Gli obiettivi europei per l’idrogeno non sono realistici

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L’idea di puntare su grandi volumi di idrogeno verde per centrare gli obiettivi climatici europei si basa su presupposti irrealistici, secondo un nuovo studio che sarà pubblicato dall'Istituto scandinavo per le politiche pubbliche.

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Un’analisi che ridimensiona il ruolo dell’idrogeno nel nostro continente: “Il recente clamore che circonda l’idrogeno è il risultato di un significativo sostegno pubblico piuttosto che del grande potenziale nel settore energetico della tecnologia stessa”.

Lo ha dichiarato, Christian Sandstrom, professore presso la Jonkoping International Business School in Svezia e autore di un recente rapporto, intitolato “Vätgas – en ny grön bubbla” (Idrogeno – una nuova bolla verde), che sarà pubblicato nel maggio di quest’anno nell’ambito di un’antologia sugli investimenti nell’acciaio, a cura dello Scandinavian Institute for Public Policy.

“Le aspettative politiche nei confronti dell’idrogeno sembrano sproporzionate rispetto ai suoi ostacoli intrinseci”, ha aggiunto l’autore dello studio, consultabile (in svedese) dal link in fondo a questo articolo.

Il processo di elettrolisi, usato per scindere la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno usando elettrolizzatori alimentati con energia rinnovabile, richiede una quantità di energia fino a 7 volte superiore rispetto all’estrazione dell’idrogeno dal metano, soprattutto perché il processo è meno efficiente e comporta una significativa perdita di energia.

“Non si tratta solo di differenze significative, ma di differenze così sostanziali che difficilmente potranno essere colmate con progressi tecnici o con un drastico calo dei prezzi dell’elettricità. Produrre idrogeno attraverso l’elettrolisi è costoso perché il processo consuma grandi quantità di elettricità”, si legge nel rapporto, e anche perché i prezzi degli elettrolizzatori difficilmente scenderanno ancora di molto nel breve-medio termine.

Sostituire i 94 milioni di tonnellate di idrogeno attualmente prodotti a livello globale dal gas naturale con l’idrogeno verde richiederebbe 4.700 TWh di elettricità, secondo lo studio.

Molti Paesi prevedono di utilizzare l’idrogeno verde per lo storage di lunga durata, o come carburante per veicoli o nell’industria siderurgica, tutte soluzioni che aumenterebbero ulteriormente la domanda di elettricità.

“Per convertire l’intera produzione siderurgica mondiale all’uso dell’idrogeno verde sarebbe necessaria un’elettricità equivalente a quella prodotta da 912 reattori nucleari, ciascuno dei quali genererebbe 8,16 TWh all’anno”, si legge nello studio.

L’idrogeno pone anche problemi fisici, poiché è altamente infiammabile e richiede grandi volumi con il rischio di perdite, aumentando i costi operativi, ha affermato Sandstrom.

La scarsa redditività dell’idrogeno verde richiede anche ingenti sovvenzioni. L’Ue ha stanziato 430 miliardi di euro a sostegno dell’idrogeno e la tecnologia è considerata un elemento chiave del piano per raggiungere l’azzeramento delle emissioni di carbonio entro il 2050.

Ma la crescente disparità tra i miliardi di sostegno e il limitato potenziale tecnico dell’idrogeno rischia di creare una bolla di mercato che potrebbe scoppiare, ha concluso Sandstrom.

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