Miglioramento della qualità dell’aria, firmato il protocollo d’intesa

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Il PIano d'Azione contiene misure relative ai settori che sono i principali produttori di alti livelli di inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa.

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È stato firmato dalla Presidenza del Consiglio, sei Ministeri, Regioni e Province autonome il “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria“, che contiene misure relative ai tre settori che maggiormente sono causa degli alti livelli di inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa.

Il documento è stato siglato e presentato ieri durante l’appuntamento internazionale di Torino,“Clean Air Dialogues”, e a darne notizia è una nota stampa del Ministero dell’Ambiente.

“Nel protocollo che abbiamo firmato – ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – sono previsti 400 milioni di euro all’anno con tempi precisi che ogni ministero deve rispettare per mettere in campo le azioni di contrasto alle emissioni. È un impegno forte e vigoroso del Paese, del quale mi faccio garante”.

Secondo quanto riportato in una nota della Conferenza delle Regioni, il Piano ha una durata di due anni e prevede misure articolate in 5 ambiti tematici.

  • Il primo è trasversale e prevede misure che vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi al già citato fondo annuale per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico;
  • Agricoltura, con interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali;
  • Mobilità, con l’introduzione di criteri ambientali nella circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità;
  • Riscaldamento civile, con misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovabili;
  • Uscita dal carbone, prevista per l’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione.

In particolare per quanto riguarda le misure rivolte alla riduzione di inquinamento derivante dalla combustione della biomassa, il MiSE, secondo il Protocollo, si impegna, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, a:

  • adottare uno schema di decreto di aggiornamento del DM 16 febbraio 2016, in materia di Conto Termico, per introdurre tra i requisiti di accesso agli incentivi per i generatori di calore a biomassa installati in sostituzione di apparecchi più emissivi, in particolare nelle zone affette da problemi di qualità dell’aria, la certificazione ambientale di cui al decreto 7 novembre 2017, n.18, con classe di qualità 4 stelle o superiore;
  • valutare se aggiornare i requisiti tecnici per l’accesso alle detrazioni fiscali in conformità a quanto previsto dal precedente punto;
  • prevedere, almeno fino alla chiusura delle procedure di infrazione relativa ai valori limite del PM10 e del biossido di azoto sul territorio nazionale, misure per incentivare la sostituzione degli impianti termici esistenti a biomassa con nuovi impianti termici più efficienti.
  • adottare un decreto di revisione del Conto Termico per fare in modo che per accedere all’incentivazione gli impianti alimentati da legna da ardere, bricchetti e cippato debbano essere conformi alla norma UNI EN 17225, parti 3, 4 e 5, e debbano rispettare le norme di tracciabilità;
  • verificare la fattibilità di introdurre limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore destinato al teleriscaldamento nelle aree caratterizzate da particolare inquinamento dell’aria.

Il Protocollo (pdf)

(foto dal sito del MinAmbiente)

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