La Banca europea per gli investimenti (Bei) smetterà di finanziare progetti che riguardano i combustibili fossili entro la fine del 2020, per concentrarsi totalmente sulle energie rinnovabili e sulle nuove tecnologie in grado di accelerare la de-carbonizzazione del mix energetico, come i sistemi di accumulo.
Questo è il messaggio centrale della bozza della nuova strategia volta a supportare la transizione da carbone, gas e petrolio verso le fonti “pulite”, EIB energy lending policy (documento allegato in basso) che dovrebbe essere discussa a settembre dal consiglio d’amministrazione della banca, composto perlopiù dai ministri delle finanze degli Stati membri Ue.
Anche se potrebbe esserci qualche resistenza da parte dei paesi che ancora dipendono in larga misura dalla produzione e dall’utilizzo di risorse fossili, ad esempio alcune nazioni dell’est europeo come la Polonia.
In pratica, si legge nella bozza del documento, la Bei cesserà di supportare diversi tipi di progetti: estrazione di gas e petrolio (upstream), miniere di carbone, gasdotti, terminali LNG, centrali termoelettriche alimentate con carbone/gas naturale.
Pur riconoscendo che i combustibili tradizionali continueranno ad avere un ruolo nei prossimi anni e che passare dal carbone al gas naturale può contribuire a ridurre le emissioni inquinanti, la Bei dedicherà tutte le sue capacità finanziarie alle iniziative necessarie per raggiungere gli obiettivi 2030 per le rinnovabili (anche attraverso il potenziamento delle infrastrutture elettriche) e l’efficienza energetica.
Quindi la Bei non finanzierà più le infrastrutture del gas, con l’eccezione dei progetti per collegare alle reti esistenti nuove forniture di gas low-carbon o dei progetti per adattare le reti esistenti alla miscelazione di quantità più elevate di gas “pulito” (biometano, idrogeno: vedi anche qui).
Inoltre, la banca potrà investire nella realizzazione di centrali a gas in cogenerazione/trigenerazione a elevata efficienza e con emissioni inferiori a 250 grammi di CO2 per kWh.
Ricordiamo che a febbraio 2018 la Bei aveva approvato un maxi-finanziamento da 1,5 miliardi di euro per il gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) che approderà sulle coste italiane.
Tra gli altri settori su cui la Bei intende puntare: mobilità elettrica e punti di ricarica, generazione diffusa con piccoli impianti a fonti rinnovabili, comunità energetiche, soluzioni per l’accumulo elettrico e la gestione “intelligente” della domanda.
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