Germania, è illegittimo l’utilizzo di 60 mld di debito Covid per il fondo climatico

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La più alta Corte tedesca sulla pianificazione del bilancio del governo ha dichiarato incostituzionale il "riciclo" della somma nel "Fondo per il clima e la transizione energetica".

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I piani della Germania di utilizzare il debito da 60 miliardi di euro contratto durante la crisi del Covid-19 per alimentare il “Fondo per il clima e la transizione energetica” sono saltati.

Ieri una sentenza della Bundesverfassungsgericht, la più alta Corte tedesca che giudica sulla pianificazione del bilancio del governo, ha dichiarato incostituzionale l’attuale meccanismo di finanziamento stabilito dal cancelliere Olaf Scholz.

La misura minava il cosiddetto “freno al debito del Paese”, che stabilisce che non si possa generare nuovo debito eccedente lo 0,35% della produzione economica annua. L’importo dovrà quindi essere ritirato dal fondo, con conseguenze inevitabili su quello che il Paese riteneva uno strumento fondamentale per finanziare le proprie politiche climatiche dei prossimi anni.

In una risposta immediata alla sentenza, Scholz ha ringraziato la Corte per aver fatto chiarezza sugli effetti del freno all’indebitamento, aggiungendo che il governo “controllerà molto attentamente” la decisione dei giudici e ne discuterà le implicazioni. Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ha già ordinato il blocco dei mezzi per il fondo nel 2024, aggiungendo in modo velatamente polemico che questa è la prima volta che la Corte decide sulle eccezioni al freno all’indebitamento.

Il vicepresidente della Corte, Doris König, aveva dichiarato all’inizio di quest’anno che i giudici stavano entrando in un “territorio inesplorato” per quanto riguarda la costituzionalità delle politiche climatiche.

La decisione di destinare i 60 miliardi di euro al fondo speciale per il clima ha modificato retroattivamente il bilancio 2021: era stata approvata in questa forma dal Bundestag all’inizio del 2022, poco dopo che la coalizione governativa di Scholz composta dai socialdemocratici (SPD), dai Verdi e dai Partito liberale democratico (FDP) era salita al potere.

Un ricorso dei parlamentari dell’alleanza conservatrice CDU/CSU all’opposizione ha fatto scattare i controlli della Corte, che ha deciso di annullare il provvedimento.

Il governo deve ora trovare modi alternativi di riempire il Fondo, il cui volume è stato fissato a circa 211 miliardi di euro tra il 2024 e il 2027.

Le entrate derivanti dallo scambio di emissioni – di cui il fondo si alimenta – dovrebbero ammontare a circa 16 miliardi di euro nel 2023 e potrebbero far guadagnare tempo al governo, ora in affanno nel riorganizzare i suoi piani di bilancio e garantire che le spese che avrebbero dovuto essere coperte dai precedenti accordi siano ugualmente al sicuro.

È probabile che la sentenza scateni una nuova disputa all’interno della coalizione di governo su come garantire i finanziamenti per una serie di politiche climatiche, tra le quali la modernizzazione degli edifici, la mobilità elettrica, la decarbonizzazione dei riscaldamenti domestici, il sostegno ai trasporti pubblici e altro ancora.

Intanto la Germania pianifica maxi investimenti anche nell’idrogeno, pur se in questo caso finanziati in larga parte da privati: uno stanziamento di circa 20 miliardi di euro al 2032 permetterà la messa in funzione di una dorsale dell’H2 lunga 9.700 km. I lavori inizieranno il prossimo anno, la struttura sarà realizzata al 60% riadattando i gasdotti esistenti, attraverserà tutte le regioni nazionali e sarà collegata anche altri Paesi europei.

Altri importanti provvedimenti nel campo energetico tedesco comprendono la recente decisione del governo di Berlino di abbassare al minimo consentito dalla Ue le tasse sull’elettricità pagate dalle imprese manifatturiere, portandole dagli attuali 1,537 cent/kWh a 0,05 cent/kWh nel 2024 e nel 2025. Già nel prossimo anno grazie alla decisione le imprese godranno di un “sollievo” finanziario di circa 12 miliardi di euro, con l’idea di prolungare l’abbassamento delle tasse anche nel biennio 2026-2028 se la misura sarà approvata nel budget federale.

Il Solarpaket approvato a metà agosto dal Consiglio dei ministri federale contenente semplificazioni per tutte le tipologie di fotovoltaico punta inoltre a triplicare le installazioni annuali di impianti a terra e su tetti e coperture, arrivando a 22 GW/anno già entro il 2026.

Va ricordato che nel maxipiano industriale tedesco presentato a marzo nel rapporto del ministero dell’Economia e della Protezione del clima intitolato “Wohlstand klimaneutral erneuern” (“Rinnovare la prosperità in modo climaticamente neutro”) sono previste misure per aumentare la generazione di energia da fonti rinnovabili, garantire la stabilità del sistema elettrico potenziando le sue infrastrutture, investire nella produzione di idrogeno, decarbonizzare i processi industriali ed espandere le misure di efficienza energetica nei diversi settori.

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