La domanda mondiale di petrolio e gli impatti sui produttori africani

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Lo scontro tra russi e sauditi e il coronavirus hanno fatto crollare i prezzi del greggio, con conseguenti problemi finanziari soprattutto per Nigeria e Angola. Quali prospettive per l'Africa?

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Petrolio in picchiata: nei primi tre mesi dell’anno il suo valore ha perso più del 65%, con un cedimento del 54% nel solo mese di marzo, il mese peggiore di sempre.

E c’è chi sostiene che il prezzo in alcune situazioni possa diventare negativo per l’impossibilità di accumulare il greggio estratto in depositi e petroliere, come in effetti è accaduto ad aprile.

La tempesta perfetta si è creata dalla combinazione tra la battaglia russo-saudita che ha portato ad inondare i mercati di greggio, e la crisi del coronavirus che ha comportato una drastica riduzione della domanda di petrolio, con un taglio del 20% nel mese di marzo.

Ovviamente questa bufera ha colpito anche quei paesi africani per i quali le esportazioni di greggio rappresentano una quota importante delle entrate.

L’Africa possiede l’8% delle riserve mondiali e la sua produzione è poco sotto il 10%. Per il principale produttore del Continente, la Nigeria, l’83% dei proventi delle esportazioni è legato agli idrocarburi. Analogamente in Angola, secondo produttore in Africa, il 70% delle entrate statali derivano dal petrolio.

Il calo delle vendite sta quindi provocando notevoli problemi di bilancio ai paesi produttori. Di conseguenza, gli investimenti nei settori Oil&Gas vengono fortemente tagliati. Così, la Nigeria, che pensava di raddoppiare la propria produzione entro il 2025, ridimensionerà decisamente i propri progetti.

Questo shock può però essere utile per una riflessione strategica.

Il mercato mondiale del petrolio nei prossimi 10-20 anni potrebbe infatti vedere una stagnazione. C’è anzi chi sostiene che il mese di gennaio potrà essere ricordato come il momento del picco della domanda mondiale di petrolio, considerate le conseguenze del Covid e il processo di decarbonizzazione avviatosi a livello globale. Per di più, saremo di fronte a forti oscillazioni dei prezzi con una possibile tendenza verso il basso.

La diffusione della mobilità elettrica e più in generale l’elettrificazione delle economie favoriranno a livello mondiale la diffusione delle rinnovabili.

Certamente, in Africa la domanda interna di petrolio crescerà, ma le esportazioni saranno sempre di più a rischio. Il Continente dovrebbe quindi diversificare e puntare sempre più sulle enormi potenzialità inespresse delle energie rinnovabili per la domanda interna e in futuro per le esportazioni di “idrogeno verde”.

Articolo pubblicato sulla rivista Nigrizia (maggio 2020)

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