Il fotovoltaico, una rivoluzione come quella dell’aviazione commerciale e della Ford T

Un terzo della crescita del FV è avvenuta negli ultimi due anni: stiamo vivendo un boom che nella storia si è visto in pochi casi, come l'avvento degli aerei commerciali e della motorizzazione di massa.

ADV
image_pdfimage_print

Alcune tecnologie chiave per la decarbonizzazione stanno andando meglio di quanto si prevedeva: se c’è una buona notizia nell’ultimo report Iea su come è possibile raggiungere emissioni nette zero al 2050, è proprio questa.

Fotovoltaico, auto elettriche, batterie e pompe di calore sono le soluzioni la cui crescita ci fa sperare di poter fermare entro gli 1,5 °C dal livello preindustriale il riscaldamento globale, come previsto dall’accordo di Parigi, mostra la versione aggiornata della Net Zero Roadmap.

Stanno crescendo a velocità che nella storia si sono viste solo in alcune rivoluzioni come quelle che hanno portato all’aviazione commerciale moderna e alla motorizzazione di massa.

La premessa da fare è che, nello scenario Iea Net Zero Emissions, triplicare la potenza da rinnovabili elettriche è il principale fattore di riduzione delle emissioni fino al 2030; con il solare che ha un ruolo da protagonista:

Da questo punto di vista non siamo messi male. O meglio: la salita è meno erta che per altre strade, quali la decarbonizzazione dei settori hard to abate con idrogeno o il confinamento dei gas serra (CCS).

La Iea stima che le economie avanzate e la Cina, anche solo con le politiche attuali, raggiungeranno circa l’85% della potenza da rinnovabili che servirà entro il 2030 per essere in linea con la traiettoria raccomandata; mentre nei paesi in via di sviluppo serviranno politiche più robuste e maggior sostegno internazionale, avverte l’Agenzia.

Interessante è la fotografia che il rapporto dà degli sviluppi che le tecnologie più decisive avuto dal 2015 al 2022.

La potenza FV è aumentata di oltre il 400%, a circa 1 TW di capacità aggiunta, come quasi l’intero parco elettrico Ue.

Le vendite di auto elettriche sono cresciute di quasi il 2.000%, con oltre 25 milioni di unità vendute nel periodo, più di tutte le auto in circolazione in Canada.

Il mercato delle pompe di calore residenziali ha fatto segnare un +225%, con circa 600 GW venduti, più o meno l’intera capacità di riscaldamento residenziale in Russia.

L’incremento della capacità di stoccaggio delle batterie stazionarie è stato del 2.500%, con quasi 45 GW installati, circa quanto la potenza elettrica totale installata in Argentina.

L’accelerazione è stata particolarmente spinta negli ultimi due anni: circa un terzo di tutta la crescita del fotovoltaico si è verificata nel 2021 e nel 2022. Sia le installazioni FV registrate l’anno scorso, che quelle stimate per il 2023, superano il livello previsto dalla stessa Iea solo 2 anni fa, nel 2021, sottolinea l’Agenzia (che sappiamo ha una lunga storia di sottovalutazione della crescita del solare).

Per batterie e veicoli elettrici, gli ultimi due anni sono stati ancora più determinanti, pesando per entrambe le tecnologie per circa il 60% delle vendite totali.

Certo, le cose vanno bene soprattutto nei paesi ricchi e in Cina, che assieme pesano per oltre il 95% delle vendite globali di auto elettriche e pompe di calore e per quasi l’85% della potenza combinata da eolico e solare. Ma alcune tecnologie si stanno diffondendo rapidamente in altri paesi, come il caso del FV in India.

Interessante il paragone che la Iea fa con altri boom tecnologici del passato, come quelli che portarono alla nascita dell’aviazione commerciale e alla diffusione delle auto a prezzi accessibili.

La produzione aeronautica statunitense aumentò in media del 75% all’anno tra il 1939 e il 1944, spinta da un cambiamento epocale verso un’economia di guerra. La diffusione della Ford Modello T, grazie alle innovazioni della catena di montaggio, crebbe del 34%/anno negli anni ’10.

Storie simili a quelle che stanno vivendo tecnologie come il solare FV e i sistemi di accumulo: la crescita media annua della diffusione delle batterie per veicoli elettrici tra il 2010 e il 2020 è stata del 70%, quella del fotovoltaico al 24%.

Altre tecnologie come l’eolico finora hanno seguito una traiettoria leggermente più lenta, paragonabile a transizioni passate come l’introduzione delle turbine a gas negli anni ’70, pur mostrando tassi di crescita annuali del 10-20%.

Un aspetto interessante è che la riduzione media annua dei costi, sia per le batterie dei veicoli elettrici (-19%) che per i moduli fotovoltaici (-18%), supera quella osservata nella produzione aeronautica Usa 1942-1945 e nella fabbricazione dell’auto Ford Modello T negli anni ’10.

Ovviamente, ci sono stati esempi di transizioni tecnologiche ancora più rapide (anche se probabilmente meno comparabili): ad esempio, i prezzi delle schede di memoria per computer si sono ridotti ogni anno in media di circa il 35% dal 1980 al 2000.

Quel che impressiona in soluzioni come il solare è però il rapporto particolarmente favorevole tra aumento della produzione e calo dei costi.

Per i moduli FV, mostra il report, la curva di apprendimento (diminuzione del costo unitario al raddoppio della diffusione cumulativa) dal 2006 è stata circa intorno al 40%: superiore alla media di tutte le tecnologie a partire dagli anni ’70, pari a circa il 25%.

“Sebbene i progressi su alcune tecnologie pulite siano paragonabili favorevolmente agli esempi storici di trasformazione, l’esempio della produzione aeronautica statunitense della Seconda Guerra Mondiale, in particolare, suggerisce che un dispiegamento ancora più rapido potrebbe essere raggiunto attraverso maggiori finanziamenti per la ricerca e sviluppo e un’azione governativa più concertata”. Questo è il messaggio che lancia la Iea.

ADV
×