Elevata “vulnerabilità” della produzione globale di oro nero e quindi tanta incertezza sull’andamento dei prezzi: questo quadro continuerà a dominare le forniture petrolifere in tutto il mondo, secondo l’ultimo Oil Market Report della IEA (link alla sintesi in basso).
A giugno, ricorda l’Agenzia, i paesi dell’OPEC con i loro alleati, tra cui la Russia, avevano deciso a Vienna di aumentare nuovamente la produzione di petrolio, ma questo potrebbe non bastare a riportare la stabilità in un mercato destinato a rimanere molto volatile.
Come osservano gli esperti della IEA, infatti, ci sono diversi punti critici sul lato dell’offerta, in particolare in Iran, Venezuela e Libia, per motivi soprattutto di natura geopolitica (ad esempio, gli attacchi di bande armate alle infrastrutture petrolifere in Libia).
Peraltro, a livello contingente, l’Agenzia segnala anche i recenti rallentamenti delle estrazioni in Canada/Alberta e in Norvegia, a causa di manutenzioni sugli impianti e alcuni scioperi, oltre alla crescita inferiore alle attese dell’output brasiliano.
In sostanza, si legge nella sintesi del rapporto, secondo la IEA “non c’è un segnale di un possibile aumento della produzione in altre aree, che potrebbe alleviare i timori sulla rigidità del mercato”.
Tornando agli accordi di Vienna, a giugno la produzione di greggio è cresciuta di circa 370.000 barili giornalieri, evidenzia l’Agenzia, grazie soprattutto agli incrementi registrati in Arabia Saudita e Russia.
L’output dei paesi OPEC era salito a 31,8 milioni di barili quotidiani, il livello massimo raggiunto da qualche mese a quella parte.
Intanto la produzione non-OPEC, secondo la IEA, dovrebbe aumentare di circa 2 milioni di barili giornalieri nel 2018, attestandosi poi a +1,8 milioni il prossimo anno, guidata dagli Stati Uniti.
Per quanto riguarda il lato della domanda, chiarisce la IEA, la prima metà del 2018 vedrà una crescita media di 1,5 milioni di barili quotidiani (+2 milioni da gennaio a marzo e +0,9 milioni nel trimestre successivo), per poi stabilizzarsi intorno a +1,3 milioni di barili nel secondo semestre.
Più in generale, le previsioni dell’Agenzia sulla domanda globale di petrolio nel 2018-2019 rimangono quelle espresse nel rapporto precedente, quindi +1,4 milioni di barili giornalieri in media.
Infine, la IEA segnala la perdurante incertezza anche sul fronte dei prezzi, con i valori del Brent e del WTI che da giugno sono aumentati del 7% e 13% rispettivamente, tanto che il Brent in più occasioni è stato molto vicino agli 80 dollari al barile.