In Italia aumentano le compravendite di nuove case ad alta efficienza energetica

Rimane però un potenziale largamente inutilizzato per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti. I dati sul 2021 dell'osservatorio Enea, I-Com, Fiaip.

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Il mercato immobiliare italiano del 2021 si chiude con circa 750.000 compravendite in ambito residenziale, mettendo a segno un +34% rispetto al 2020 e un +24% rispetto al 2019 con una sostanziale tenuta dei valori di mercato se non addirittura, soprattutto nel secondo semestre, con un rialzo dei prezzi. Rialzo che è compreso tra un +2% di aumento medio nei centri urbani di piccola-media grandezza e un +4% nelle grandi città.

Un dato che emerge è senza dubbio quello sull’efficientamento energetico: difatti, nel 2021 gli acquisti di immobili efficientati nella migliore classe energetica A1, salgono al 30% del totale delle compravendite relative al “nuovo”. Si registra un +60% di compravendite di immobili ristrutturati nelle classi A e B, grazie soprattutto agli incentivi fiscali statali, in particolare il Superbonus 110%.

Resta però stabile la qualità energetica generale di edifici e abitazioni, prevalentemente in classe G, quindi siamo ancora ben distanti dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030.

Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge dall’analisi sul monitoraggio delle dinamiche del mercato immobiliare in funzione delle caratteristiche energetiche degli edifici, frutto della collaborazione tra l’Enea, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (Fiaip), condotta da 9 anni su un campione di oltre 600 agenti immobiliari professionali Fiaip e presentata ieri, 5 maggio, a Roma.

Accanto al dato, ancora negativo, sullo stato di salute generale del parco immobiliare italiano, si è però registrato – sulla spinta delle detrazioni fiscali e in particolar modo del Superbonus – un buon incremento delle ristrutturazioni e un aumento delle compravendite (+34%).

Gli edifici interessati dalle ristrutturazioni sono prevalentemente quelli collocati nelle classi energetiche più basse, spiega una nota stampa Enea.

Analizzando questi dati complessivi da un punto di vista territoriale, lo studio evidenzia come nelle zone di estrema periferia gli immobili compravenduti appartengano per quasi l’80% alle classi energetiche meno performanti (E, F e G), mentre nelle zone di pregio la percentuale di immobili nelle prime classi energetiche (A e B) è al 36%.

Allo stesso modo, il rapporto evidenzia l’esistenza di un potenziale di efficientamento molto elevato per gli edifici da ristrutturare, tuttora in larga parte energeticamente inefficienti (90% delle transazioni immobiliari nelle ultime tre classi energetiche).

Analisi della consapevolezza dell’acquirente

Secondo la percezione degli agenti immobiliari, il 60% degli acquirenti di immobili ha una sufficiente consapevolezza dell’importanza dell’efficienza energetica, mentre solamente il 22% ha una consapevolezza poco adeguata (20%) o insufficiente (2%).

Rispetto invece alla capacità di valorizzare adeguatamente la qualità energetica degli immobili residenziali, il panel degli intervistati ritiene che quasi il 40% di chi vende immobili abbia una buona (23%) o molto buona (15%) capacità di valorizzazione dell’efficienza energetica. In meno del 20% dei casi si rileva un livello di capacità non adeguato.

Dall’indagine emerge infine che, tra le caratteristiche connesse alla qualità energetica dell’immobile, gli acquirenti sono più sensibili alla presenza di impianti di climatizzazione ad alta efficienza (23,3%), a un buon isolamento termico delle strutture (21%) e degli infissi (20,9%) e a impianti di generazione a fonti rinnovabili (17,6%); dunque la presenza di queste peculiarità potrebbe essere maggiormente evidenziata negli annunci immobiliari.

“Il mercato immobiliare non sembra ancora aver pienamente assorbito la scossa di due potenziali driver molto importanti rispetto al tema dell’efficienza energetica: la pandemia di Covid-19 e il Superbonus 110% per le ristrutturazioni edilizie – dichiara Franco D’Amore, Vicepresidente I-Com – sebbene siano riscontrabili degli impatti non trascurabili. Poco meno di un quarto degli agenti immobiliari intervistati ha rilevato, infatti, un aumento dell’attenzione al tema dell’efficienza energetica in chi compra un immobile, in conseguenza della pandemia”.

“Più promettenti – prosegue D’Amore – i dati della misura fiscale per promuovere la ristrutturazione di immobili scarsamente efficienti: poco meno del 50% del campione degli agenti immobiliari ha riscontrato un impatto di questa misura sul mercato immobiliare. Nonostante questi dati incoraggianti, la quota di immobili ristrutturati e compravenduti che ricadono nelle prime classi energetiche rimane inchiodata a una percentuale che supera di poco il 30%”.

È una percentuale “troppo bassa e che indica ancora come spesso, nelle ristrutturazioni edilizie, si sprechi una importante finestra di opportunità per riqualificare anche dal punto di vista energetico un immobile. Nella prossima edizione dello studio, sarà interessante valutare l’impatto sul tema dell’efficienza energetica degli edifici dei fortissimi aumenti dei costi dell’energia che si sono registrati nel corso del 2022”, conclude il vicepresidente I-Com.

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