Il fotovoltaico da balcone in forte crescita in Germania

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Le installazioni plug & play casalinghe dovrebbero più che raddoppiare quest’anno in Germania rispetto all’anno scorso, nonostante procedure abbastanza complicate che dovrebbero però essere snellite dal 2024. Emerge il problema degli inverter.

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Il numero di impianti fotovoltaici da balcone installati in Germania è salito a 230mila nel primo semestre del 2023, rispetto ai 137mila di fine 2022, con una crescita finora del 68%.

Si tratta di un andamento che dovrebbe consentire a questi impianti plug & play di terminare il 2023 con un numero più che doppio rispetto a quelli presenti l’anno scorso sulle ringhiere e i parapetti delle abitazioni tedesche.

Considerando poi la possibile presenza di impianti non censiti, il loro numero effettivo potrebbe raggiungere addirittura gli 800mila.

Questi alcuni degli  ultimi dati della Bundesnetzagentur, l’Agenzia federale tedesca di controllo delle reti, circa l’andamento di questo tipo di impianti da poche centinaia di Watt di picco, che abbiamo descritto più diffusamente in un precedente articolo a cui rimandiamo per maggiori dettagli (Fotovoltaico plug & play da balcone: un modulo alla volta contro il caro bolletta).

Il complesso iter autorizzativo tedesco

La crescita degli impianti da balcone in Germania procede a ritmo sostenuto a dispetto di un iter autorizzativo piuttosto complesso. Nonostante, infatti, i sistemi plug & play siano composti solo da uno o due moduli con microinverter già a bordo e risultino più semplici dei comuni impianti domestici, chi li installa deve seguire sostanzialmente le stesse procedure.

In Germania, per chi è in affitto, per esempio, è necessario chiedere l’autorizzazione del padrone di casa, anche se si tratta di impianti facilmente smontabili e che una volta rimossi non lasciano tracce nell’abitazione.

Chi installa un impianto da balcone in Germania deve poi comunicarlo a due soggetti: il gestore della rete e l’Agenzia federale delle reti.

Dal 2024, dovrebbe essere sufficiente una semplice iscrizione al registro dei dati di mercato della Bundesnetzagentur, ma attualmente le due registrazioni richiedono abbastanza tempo, anche se inizialmente non comportano alcun costo; quindi, spesso i clienti tedeschi finiscono per demandare il compito a un tecnico e ciò comporta un sovrapprezzo.

Inoltre, poiché l’elettricità generata dal sistema da balcone confluisce nella rete pubblica quando non è immediatamente autoconsumata, il gestore del punto di misurazione dovrà installare un contatore bidirezionale dopo la registrazione, se è ancora installato un vecchio contatore con disco rotante. Va menzionato che al 2021 solo il 3% circa delle abitazioni tedesche era dotato di contatori intelligenti bidirezionali, rispetto al quasi 100% di Paesi come Italia, Spagna o Finlandia.

La società responsabile solitamente non addebita i costi per l’installazione del nuovo contatore. Tuttavia, col passare del tempo potrebbero essere applicati costi fissi di gestione un po’ più elevati, da pagarsi direttamente tramite la bolletta elettrica.

Differenze con l’Italia

In Italia, l’iter per l’installazione di un impianto fotovoltaico plug & play è un po’ più semplice.

Ed è per questa maggiore semplicità, cioè scarsità di adempimenti ufficiali, che in Italia è difficile conoscere il numero di impianti di questo tipo finora installati. QualEnergia.it ha chiesto dati e stime in merito ad associazioni, autorità e operatori di settore, ma al momento della pubblicazione di questo articolo non abbiamo ancora ricevuto riscontri.

Poiché si tratta formalmente di interventi in edilizia libera e l’installazione nei condomini è sempre permessa, basta inviare una comunicazione all’amministratore di condominio, senza necessariamente avvertire il padrone di casa, se si è in affitto.

Bisognerà avere però l’accortezza di verificare che non ci siano eventuali vincoli architettonici o paesaggistici, molto più comuni in Italia che in Germania. I micro-impianti da balcone, infatti, modificano l’estetica delle facciate e, in alcuni casi, potrebbero cambiare leggermente anche la loro sagoma, nel caso di moduli montati con una seppur minima inclinazione.

Superati questi eventuali ostacoli, nel caso di un impianto con un unico pannello, basterà riempire un modulo e inviarlo al distributore elettrico di zona, che ormai disporrà di una sezione del proprio portale dedicata all’inserimento online di queste informazioni.

Se invece i pannelli sono più di uno, gli adempimenti burocratici aumentano anche in Italia. Un tecnico abilitato dovrà infatti emettere sia una dichiarazione di conformità sia uno schema elettrico unifilare dell’impianto, da inviare sempre al proprio distributore.

Da un punto di vista tecnico, la differenza principale fra Germania e Italia è che nel Paese teutonico il limite massimo attuale di potenza per un impianto da balcone è di 600 Wp, mentre in Italia è di 800 Wp.

La Germania potrebbe superare l’Italia in semplificazione?

È già da tempo che in Germania si parla di semplificare gli adempimenti per l’installazione degli impianti FV da balcone, un orientamento caldeggiato dall’associazione nazionale degli ingegneri e sposato ultimamente dallo stesso Ministero dell’Economia del Paese: secondo la bozza di un disegno di legge del ministero, il collegamento di piccole unità fotovoltaiche plug-in ai balconi o alle facciate delle case dovrebbe essere semplificato in vari modi.

Si propone, in primis, di ridurre i requisiti legali, dando agli affittuari il diritto di gestire i sistemi negli appartamenti in affitto, senza dover ottenere il permesso del padrone di casa.

Si vorrebbe poi consentire di collegare gli impianti direttamente alle prese di corrente convenzionali, e non esclusivamente a prese dedicate che rispettino i requisiti dalla norma CEI 0-21, come è invece obbligatorio attualmente, anche in Italia.

Se la Germania approvasse tale proposta, installare questi impianti diverrebbe ancora più semplice che nel nostro Paese ed equivarrebbe davvero a collegare un qualunque apparecchio a una comune presa della corrente.

Inoltre, il Ministero dell’Economia tedesco vuole innalzare la potenza massima collegabile in questa configurazione da 600 Wp a 800 Wp, come in Italia.

I dolori del giovane inverter

La diffusione degli impianti FV da balcone in Germania solleva però alcune questioni, oltre a quella delle semplificazioni.

La Bundesnetzagentur ha infatti condotto dei test sugli impianti fotovoltaici da balcone e ha riscontrato diversi inverter carenti o difettosi.

“Purtroppo, abbiamo riscontrato numerosi prodotti illegali o potenzialmente pericolosi”, ha dichiarato il presidente dell’Agenzia federale per le reti elettriche, Klaus Müller.

Si tratta di inverter privi del marchio CE, delle istruzioni per l’uso tedesche o dell’indirizzo del rivenditore tedesco, che non possono essere venduti e utilizzati in Germania, per ragioni di sicurezza e di garanzia della qualità dei prodotti. Proprio per questo la Bundesnetzagentur ha avviato dei procedimenti contro i produttori di inverter che soddisfano i requisiti formali ma che non superano i test di laboratorio.

Alcuni di questi superano “i valori limite legali per la compatibilità elettromagnetica durante il funzionamento”, ha comunicato l’agenzia, che conduce misurazioni e test sui dispositivi, anche nuovi e acquistati anonimamente, collaborando con le dogane per impedire l’ingresso nel Paese di prodotti non conformi.

Agli operatori giudicati inadempienti possono essere imposti divieti di vendita in tutta Europa e multe fino a 100.000 euro. Per gli importatori e i commercianti, la multa può arrivare a 10.000 euro.

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