Infissi e bonus 75% barriere architettoniche, chiesta una correzione contro un “utilizzo improprio”

Un'interrogazione in Senato denuncia "lo snaturamento" dell'agevolazione fiscale, che sta portando lo Stato "a finanziare interventi del tutto inutili" per le esigenze delle persone con disabilità motorie.

ADV
image_pdfimage_print

Correggere l’uso “improprio” del bonus per eliminare le barriere architettoniche in edifici esistenti, evitando di finanziare interventi edili del tutto inutili per le esigenze di vita delle persone con disabilità motorie.

Questa la richiesta della senatrice Raffaella Paita (Az-IV-RE), che in una recente interrogazione al ministro dell’Economia e al ministro per le Disabilità (link in basso) denuncia l’utilizzo scorretto dell’agevolazione fiscale del 75%, introdotta con la legge di bilancio 2022.

Il bonus barriere architettoniche, ricordiamo, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2025 con la possibilità di scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura.

Peraltro, si può usare il bonus del 75% anche se nell’immobile non risiedono persone disabili e per un ampio ventaglio di lavori: non solo ascensori, montacarichi e rampe, ma anche, ad esempio, sostituzione di serramenti e ristrutturazione del bagno, a patto di rispettare le prescrizioni tecniche del dm 236/1989 sull’eliminazione delle barriere architettoniche (come l’altezza delle maniglie degli infissi).

Ecco perché questa agevolazione sta suscitando molto interesse, dopo lo stop alla cessione del credito imposto dal governo salvo precise deroghe al decreto Cessioni 11/2023, tra cui appunto il bonus del 75%.

La stessa Anfit (l’associazione dei produttori di finestre italiani), a giugno aveva annunciato la possibilità di estendere la cessione del credito e lo sconto in fattura anche ai lavori eseguiti nell’ambito del bonus barriere architettoniche.

Tuttavia, secondo Paita, “lo snaturamento del bonus barriere sta portando lo Stato a finanziare interventi del tutto inutili per le esigenze di vita delle persone con difficoltà nella mobilità, senza prevedere alcun criterio (come ad esempio quello della gradualità, per cui è finanziabile l’intervento che non risulti comunque pregiudicato da barriere precedenti a quella oggetto di rimozione) che garantisca la finalità della disposizione”.

Pertanto, chiede di sapere quali iniziative, anche legislative, i ministri “intendano adottare al fine di rendere maggiormente stringenti e rispondenti alle finalità e ratio della disposizione i requisiti per l’accesso alla detrazione del 75%, al fine di garantire il perseguimento delle stesse e scongiurando l’utilizzo improprio del bonus barriere a pregiudizio di interventi volti realmente a migliorare qualità della vita delle persone con disabilità, evitando così che parte delle risorse destinate al superamento delle barriere architettoniche venga utilizzato per altri scopi”.

L’agevolazione, ricordiamo infine, va ripartita tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo.

I limiti di spesa sono di 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti; 40.000 euro per ogni unità immobiliare in condomini da due a otto unità immobiliari e 30.000 euro per abitazione in quelli con più di otto unità immobiliari.

ADV
×