Ecobonus auto, gli italiani premiano i modelli elettrici

I dati sull'utilizzo dell'ecobonus auto partito a marzo del 2019 diffusi dal MiSE nella risposta a un'interrogazione alla Camera dei Deputati.

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Quanto e come gli automobilisti italiani stanno utilizzando l’ecobonus per acquistare un nuovo veicolo?

C’è una netta prevalenza per la scelta di auto elettriche senza la contemporanea rottamazione di un vecchio modello a benzina/diesel, come emerge dai dati diffusi dal ministero dello Sviluppo economico, per rispondere all’interrogazione di Luca Sut (M5S) alla X commissione Attività produttive della Camera.

Finora – l’ecobonus è partito a marzo 2019 – sono state completate 14.060 prenotazioni di veicoli incentivati con il bonus “verde”, per un impegno economico complessivo del governo appena superiore ai 55 milioni di euro.

E le prenotazioni, si legge nella risposta del MiSE (neretti nostri) “hanno registrato una preferenza di acquisto senza contestuale rottamazione di un veicolo usato”: 10.897 auto acquistate senza consegnare un vecchio modello da rottamare vs 3.163 auto acquistate con rottamazione.

Inoltre, evidenzia il ministero, la maggior parte dei veicoli acquistati con l’ecobonus (11.165) rientra nella fascia tra 0-20 g/km di CO2. Parliamo delle auto elettriche “pure”, mentre quelle ibride plug-in nella fascia tra 21-70 g/km di CO2 hanno riscontrato meno successo (2.895 prenotazioni).

In sostanza, afferma il ministero, “la misura ha riscosso successo e sta contribuendo a sostenere la filiera dell’automotive nel suo sforzo verso l’elettrificazione dei veicoli”.

Ricordiamo che i contributi statali valgono rispettivamente 6.000-2.500 euro per chi compra un’auto 100% elettrica oppure ibrida ricaricabile alla presa di corrente, a condizione che venga rottamato un vecchio veicolo, altrimenti l’incentivo scende a 4.000-1.500 euro.

Ma proprio in questi giorni la politica italiana è divisa tra chi vorrebbe mantenere l’incentivo solo per le auto elettriche e ibride plug-in (M5S in particolare) e chi invece, nella stessa maggioranza di governo (Pd, Italia Viva e parti di Leu) vorrebbe estendere il bonus a una terza fascia di veicoli (si veda l’articolo Perché l’Italia rischia di sbagliare strada con gli incentivi alle auto Euro 6).

In ballo, infatti, c’è un emendamento al DL Rilancio – il primo firmatario è Gianluca Benamati del Pd – che prevede un bonus di 4.000 euro diviso a metà fra contributo statale e sconto del concessionario, per chi compra una vettura Euro 6 con emissioni di CO2 superiori a 61 grammi/km e contemporanea rottamazione di un veicolo più vecchio di dieci anni.

La misura sarebbe valida fino al 31 dicembre 2020. Senza rottamazione il bonus sarebbe dimezzato.

Per il 2021, invece, si parla di un contributo statale da 1000 euro per chi acquista un’auto Euro 6 con emissioni comprese tra 61-95 grammi di CO2/km e contemporanea rottamazione di un vecchio modello; lo sconto del concessionario dovrà essere almeno doppio del bonus statale (e i contributi saranno dimezzati senza la rottamazione).

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