Materie prime critiche, la Ue si prepara agli acquisti congiunti

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Aperta una consultazione fino al 7 maggio su come attivare il nuovo meccanismo previsto dal Critical Raw Materials Act.

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L’Unione europea si prepara agli “acquisti congiunti” di materie prime strategiche per la sua economia, in particolare per le tecnologie digitali e della transizione energetica, come batterie, veicoli elettrici, pannelli solari, pale eoliche.

Ciò dovrebbe aumentare il potere contrattuale europeo, grazie alla possibilità di unire la domanda di diverse aziende per spuntare condizioni migliori dai fornitori di litio, cobalto, nichel e altri materiali considerati critici da Bruxelles, per via della forte dipendenza Ue dalle importazioni.

Tale opzione è prevista dal nuovo regolamento Ue sulle materie prime critiche, il Critical Raw Materials Act (Crma), approvato in via definitiva dal Consiglio lo scorso 18 marzo e di cui si attende a breve la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue.

La Commissione europea ha quindi aperto una consultazione online (fino al 7 maggio) per raccogliere informazioni e suggerimenti dalle imprese su come far funzionare il nuovo meccanismo di acquisto e su quali materie includere.

Il meccanismo di acquisto congiunto, spiega Bruxelles, includerà diversi prodotti nella catena del valore delle materie prime strategiche, che comprende l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio.

La Commissione, pertanto, “invita tutte le imprese e gli altri soggetti interessati a partecipare al meccanismo di aggregazione della domanda e di matchmaking per le materie prime strategiche a partecipare a questo sondaggio per esprimere le proprie aspettative”.

Le informazioni fornite “contribuiranno alla valutazione dell’impatto atteso del sistema sul mercato per ciascuna materia prima”; le risposte individuali dei partecipanti “non saranno pubblicate a causa della loro natura potenzialmente sensibile al business”.

Il nuovo regolamento prevede tempistiche chiare per le procedure di autorizzazione ai progetti di estrazione nei territori comunitari: 27 mesi, mentre i progetti di riciclaggio e lavorazione riceveranno i permessi entro 15 mesi.

Inoltre, fissa una serie di obiettivi volontari al 2030 per aumentare l’indipendenza Ue nel settore.

In pratica, la Ue dovrebbe:

  • estrarre da sue risorse geologiche almeno il 10% delle materie prime strategiche consumate annualmente;
  • effettuare in casa almeno il 40% della lavorazione e raffinazione delle materie prime;
  • raggiungere una capacità di riciclo pari almeno al 25% del consumo annuo di materie prime strategiche.

Si prevede poi che non più del 65% del consumo annuo Ue di ciascuna materia prima strategica provenga da un singolo Paese terzo, allo scopo di variare i canali di importazione e ridurre i rischi geopolitici associati alle catene di fornitura.

Nel testo ci sono anche misure per realizzare partenariati strategici tra l’Ue e Paesi terzi sulle materie prime critiche, incentrati sul trasferimento di conoscenze e tecnologie, sulla formazione e sull’applicazione dei “migliori standard ecologici” nell’estrazione e lavorazione nei Paesi partner.

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