Piano d’azione per la qualità dell’aria: impatti per il settore dell’energia termica da biomasse

Un'analisi di Aiel sulle misure che riguardano più direttamente il settore dell’energia termica a biomasse legnose.

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Il 4 e 5 giugno 2019 si è tenuto a Torino il “Clean Air Dialogue”, momento di confronto tra Commissione europea, Governo, Regioni e diversi stakeholder, con l’obiettivo di individuare politiche e azioni da adottare per risolvere le problematiche nazionali legate alle emissioni inquinanti in atmosfera causate dall’industria, dal traffico, dagli impianti di produzione di energia e dall’agricoltura (vedi QualEnergia.it).

Su invito del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, anche AIEL ha partecipato all’iniziativa (discussa anche in Assemblea il 7 giugno).

Protocollo d’Intesa

Nel corso della prima giornata di lavoro è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra la Presidenza del Consiglio e dai ministri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Politiche agricole e della Salute, nonché dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Con la stipula del Protocollo d’Intesa, il Governo, i dicasteri, le Regioni e le Province autonome si impegnano ad individuare e attuare le necessarie misure di carattere normativo, programmatico e finanziario per la realizzazione di misure di breve e medio periodo di contrasto all’inquinamento atmosferico in Italia, intervenendo prioritariamente nei settori emissivi maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico. Nel loro insieme, questi interventi compongono il “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria”, che viene attivato dal Protocollo d’Intesa.

Coordinamento

Al fine di assicurare l’attuazione del Piano, monitorarne le azioni, verificarne gli effetti e proporre l’adozione di nuove ed ulteriori misure, è stata istituita l’Unità di coordinamento del Piano, in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

L’Unità ha inoltre il compito di inviare relazioni semestrali sullo stato di attuazione del Piano, segnalando eventuali carenze e individuando possibili soluzioni e misure alternative. Le Parti si sono anche impegnate a partecipare congiuntamente a confronti periodici con la Commissione europea, volti a illustrare le iniziative intraprese per la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Il Protocollo d’intesa ha una durata di 24 mesi, prorogabili.

Articolazione

Il Piano si suddivide in 5 ambiti di intervento, uno trasversale e quattro tematici, ciascuno suddiviso in specifiche Azioni, ulteriormente declinate in Misure operative.

Questa articolazione, nel suo insieme, determina una strategia attuativa unica e integrata. Ciascuna azione prevede l’individuazione di un Ministero referente, eventualmente in sinergia con altri Ministeri. È previsto che i referenti si impegnino ad attivare le azioni di competenza entro 180 dall’entrata in vigore del Protocollo.

Alcune Azioni e relative misure, seppure indirettamente, hanno il potenziale per indurre effetti di vasta portata sul settore delle biomasse legnose ad uso energetico. Tra queste, in particolare, si ricordano le seguenti:

  • Ambito 1, Azione 1. Proposte normative per la razionalizzazione dei sussidi dannosi per l’ambiente e impiego delle relative risorse anche per misure di miglioramento della qualità dell’aria;
  • Ambito 2, Azione 2. Proposta di modifica del D.lgs. 152/2006 Norme in materia ambientale per la progressiva limitazione dell’abbruciamento dei residui vegetali agricoli, anche nell’ottica del loro recupero e valorizzazione;
  • Ambito 4, Azione 4. A partire dal 2024, divieto di utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio nelle aree metanizzate afflitte da problemi di qualità dell’aria. Durante il periodo transitorio (o fino all’utilizzo di un sistema di riscaldamento alternativo), obbligo di utilizzo del gasolio previsto per il settore dei trasporti anziché di quello da riscaldamento;
  • Ambito 5. Accelerare l’uscita dal carbone per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o trasformazione.

In particolare le misure che riguardano più direttamente il settore dell’energia termica a biomasse legnose sono quelle contenute nel quarto ambito di intervento 4 (Riscaldamento civile).

Sono riportate di seguito:

Ambito d’intervento 4, Azione 1

Referente: MiSE con MATTM, MEF e MiPAAFT

Misura A. Aggiornamento dei requisiti di accesso agli incentivi del Conto Termico, prevedendo l’obbligatorietà della Certificazione Ambientale (D.M. 186/2017) con classe di qualità pari ad almeno 4 stelle.

Misura B. Modifica dei requisiti tecnici che devono soddisfare gli interventi che beneficiano delle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica, in coerenza con quelli previsti per il Conto Termico.

Misura C. Valutazione dell’estensione dei medesimi requisiti di accesso agli incentivi del Conto Termico o alle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica anche alle detrazioni riservate all’installazione di generatori di calore alimentati a biomassa nell’ambito di interventi di ristrutturazione edilizia.

Misura D. Proseguimento delle misure di incentivazione alla sostituzione di impianti termici alimentati a biomassa con nuovi impianti (ancora a biomassa) più efficienti e meno emissivi, almeno fino a risoluzione delle procedure di infrazione connesse ai valori limite di PM10 e NO2 sul territorio nazionale.

Ambito d’intervento 4, Azione 2

Referente: MiSE con MATTM e MiPAAFT

Misura A. Aggiornare i requisiti di accesso agli incentivi del Conto Termico, condizionando l’incentivazione di impianti alimentati a legna da ardere, bricchette e cippato all’impiego di combustibili certificati in conformità alle norme tecniche di riferimento (ISO UNI EN 17225, rispettivamente parti 3, 4 e 5) da parte di un organismo di certificazione, nonché al rispetto di idonee forme di tracciabilità e di criteri di sostenibilità ambientale volti ad assicurare, a parità di energia prodotta, una riduzione delle emissioni di inquinanti e di biossido di carbonio.

Ambito d’intervento 4, Azione 2

Referente: MiSE con MATTM e MiPAAFT

Misura B. Verificare la fattibilità di introdurre limitazioni all’uso della biomassa negli impianti di teleriscaldamento nelle aree affette da problemi di qualità dell’aria, analizzando in particolare l’eventuale risparmio di emissioni che deriverebbe dall’introduzione di tale disposizione.

Ambito d’intervento 4, Azione 3

Referente: MiSE con MATTM

Misura A. Aggiornamento delle disposizioni relative alla qualificazione degli installatori e dei manutentori di impianti alimentati da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di migliorare gli attuali percorsi formativi obbligatori.

La posizione di AIEL

Complessivamente, gli interventi previsti dal Piano vanno nella giusta direzione. In particolare, apprezzabile e significativo è l’approccio di filiera (dal combustibile all’impianto) delle misure di riduzione.

La valorizzazione energetica dei residui delle coltivazioni legnose agricole può ridurre notevolmente le emissioni atmosferiche di polveri sottili e di idrocarburi policiclici aromatici, qual è il benzo(a)pirene, in certi periodi dell’anno.

Infatti, esistono già buone pratiche sul territorio nazionale che possono essere replicate nei distretti viticoli, olivicoli e corilicoli.

Questo intervento, peraltro, aiuterebbe a ricondurre alla giusta dimensione gli impatti ambientali attribuiti ai generatori termici alimentati a biomassa, riducendo il “rumore di fondo” (altro problema, in proposito, è il ruolo dei forni a legna delle pizzerie).

L’azione prevista dal Piano, inoltre, è in linea con la proposta di AIEL di introdurre nella programmazione post-2020 della Politica Agricola Comunitaria (PAC) una misura agroambientale destinata a supportare l’adesione degli agricoltori a sistemi organizzati di raccolta e valorizzazione energetica dei residui vegetali.

È fondamentale incentivare l’installazione delle migliori tecnologie disponibili, favorendo l’accelerazione della rottamazione del vecchio parco installato a favore di prodotti moderni, performanti e basso-emissivi.

È perciò confortante l’intenzione di mantenere gli incentivi almeno fino a quando le procedure di infrazione a carico dell’Italia non saranno risolte – in altre parole, fino a quando persisterà il problema della qualità dell’aria.

In quest’ottica, la formulazione del Piano non indica uno specifico riferimento temporale (es. fino al 2030), anche in considerazione del fatto che il Decreto di istituzione del Conto Termico non ha previsto un termine esplicito a tale incentivo.

Opportuno è l’allineamento dei requisiti prestazionali tra i diversi meccanismi incentivanti, anche se andrebbero uniformate le procedure di istruttoria in un’ottica di semplificazione amministrativa e burocratica. Questo, peraltro, permetterà il parziale “riassorbimento” in una cornice nazionale delle iniziative legislative regionali che hanno già introdotto requisiti analoghi per l’installazione dei nuovi apparecchi (Regioni del bacino padano).

In questa sede è utile ricordare che non sono ancora noti i criteri tecnici di dettaglio che guideranno le nuove modalità di accesso all’incentivo del Conto Termico (attribuzione dei coefficienti incentivanti rispetto ai livelli emissivi e classi di qualità “a stelle”), né risulta definito il destino delle detrazioni riservate all’installazione di generatori di calore a biomassa nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia.

La certificazione della qualità dei biocombustibili legnosi è fortemente opportuna, in analogia con quanto già previsto da tempo per il pellet.

Questo, peraltro, premierebbe la visione e il lavoro promossi da AIEL mediante l’istituzione dello schema di certificazione Biomassplus che, oltre a premiare la filiera corta, ha sviluppato e messo a disposizione delle aziende una piattaforma online per facilitarne i meccanismi di tracciabilità del materiale.

In definitiva, quindi, lo schema Biomassplus risponde pienamente a requisiti di “idonee forme di tracciabilità e di criteri di sostenibilità ambientale volti ad assicurare, a parità di energia prodotta, una riduzione delle emissioni di inquinanti e di CO2”.

Nondimeno, è auspicabile che la certificazione della qualità dei biocombustibili legnosi sia applicata senza penalizzare i virtuosi e diffusi processi di autoconsumo della legna da ardere. È altrettanto importante che i nuovi requisiti di certificazione della qualità delle biomasse legnose prevedano un consono periodo di adeguamento, affinché gli operatori del settore possano rispondervi agevolmente.

Negativa, invece, è la possibilità di introdurre limitazioni all’uso della biomassa negli impianti di teleriscaldamento. Tuttavia, l’analisi dell’eventuale risparmio emissivo che ne deriverebbe potrebbe rivelare lo scarso valore aggiunto di tale iniziativa, scoraggiandone di fatto l’adozione. Si segnala inoltre che, per questa specifica azione, il Piano adotta uno stile lessicale meno assertivo rispetto ad altre azioni. In definitiva, la partita è ancora aperta.

L’aggiornamento del D.lgs. 28/2011 per migliorare la competenza degli installatori-manutentori è un fatto positivo, anche in ragione del ruolo chiave che essi giocano nel favorire un corretto turnover tecnologico. Tuttavia, è necessario potenziare le attività di ispezione e controllo degli impianti per favorire gli operatori virtuosi e il fondamentale popolamento dei catasti informatici degli impianti termici che in alcune Regioni non sono stati ancora avviati.

Nel documento mancano alcune importanti azioni orientate ai cittadini.

È infatti necessario prevedere azioni di educazione al corretto utilizzo degli impianti a biomasse, poiché il comportamento dell’utente finale è fondamentale nel determinare i fattori di emissioni reali degli impianti domestici, in particolare quelli a legna.

Inoltre, sono mancate finora azioni concrete ed efficaci sulla promozione diffusa del Conto Termico: nonostante le richieste siano aumentate sensibilmente, l’80% delle risorse disponibili rimane ancora inutilizzato. Pertanto, AIEL auspica che queste misure possano essere integrate nel Piano e attivate dalle Regioni e dai Comuni, con il sostegno dei Ministeri competenti.

L’articolo sarà pubblicato a settembre sul n.3/2019 della rivista AgriForEnergy.

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