Unep: il mondo è sempre più impreparato ai rischi climatici

C'è un divario crescente, stimato in 194-366 miliardi di $ l'anno, tra le necessità finanziarie per le politiche di adattamento al clima e le azioni concrete di governi e istituzioni globali, mostra il nuovo Adaptation Gap Report 2023 dell'Unep.

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Siamo sempre più impreparati ad affrontare i rischi climatici e adattarci agli impatti degli eventi estremi come inondazioni, siccità, ondate di calore.

Questo il messaggio del nuovo rapporto del Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep), “Adaptation Gap Report 2023: Underfinanced”, pubblicato a meno di un mese dall’inizio dei colloqui sul clima (CoP28) che partiranno a fine novembre a Dubai, negli Emirati Arabi.

In particolare, si legge nel documento, progetti e investimenti nell’adattamento climatico sono inadeguati alla portata dei rischi e lasciano intere popolazioni esposte ai danni più devastanti dei cambiamenti climatici.

Il rapporto mostra un crescente divario tra le necessità finanziarie per l’adattamento, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e le azioni concrete messe in campo dai governi e dalle istituzioni per proteggere le persone e gli ecosistemi dalle conseguenze del surriscaldamento globale.

Si stima che in totale manchino all’appello tra 194 e 366 miliardi di $ l’anno, per coprire i bisogni finanziari legati alle politiche di adattamento climatico in tutto il mondo

“Vite e mezzi di sussistenza vengono persi e distrutti e a soffrirne sono soprattutto i più vulnerabili”, ha rimarcato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres.

“Siamo in un’emergenza di adattamento. Dobbiamo agire di conseguenza e adottare misure per colmare il divario di adattamento, ora”, ha aggiunto.

I ritardi delle politiche di adattamento hanno enormi implicazioni in termini di perdite e danni, in particolare per i più vulnerabili, si spiega.

“Nel 2023, il cambiamento climatico è diventato ancora una volta più distruttivo e mortale: i record di temperatura sono crollati, mentre tempeste, inondazioni, ondate di caldo e incendi hanno causato devastazione”, ha affermato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep.

“Questi impatti sempre più intensi ci dicono che il mondo deve ridurre urgentemente le emissioni di gas serra e aumentare gli sforzi di adattamento per proteggere le popolazioni vulnerabili”.

Secondo il rapporto, i fondi necessari per l’adattamento nei paesi in via di sviluppo sono stimati tra 215 e 387 miliardi di dollari all’anno in questo decennio.

Tuttavia, i flussi pubblici di finanziamenti per l’adattamento multilaterali e bilaterali verso le economie emergenti sono diminuiti del 15% arrivando a 21 miliardi di dollari nel 2021, nonostante gli impegni presi alla CoP26 di Glasgow di fornire circa 40 miliardi $ l’anno per l’adattamento entro il 2025.

Le 55 economie più vulnerabili al clima, ricorda l’Unep, hanno subito perdite e danni per oltre 500 miliardi di dollari negli ultimi due decenni.

Questi costi aumenteranno vertiginosamente nei prossimi decenni, soprattutto in assenza di misure di mitigazione e adattamento efficaci.

Gli studi indicano, ad esempio, che ogni miliardo investito nell’adattamento contro le inondazioni costiere porta a una riduzione dei danni economici di 14 miliardi di dollari. Mentre 16 miliardi di dollari all’anno investiti nell’agricoltura eviterebbero che circa 78 milioni di persone muoiano di fame o soffrano di fame cronica a causa degli impatti climatici.

Tra i primi commenti al rapporto quello del WWF.

Secondo Manuel Pulgar-Vidal, responsabile Clima ed Energia dell’associazione ecologista, “è inaccettabile vedere che i progressi nell’adattamento rallentano e che i finanziamenti diminuiscono, mentre gli impatti climatici si intensificano. I  negoziati sul clima della CoP28 per essere credibili dovranno portare a un’azione capace di costruire la resilienza climatica delle comunità e degli ecosistemi di tutto il mondo”.

Sarà pertanto necessario “che almeno il 50% del totale degli stanziamenti pubblici per il clima, nell’ambito degli impegni sanciti dall’Accordo di Parigi, sia dedicato all’adattamento come finanziamento a fondo perduto per aiutare i Paesi vulnerabili. I leader devono anche fare molto di più per affrontare le cause della crisi climatica, riducendo le emissioni di carbonio e ripristinando la natura […]. In questo senso, decidere di eliminare i combustibili fossili sarà un grande passo avanti”.

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