A novembre il dato sulla produzione elettrica nazionale più significativo è quello dell’idroelettrico che ha generato ben 4,5 TWh, con un incremento del 118% sullo stesso mese del 2017, sfiorando di poco il dato del 2014 (4,7 TWh), un anno caratterizzato da una notevole produzione idrica.
Con questo exploit le rinnovabili producono nel mese circa 8,7 TWh, il 35% in più del novembre 2017, nonostante la diminuzione dell’output da fotovoltaico (-7,1%) ed eolico (-10,2%).
Con un calo del termoelettrico di quasi il 13%, a novembre le fonti rinnovabili coprono il 33,2% della domanda (il 36,4% della produzione interna).
La domanda elettrica lo scorso mese è stata inferiore dell’1,4% rispetto al novembre 2017.
A novembre la punta massima di richiesta si è registrata venerdì 30 novembre alle ore 18 ed è stata pari a 51 GW, con una copertura, in quel momento, per il 65% da parte del termoelettrico, per il 24% da rinnovabili e per l’11% da import.
Su base annuale (11 mesi) vediamo che la domanda elettrica è in leggero aumento (+0,6%), con 295,3 TWh, mentre è in leggero calo la produzione nazionale (-1,7%) e, di conseguenza, si registra un incremento dell’importazione di energia: il saldo con l’estero è di oltre 6 TWh in più rispetto ad un anno fa.
I dati forniti dal report mensile di Terna (allegato in basso) sono presentati nella tabella qui sotto.
Ad eccezione dell’idroelettrico tutte le fonti rinnovabili sono più o meno stazionarie o in calo come il fotovoltaico.
Tuttavia nel complesso nel 2018 la produzione elettrica da fonti rinnovabili, che ammonta a 104,5 TWh circa, è cresciuta rispetto allo stesso periodo del 2017 di 9,1 TWh e ha contribuito finora a soddisfare il 35,4% della domanda (il 40,7% della produzione interna).
In questo grafico la quota delle rinnovabili sulla domanda elettrica: il dato di quest’anno è inferiore solo al 2014.
In quest’altro grafico l’andamento della produzione da rinnovabili dal 2014 a oggi, unitamente all’evoluzione dei consumi elettrici del paese.
L’aumento del 9,5% della generazione da rinnovabili rispetto ad un anno fa è dovuto, come è chiaro, esclusivamente dalla fornitura di energia idraulica, aumentata del 29,5%.
Oltre al termoelettrico, nel corso dell’anno continua la scarsa produzione da solare. Il fotovoltaico ha prodotto finora quasi 1,2 TWh in meno sul 2017. Oggi copre il 7,4% della domanda elettrica nazionale (era al 7,9% nello stesso periodo del 2017). Quest’anno certamente non supererà la soglia dei 24 TWh di produzione come lo scorso anno è riuscito a fare.
Qui invece le quote coperte dalle diverse fonti pulite nel periodo gennaio-novembre negli anni che vanno dal 2014 al 2018.
Si noti come da diversi anni la variabile, in senso positivo o negativo, che determina l’andamento del contributo delle rinnovabili nel loro complesso, è sempre l’idroelettrico, vista la stazionarietà delle altre fonti e, in particolare, di fotovoltaico ed eolico, le stesse a cui viene richiesto un contributo, rispettivamente, triplo e doppio, al 2030, cioè in circa “soli” 12 anni.
Infatti, insieme eolico e fotovoltaico in questi undici mesi del 2018 hanno generato circa 37,4 TWh, cioè oltre 1 TWh in meno del 2017. Al momento le due fonti hanno soddisfatto circa il 12,6% della domanda elettrica nazionale contro il 13,1% di un anno fa.
Per il periodo gennaio-novembre 2018 la percentuale dell’idroelettrico sul totale della generazione da rinnovabili è risultata pari al 43,7% (grafico sotto). Seguono il fotovoltaico (21%), la bioenergia (15,5%) e l’eolico (14,7%).
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Rapporto mensile Terna (novembre 2018)
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