Edilizia “colabrodo” nelle scuole italiane, le proposte di Legambiente

A Roma tutti gli edifici analizzati presentano criticità in materia di dispersione di calore, sicurezza e accessibilità. Ma è solo l'emblema di ciò che avviene a livello nazionale.

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Completare l’anagrafe scolastica per tutti gli edifici e rendere pubbliche le condizioni e le entità dei fabbisogni; rivedere i parametri di ripartizione dei fondi, orientando maggiori investimenti verso i territori soggetti a svantaggi socio-ambientali e con gap infrastrutturale; inaugurare una generazione di scuole sostenibili e innovative, aperte al territorio e dotate di servizi integrati.

Queste alcune delle proposte di Legambiente per sanare l‘inefficienza energetica del patrimonio dell’edilizia scolastica in Italia.

Per elaborare le sue proposte, Legambiente è partita dall’analisi di un piccolo segmento del comparto in oggetto, esaminando le termografie di 33 edifici di scuole e università di Roma (due scuole dell’infanzia, una scuola dell’infanzia e primaria, dieci scuole primarie e secondarie di primo grado, nove scuole secondarie di secondo grado e undici facoltà e dipartimenti universitari).

Lo studio (allegato in basso) è stato elaborato nel contesto della campagna “Nontiscordardimé – Operazione Scuole Pulite 2023”.

Tutti gli edifici scolastici presi in considerazione, denuncia l’associazione ambientalista, hanno presentato criticità più o meno gravi legate a dispersioni di calore (da travi e solai, infissi, cassettoni e termosifoni) con conseguente aumento dei costi in bolletta, sprechi energetici ed emissioni climalteranti.

Anche gli edifici storici, nonostante le mura più spesse, hanno registrato dispersioni dalle pareti, dove sono visibili le impronte termiche dei termosifoni, infissi e cassoni per le serrande.

Il caso di Roma (documento in basso), spiega l’associazione, è però solo l’emblema del forte ritardo delle amministrazioni sulla messa in sicurezza degli edifici e sull’efficientamento energetico, come evidenziava anche la XXII edizione di Ecosistema Scuola, il rapporto di Legambiente sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici italiani (allegato in basso) pubblicato lo scorso gennaio.

Il rapporto, ricordiamo, ha analizzato lo stato dell’edilizia scolastica dei 94 Comuni capoluogo di provincia che hanno inviato i dati del 2021, relativi ai 5.616 edifici scolastici di loro competenza. Solo il 51,5% di tali edifici dispone del certificato di agibilità e il 46,7% di collaudo statico. I dati, nel caso delle città delle Isole, scendono rispettivamente al 29,5% e al 32,4%.

Gli edifici con certificato di prevenzione incendi, nonostante gli stanziamenti introdotti negli anni per la messa a norma, sono il 51,4% (il 32% nelle Isole).

Anche l’accessibilità non è una prerogativa di tutte le scuole, visto che quelle dotate di accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche sono l’86,5%. Dati che evidenziano come ci sia ancora molto lavoro da fare per mettere tutte le nostre scuole in sicurezza e renderle accessibili a tutti.

“Se il settore edilizio è tra i più energivori e climalteranti, l’edilizia scolastica non fa eccezione in tema di inefficienza. Nella Capitale – dichiara Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio – quanto emerge dalle analisi termografiche, conferma un quadro preoccupante: per gli edifici analizzati, per gli oltre 1.200 edifici scolastici di tutta Roma e per le scuole italiane in generale; luoghi energivori come pochi vista l’enorme dispersione di calore, causata da strutture non in grado di rispondere alle esigenze di efficientamento, che devono essere invece una delle pietre angolari nella sfida verso la transizione ecologica”.

“L’efficienza energetica – prosegue Scacchi – rappresenta infatti un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi climatici, per rinforzare l’indipendenza energetica dell’Italia e per ridurre le spese energetiche. Per questo servono politiche serie e concrete di decarbonizzazione del settore, tema su cui il Governo Meloni ad oggi si sta muovendo in direzione opposta agli interessi del Paese”.

Nella roadmap di Legambiente per sanare il settore ci sono anche le comunità energetiche rinnovabili e solidali; una seria e concreta politica di efficientamento del settore edilizio, in grado di affrontare le sfide della decarbonizzazione, eliminando ad esempio le caldaie a fonti fossili dal sistema premiante e obbligando all’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili.

Infine, per l’associazione ambientalista, bisogna rivedere il sistema di incentivi in tema di edilizia e riqualificazione energetica.

Al tema Legambiente ha dedicato anche un webinar lo scorso 9 marzo:

Documenti utili: 

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