Stop alla vendita di nuove auto diesel e benzina entro il 2035 (2040 invece per i furgoni): con questa decisione del Cite, Comitato interministeriale per la transizione ecologica, il nostro Paese sposa la linea della mobilità a zero emissioni lanciata lo scorso luglio da Bruxelles con il pacchetto “Fit for 55”.
Nella quarta riunione del Cite, spiega una nota del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (corsivi e neretti nostri), “sono state definite le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna, decidendo, in linea con la maggior parte dei paesi avanzati, che il phase out delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà avvenire entro il 2035, mentre per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri entro il 2040″.
Alla riunione hanno partecipato tre ministri: Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico).
Ricordiamo che il pacchetto Fit for 55 prevede di ridurre le emissioni delle auto del 55% al 2030 e del 100% al 2035, in confronto ai livelli del 2021, di fatto vietando la vendita di nuovi modelli con motori a combustione interna.
Anche i furgoni dovranno raggiungere le emissioni zero al 2035 nella proposta di Bruxelles, quindi il Cite in questo caso vorrebbe allungare i tempi rispetto alle indicazioni comunitarie.
Nella nota si parla poi di “neutralità tecnologica” in modo da valorizzare non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dei veicoli a idrogeno e riconoscendo, nel percorso di transizione, “il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia”.
Al momento però le case automobilistiche hanno abbandonato o messo in secondo piano lo sviluppo di modelli a idrogeno, puntando tutto sulle batterie al litio.
Mentre sui biocarburanti occorre prestare molta attenzione ai criteri di sostenibilità ambientale, perché il biofuel tradizionale (quello ricavato da colture alimentari, come olio di palma e di soia) ha una impronta ecologica molto pesante.
Per quanto riguarda i costruttori auto di nicchia, termina la nota, potranno essere valutate misure specifiche con la Commissione europea.