Auto elettrica, le ragioni del ritardo italiano e come cambiare passo

Dati e analisi nello Smart Mobility Report 2024 dell'Energy & Strategy, presentato oggi a Milano. Intanto settembre fa registrare una ripresa del venduto, anche se la quota di mercato complessiva dell'elettrico rimane molto bassa.

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La situazione dell’auto elettrica in Italia è “un caso” in Europa perché il mercato nel 2023 mostra “segnali di profonda stagnazione” che ci relega agli ultimi posti per stock di veicoli a batteria in circolazione.

Questo, in sintesi, lo scenario tracciato dallo Smart Mobility Report 2024 di Energy & Strategy (Politecnico di Milano), presentato oggi e di cui pubblicheremo a breve un approfondimento.

Come abbiamo scritto, qualcosa sta andando storto nel mercato italiano dell’auto elettrica, tra prezzi alti, vendite in calo, resistenze psicologiche degli automobilisti. Finora è mancato un allineamento tra scelte politiche – stop alla vendita di auto termiche dal 2035 – strategie industriali e orientamenti dei consumatori.

A settembre però i numeri sono tornati a salire, sottolinea Motus-E nella sua ultima analisi. Il mese scorso, infatti, sono state  immatricolate in Italia 6.308 vetture 100% elettriche, in crescita del 27,3% rispetto a settembre 2023, con una quota di mercato pari al 5,2% (era 3,6% a settembre 2023).

Nei primi nove mesi del 2024 le auto elettriche registrate nella Penisola sono 47.559, in aumento del 3,9% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, con una quota di mercato ancora sotto al 4%. “La volatilità delle immatricolazioni di auto elettriche di questi mesi riflette l’andamento delle consegne dopo l’impennata di ordini dello scorso giugno, quando gli incentivi messi a disposizione sono andati esauriti in appena 9 ore”, commenta il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. Quanto accaduto, “se da un lato evidenzia l’attenzione degli italiani verso questa tecnologia, dall’altro dimostra l’importanza della programmazione delle politiche incentivanti”.

Intanto il 30 settembre un gruppo di 50 grandi aziende europee di vari settori (automotive, trasporti, energia), riunite nella piattaforma Industry for 2035, ha pubblicato una lettera aperta chiedendo ai decisori politici di mantenere gli obiettivi concordati sulla riduzione delle emissioni di CO2 per le auto al 2035, al contrario di alcuni Stati membri e alcuni costruttori auto che invece vorrebbero ridiscuterli in anticipo.

Tra i firmatari, oltre a colosso come Volvo, Uber, Ikea e Maersk, troviamo una sola azienda italiana, Scame Parre, attiva nella componentistica per la ricarica dei veicoli.

Tornando allo Smart Mobility Report, leggiamo che per colmare il divario con gli altri Paesi europei e raggiungere gli obiettivi previsti per il 2030, l’Italia dovrà immatricolare mediamente più di 800.000 veicoli elettrici all’anno, “un numero drasticamente superiore rispetto ai livelli attuali”

In parallelo, si osserva che “la crescita delle infrastrutture di ricarica, seppur positiva, non ha ancora generato un corrispondente aumento delle immatricolazioni di veicoli elettrici. Se questo divario persiste, si rischia di avere una rete di ricarica sottoutilizzata, incapace di supportare appieno la transizione elettrica”.

Ricordiamo che oggi in Italia sono presenti circa 57mila punti di ricarica a uso pubblico (dati Motus-E).

Riportiamo di seguito la sintesi integrale del report pubblicata dall’Energy & Strategy (neretti e titolini nostri).

Immatricolazioni e prezzi

Nel 2023 in Europa sono state immatricolate circa 3 milioni di passenger car elettriche (EV), tra autovetture full electric (BEV) e ibride plug-in (PHEV), con un aumento del 16% rispetto al 2022. Di queste, oltre 2 milioni (pari al 67%) sono BEV.

In termini relativi, l’elettrico rappresenta il 23,4% delle immatricolazioni totali di passenger car, in lieve aumento rispetto all’anno precedente (+0,5%).

L’Italia – in controtendenza rispetto all’Europa – ha fatto segnare invece un calo (ed è il secondo anno consecutivo) dello 0,2% rispetto all’anno 2022, posizionandosi ben al di sotto della media europea.

E’ vero che anche la Germania ha fatto segnare un calo, ben più marcato del 6,2%, ma continua ad avere un’incidenza di auto elettriche sulle nuove immatricolazioni, comunque, ben sopra la media europea e pari a quasi 3 volte il valore italiano.

Il risultato è che l’Italia perde terreno anche con riferimento allo stock di veicoli circolanti, con un posizionamento che ci vede, insieme alla Spagna, agli ultimi posti in Europa.

Nel frattempo, le dinamiche relative all’offerta di veicoli elettrici si sono ulteriormente rafforzate rispetto all’anno precedente.

Il numero di modelli di passenger car BEV si conferma in crescita. Infatti, il numero di modelli di passenger car BEV offerti in Italia al primo semestre 2024 è cresciuto del 20% rispetto all’anno precedente arrivando a oltre 100 modelli.

Il prezzo medio delle passenger car BEV nel 2024 è rimasto pressoché costante ma sono nel frattempo significativamente migliorate le performance in termini sia di autonomia sia di potenza di ricarica. Infatti, da un lato, una consistente quota di veicoli presenta un’autonomia maggiore di 350 km, quota che arriva sino al 46% per le passenger car BEV di segmento D e superiori. Dall’altro lato, potenze di ricarica superiori a 150 kW sono presenti anche nei segmenti B e C (rispettivamente 13,6% e 12,6%, entrambi in crescita rispetto all’anno precedente), anche se in termini inferiori al segmento D e superiori, dove la quota di passenger car con una potenza di ricarica superiore a 150 kW arriva al 75,6% del totale.

Punti di ricarica

È cresciuta anche nel corso dell’ultimo anno la diffusione dell’infrastruttura di ricarica. A livello italiano, a fine 2023 si stimano circa 500.000 punti di ricarica ad accesso privato, con un incremento del 35% rispetto al 2022 e con un rapporto superiore a 1:10 rispetto all’infrastruttura pubblica.

L’incremento dei punti di ricarica privati non è strettamente collegato all’andamento delle immatricolazioni di passenger car elettriche. Infatti, alla crescita dell’infrastruttura corrisponde una lieve decrescita delle immatricolazioni. Un contributo rilevante allo sviluppo dell’infrastruttura privata è da attribuirsi al meccanismo incentivante del Superbonus.

È evidente tuttavia come la presenza di infrastrutture di ricarica rappresenti un abilitatore di mercato che, al momento nel nostro Paese, non è sufficientemente sfruttato.

L’implementazione diffusa del Plug & Charge (con cui la ricarica del veicolo elettrico richiederebbe solamente di collegare il cavo del punto di ricarica al veicolo, abilitando il pagamento automatico della ricarica) porterebbe ad una semplificazione del processo di ricarica avvicinandolo all’esperienza familiare del rifornimento di un veicolo tradizionale a combustione interna. Tuttavia, per raggiungere questa diffusione, è necessario affrontare diverse barriere rilevanti. Una delle principali fa riferimento al retrofit, che comporta l’aggiornamento e l’adattamento delle infrastrutture di ricarica attuali per renderle compatibili con il Plug & Charge.

Data la stretta relazione tra diffusione di passenger car elettriche e di infrastruttura di ricarica, è ancor più auspicabile uno sviluppo più sostenuto del mercato delle passenger car elettriche abilitato da un’infrastruttura di ricarica diffusa sul territorio.

Possibili scenari

Serve un deciso cambio di passo nelle immatricolazioni in Italia per raggiungere i target che noi stessi ci siamo dati con il Pniec.

In termini assoluti, le immatricolazioni di passenger car elettriche si sono attestate a poco più di 130.000 unità nel triennio 2021-2023 (con l’unica eccezione al ribasso del 2022, poco più di 115.000 unità anche a causa dello shortage di materie prime post-covid). Al fine di raggiungere gli sfidanti obiettivi normativi posti al 2030, bisognerebbe immatricolare mediamente circa 800.000 passenger car elettriche all’anno nel periodo compreso tra il 2024 e il 2030.

Nello scenario di sviluppo “inerziale” (BAU) si raggiungeranno al 2030 a mala pena i 2,8 milioni di auto elettriche (cui ne vanno sommate 4,3 milioni ad alimentazione alternativa, tra le quali GPL, metano e idrogeno) contro i 7,7 milioni dello scenario “full decarbonization” (FD) che appunto traguarda – e oltrepassa – i target europei.

Un obiettivo possibile, termina il report, è identificato nello scenario “policy driven” (PD), che vede 6,6 milioni di auto elettriche al 2030 nel nostro Paese, a patto di attuare un insieme di azioni (incentivi, semplificazioni, investimenti in ricerca, nuove infrastrutture) che dovrebbero rappresentare la guida per l’azione politica dei prossimi anni.

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