Eni Plenitude rinuncia a tutti i fondi Pnrr per le stazioni di ricarica

La decisione della società controllata Be Charge, nell'ambito della prima tornata di bandi con cui finanziare la realizzazione di colonnine urbane ed extraurbane.

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Eni Plenitude, con la sua società controllata Be Charge, ha deciso di rinunciare a tutti i fondi Pnrr per la realizzazione di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici.

È quanto emerge dai decreti di approvazione delle graduatorie pubblicati dal Mase il 30 ottobre e il 29 novembre 2024.

Be Charge, si legge nei due provvedimenti – che fanno riferimento a differenti ambiti territoriali – ha rinunciato a essere ammessa ai benefici per tutti i suoi progetti risultati idonei (per oltre 2.600 stazioni di ricarica), che quindi sono stati esclusi dalle graduatorie definitive (tabella sotto).

Nei decreti si precisa che è stato impossibile riassegnare d’ufficio alcuni ambiti territoriali, a causa dell’avvenuto raggiungimento del limite massimo del contributo concedibile ai singoli beneficiari (il riferimento è a Enel X Way). Gli unici nuovi assegnamenti per scorrimento della graduatoria, quindi, sono stati a Enermia e Fastway, rispettivamente per l’ambito Emilia Romagna B e Valle d’Aosta.

Già lo scorso aprile, ricordiamo, Be Charge aveva rinunciato a una parte dei fondi, con cui avrebbe dovuto realizzare 1.655 stazioni di ricarica urbane nell’ambito del Pnrr.

Abbiamo chiesto a Plenitude di spiegare i motivi di questa uscita completa dai fondi Pnrr.

“Le regole operative del primo bando Pnrr sono state oggetto di diverse e costruttive interlocuzioni del settore con le autorità competenti”, afferma la società a QualEnergia.it, precisando che “il quadro emerso da queste interlocuzioni ha portato Be Charge a ritenere più realizzabile il proprio piano di investimenti attraverso la rinuncia al primo bando”.

“In seguito alle novità introdotte nel secondo bando, Be Charge ha presentato la propria candidatura ed è in attesa dei risultati”, prosegue la nota inviata da Plenitude, che poi “conferma comunque il proprio ambizioso piano di sviluppo nel settore”, con oltre 21mila punti di ricarica installati finora da Be Charge sul territorio italiano, “con una presenza sempre maggiore di infrastrutture ad alta e altissima potenza su suolo pubblico o privato”.

A metà ottobre, il Mase ha pubblicato nuovi bandi per provare a riassegnare oltre 500 milioni di euro ancora disponibili, dopo il sostanziale insuccesso riscontrato fino a quel momento dall’agevolazione, con intere zone rimaste scoperte, soprattutto al centro, al sud e sulle isole.

Tra le correzioni previste in tali bandi, rispetto ai precedenti, la riduzione del numero di infrastrutture per ogni modulo di macro-lotto, in modo da agevolare la più ampia partecipazione possibile. Per “modulo di macro-lotto” si intende la frazione del numero complessivo delle stazioni da realizzare in un’area territoriale.

A fine ottobre, nel commentare l’andamento dei punti di ricarica complessivamente installati in Italia (oltre 60mila a settembre), l’associazione Motus-E aveva denunciato “le criticità pratiche nell’utilizzo dei fondi Pnrr” che “rischiano di vanificare l’enorme potenziale di uno strumento in grado di moltiplicare le colonnine super veloci sul territorio italiano, specialmente al Sud e nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, dove è indispensabile lavorare sulla capillarità della rete”.

I contributi Pnrr per la mobilità elettrica, ricordiamo, puntano a finanziare almeno 13.755 stazioni di ricarica veloci per veicoli elettrici nei centri urbani (di potenza pari o superiore a 90 kW) e almeno 7.500 stazioni super-veloci sulle strade extraurbane, di potenza non inferiore a 175 kW.

Il costo massimo ammissibile per infrastruttura è pari, rispettivamente, a 121.500 euro e 65.000 euro per gli interventi extraurbani e quelli urbani.

Le agevolazioni sono concesse in forma di contributo in conto capitale per un importo non superiore al 40% delle spese ammissibili.

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