevati.

Vari passi avanti sono stati comunque fatti, secondo la Iea: la tendenza della diminuzione dei costi delle tecnologie energetiche pulite e le nuove politiche hanno ridotto di circa 1° C il riscaldamento previsto per il 2100 rispetto allo scenario di riferimento pre-COP di Parigi del 2015.

I programmi e gli obiettivi che i Paesi hanno intavolato contribuiscono in modo significativo al raggiungimento dell’obiettivo di 1,5° C, ha fatto notare la Iea. E se attuati in tempo e per intero secondo come sono articolati oggi, gli impegni dei Paesi sarebbero sufficienti a contenere il riscaldamento a circa 1,7° C nel 2100, ha fatto notare l’Agenzia.

Un’ipotesi però non condivisa da altri analisti o organizzazioni come Ember o Unep.

La questione chiave è quindi cosa fare ora, secondo la Iea, per rafforzare ulteriormente l’azione a breve termine e portare il mondo su un percorso credibile e coerente con l’obiettivo di 1,5 °C. Secondo la Iea, ci sono quattro vie principali, da percorrere contemporaneamente:

  • Settore energetico. La decarbonizzazione dell’elettricità, l’accelerazione dell’efficienza energetica e l’elettrificazione sono gli strumenti fondamentali. L’aggiunta di capacità di rinnovabili deve triplicare rispetto ai livelli del 2022 entro il 2030, raggiungendo circa 200 GW all’anno, che rappresentano in media il 90% della nuova capacità di generazione ogni anno. Veicoli: le vendite di auto elettriche dovrebbero raggiungere una quota di mercato di circa il 60% entro il 2030, mentre i camion di stazza media e pesante a zero emissioni dovrebbero raggiungere una quota di mercato di circa il 35% entro lo stesso anno.
  • Deforestazione. Va ridotta a zero entro il 2030, in linea con la Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e l’uso del suolo; rappresenta la quota maggiore di riduzione delle emissioni legate all’uso del suolo.
  • Emissioni non CO2. Affrontarle è fondamentale per limitare il picco di riscaldamento. Presupponendo un’azione incisiva sulla CO2, il rispetto o il superamento di impegni come l’Emendamento di Kigali sui gas fluorurati (HFC) e l’Impegno Globale sul Metano, accompagnati dall’intervento sulle emissioni non CO2 dell’agricoltura, potrebbero fare la differenza tra uno scenario che supera sostanzialmente gli 1,5 °C, rischiando di innescare punti di svolta climatici irreversibili, e uno che non lo supera.
  • CCS. Anche in uno scenario in cui le temperature eccedano di meno di 0,1° C gli 1,5 °C di surriscaldamento, ma tornano a meno di 1,5 °C nel 2100, la cattura e lo stoccaggio del carbonio e la rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera saranno necessari per mitigare e compensare le emissioni residue difficili da abbattere. È necessario realizzare progetti per la cattura di circa 1,2 Gt di CO2 entro il 2030, contro i circa 0,3 Gt di CO2 attualmente previsti per il 2030, secondo la Iea. Una soluzione che, come abbiamo spesso scritto, ha forti limitazione tecnologiche ed economiche.

In conclusione, secondo l’Agenzia, un percorso credibile verso l’obiettivo di 1,5° C richiede un’accelerazione forte e immediata su ciascuna di queste quattro vie, per ottenere riduzioni immediate e rapide delle emissioni.

Sono indispensabili anche un forte contributo da parte di tutti i Paesi, in particolare delle economie più avanzate e ricche, nonché segnali politici chiari per consentire agli attori di anticipare e realizzare il cambiamento.

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