A Progetto Fuoco: energia da biomasse, qualità dell’aria e filiera nazionale del legno

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Resoconto di due convegni organizzati da AIEL alla fiera di Verona: un tavolo di confronto tra Mase, Regioni e AIEL per rispondere alle sfide poste dalla nuova Direttiva Europea per la qualità dell’aria e le strategie per valorizzare in modo sostenibile il patrimonio forestale italiano.

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Due convegni organizzati da AIEL (Associazione italiana energie agroforestali) alla fiera Progetto Fuoco, la principale Fiera mondiale dedicata al settore del riscaldamento domestico a legna e pellet, svoltasi a Verona dal 28 febbraio al 2 marzo hanno affrontato due temi caldi del settore delle biomasse: come rispondere alle sfide poste dalla nuova Direttiva Europea per la qualità dell’aria e quali strategie adottare per valorizzare in modo sostenibile il patrimonio forestale italiano.

Qualità dell’aria e biomasse

Come affrontare le criticità a livello di qualità dell’aria in Italia e in che modo raggiungere gli obiettivi sempre più sfidanti che saranno fissati nella nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria?

Una prima risposta è arrivata in occasione del convegno “Lavoriamo insieme per migliorare la qualità dell’aria” organizzato da AIEL. 

“Il problema della qualità dell’aria riguarda un po’ tutti i settori produttivi – ha esordito Fabio Romeo, Dirigente della Divisione inquinamento atmosferico e qualità dell’aria del Mase – e il settore del riscaldamento a biomassa legnosa è stato tra i primi ad attivare un impegno congiunto di imprese, associazioni, istituzioni e pubbliche amministrazioni per l’adozione di politiche di sistema. Nonostante il miglioramento della qualità dell’aria degli ultimi anni e la riduzione delle emissioni in atmosfera, non tutte le misure attuate hanno dato gli effetti sperati, a causa della difficoltà di adottare e attuare misure strutturali, soprattutto laddove le azioni individuate impattano sulla popolazione e i settori produttivi, e alla difficoltà oggettiva di modificare i comportamenti individuali”.

Per contribuire a cambiare passo, risolvendo le problematiche che ancora determinano difficoltà nel raggiungere obiettivi sempre più sfidanti, AIEL, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e le Regioni hanno avviato il primo tavolo di confronto sui temi del Protocollo d’intesa Mase-Regioni-AIEL.

Il Protocollo, attivato nella prima versione nel 2017, è in fase di aggiornamento con l’obiettivo di renderlo uno strumento per individuare soluzioni operative in relazione a quattro tematiche:

  • aggiornamenti normativi
  • prosecuzione e miglioramento dei sistemi incentivanti
  • campagne comunicative
  • maggiore coinvolgimento di installatori e manutentori, figure di riferimento nel rapporto con l’utente finale.

La discussione si è concentrata in particolare nell’individuazione di possibili soluzioni e strumenti di supporto per affrontare le criticità del settore, in particolare: l’adozione di un sistema di messaggistica di avviso per la manutenzione, il miglioramento delle guide informative degli apparecchi e il popolamento dei catasti regionali degli impianti.

Molta attenzione anche alle modalità per promuovere ulteriormente la qualità dei biocombustibili, compresa la legna da ardere autoprodotta, oltre alle nuove proposte normative relative al potenziamento di incentivi dedicati al turnover tecnologico come il Conto Termico, ma anche dei controlli sul territorio.

Altro tema richiamato dalla discussione, quello dell’investimento sulla professionalizzazione degli operatori e di figure importanti come manutentori e spazzacamino.

Per quanto riguarda l’aggiornamento del PNIEC, che dovrà essere consegnato nella sua versione definitiva entro giugno di quest’anno dando seguito alle raccomandazioni della Commissione europea, Enrico Bonacci, parte della Segreteria tecnica del Dipartimento Energia del Mase, ha ricordato che sarà necessario ridurre i consumi nel settore civile (residenziale + terziario) al 2030 di circa 6 Mtep e le emissioni di circa 27 MtCO2eq rispetto al 2021.

Si tratta di obiettivi ambiziosi che rendono necessario rafforzare ulteriormente le misure a sostegno del turnover tecnologico nel settore del riscaldamento a biomassa legnosa, in particolare detrazioni fiscali e Conto Termico.

“L’aggiornamento del Conto Termico è fondamentale per raggiungere gli obiettivi – ha spiegato Bonacci – e per questo sarà presto avviata una consultazione online per capire quali siano i punti su cui è possibile migliorare secondo i vari portatori d’interesse. I punti fondamentali del Conto Termico 3.0 saranno l’estensione dei soggetti ammessi, l’ampliamento degli interventi ammissibili, anche con soluzioni che integrano varie tecnologie, e diverse novità che vanno nell’ottica di una semplificazione delle pratiche di accesso all’incentivo”.

La seconda sessione del convegno ha offerto un momento di confronto con gli operatori del settore rispetto alle criticità attuative delle misure di riduzione delle emissioni, a partire dalle quelle nelle fasi di accatastamento degli impianti e delle verifiche in opera.

Anche il tema della qualità dei biocombustibili è stato sottolineato con forza, in particolare della legna da ardere, che per essere sostenibile dovrebbe sempre garantire un quantitativo idrico inferiore al 20%. Grande attenzione anche al tema delle difficoltà quotidiane incontrate “sul campo” da installatori, manutentori e fumisti e al tema critico delle ispezioni e dei controlli.

In chiusura dell’incontro, i rappresentanti delle Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Campania, Puglia, Provincia Autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano hanno avuto l’occasione di confrontarsi sulle misure lanciate nel corso della mattinata. Un confronto costruttivo che ha chiaramente evidenziato la visione comune delle Regioni circa l’importanza di disciplinare il settore con provvedimenti specifici.

Le priorità sono molteplici: favorire il popolamento dei catasti informatici regionali in modo da garantire una tracciabilità delle vendite per le amministrazioni, garantire un sistema efficiente ma efficace di ispezioni, controlli ed eventuale erogazione di sanzioni, continuare a promuovere i bandi di rottamazione dei vecchi apparecchi obsoleti in modo da favorire il processo virtuoso di turnover tecnologico che ha prodotto negli ultimi dieci anni una riduzione importante delle emissioni.

Infine, il richiamo all’importanza di continuare a sensibilizzare i cittadini con apposite campagne di comunicazione perché il loro comportamento è fondamentale per garantire un riscaldamento a biomasse sostenibile ed efficiente, amico dell’ambiente e della qualità dell’aria. 

Rilanciare l’economia del legno: nuovi strumenti per le foreste del futuro 

Un altro convegno a Progetto Fuoco, dal titolo “I nuovi strumenti per la foresta del futuro. Istituzioni, filiere e imprese finalmente insieme” organizzato da AIEL, in collaborazione con CIA, Confederazione agricoltori italiana, ha riunito i protagonisti dell’economia del legno: una filiera articolata e complessa che condivide l’urgenza di valorizzare in modo sostenibile il patrimonio forestale italiano.

L’Italia è il Paese europeo con il più basso tasso di prelievo di legname dalle proprie foreste: la risorsa legnosa italiana è sottoutilizzata e mal utilizzata, un problema strutturale che danneggia lo sviluppo economico delle aree interne e montane del Paese.

È necessario adottare al più presto un modello italiano di sviluppo della bioeconomia, non copiando i modelli del Nord Europa dominati dalle grandi centrali di raffinazione a biomassa, ma puntando a costruire un sistema forestale fondato sulla selvicoltura di qualità, sulla gestione forestale sostenibile e l’uso a cascata del materiale forestale.

Oggi ci sono le condizioni per costruire una filiera virtuosa che opera su volumi inferiori, derivati dal territorio, e che può portare vero valore aggiunto al Paese attraverso strumenti come segherie di medie dimensioni, impianti all’avanguardia, legname ingegnerizzato e green communities.

L’appello è stato rilanciato da Davide Pettenella, Professore dell’Università di Padova presso il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali e Presidente di Cluster legno Italia.

“Condividiamo l’importanza di lavorare ad un rilancio della filiera forestale in un’ottica di sviluppo delle aree interne e montane, fondamentali per sostenere la crescita di tutto il Paese – ha dichiarato Luigi D’Eramo, Sottosegretario del Masaf –. La filiera del legno è assolutamente strategica in questo: non solo dal punto di vista energetico, ma anche per quanto riguarda l’uso del legno nel settore dell’arredamento italiano. Oggi, poco più del 15% della superficie forestale italiana, che corrisponde a oltre 11 milioni di ettari, è soggetto a piani di gestione forestale: all’interno del contesto interno e montano lo sviluppo socioeconomico passa anche da un maggiore impegno nella gestione e valorizzazione del nostro patrimonio forestale”.

Come ha ricordato Luigi Torreggiani, giornalista di Compagnia delle Foreste e moderatore dell’incontro, solo dieci anni fa gli strumenti a disposizione della filiera forestale erano molto più limitati: non esistevano documenti fondamentali come il Testo Unico delle Foreste, la Strategia forestale nazionale, il Position Paper, condiviso dai principali attori del settore e dal MASAF, che delinea la strategia della filiera forestale per rilanciare l’economia del legno.

Un altro strumento innovativo, lanciato a dicembre 2023, è il nuovo Sistema Informativo Forestale, osservatorio sulle biomasse forestale e gli usi energetici che raccoglie dati e informazioni aggiornate e affidabili, fondamentali per costruire una strategia forestale basata su dati oggettivi e condivisi.

Partendo dalla consapevolezza che tutti i settori collegati alla filiera forestale hanno un ruolo strategico per valorizzare la bioeconomia del nostro Paese, Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL, ha presentato il position paper Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali”, documento che ha proposto per la prima volta una nuova strategia condivisa da tutti i settori che operano all’interno della filiera forestale (edilizia, arredamento, carta, energia ecc…) per rilanciare in modo sistemico l’economia del legno secondo un modello di sostenibilità, circolarità e sviluppo economico.

“Il Position Paper è il risultato del riconoscimento da parte di tutto il settore forestale che, nell’ambito di una gestione circolare delle risorse con valorizzazione dell’uso a cascata del legno, non esiste una competizione tra valorizzazione energetica dei biocombustibili e uso industriale del legno – ha spiegato Paniz –. Gli strumenti per una selvicoltura responsabile esistono già, ma è importante continuare a sostenere le imprese forestali e l’associazionismo, gli ‘accordi di foresta’ e la pianificazione forestale: l’unica via per valorizzare la risorsa rinnovabile locale rappresentata dal legno, portando valore aggiunto per il territorio e i cittadini”.

La seconda sessione del convegno ha focalizzato l’attenzione sui contratti di filiera nel settore forestale, con l’intervento di Pietro Oieni, Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del MASAF, che ha raccontato il percorso che ha portato al primo Bando nazionale sui contratti di filiera nel settore forestale: un primo passo che verso la strutturazione di una filiera più compatta e unita, con l’obiettivo generale di finanziare programmi di investimento sostenibili dal punto di vista ambientale e innovativi dal punto vista tecnologico, rafforzando le relazioni intersettoriali lungo le catene di produzione, trasformazione e commercializzazione, attraverso l’aggregazione dei produttori e la creazione di responsabilità solidale delle imprese della filiera, migliorando la posizione dei beneficiari nella catena del valore.

Tutti i principali attori della filiera si sono confrontati nel dibattito in cui è stata condivisa la necessità di attivare un Tavolo Interministeriale permanente tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale, anche attraverso una specifica attività di ricerca, formazione e innovazione.

“In questi dieci anni abbiamo lavorato tanto per costruire, quasi da zero, delle opportunità di sviluppo per il settore forestale italiano. Dieci anni fa non esisteva una Direzione Forestale Nazionale – ha spiegato in chiusura Alessandra Stefani, Direttore Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf – da qui non torneremo indietro. Abbiamo aperto con uno spunto interessantissimo: il sottosegretario D’Eramo ha manifestato la volontà politica di costruire un Tavolo di confronto interministeriale, riconoscendo l’importanza di ampliare ulteriormente gli interlocutori per essere più incisivi. È fondamentale però fare un passo ulteriore e scendere a livello regionale per declinare su base territoriale le iniziative e gli indirizzi individuati a livello nazionale”.

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