Il dossier di Europa Verde contro Cingolani: chieste le dimissioni

Il documento raccoglie contraddizioni e ambiguità del ministro in tema di nucleare, auto elettrica, trivellazioni, fonti rinnovabili.

ADV
image_pdfimage_print

Un passo indietro del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, “che sarebbe meglio chiamare ‘ministro della Finzione ecologica’”.

È la richiesta di Europa Verde nel presentare il dossier che riassume le contraddizioni e le ambiguità di Cingolani in tema di energie pulite, lotta contro il cambiamento climatico e riduzione delle emissioni inquinanti.

Il documento, illustrato dal co-portavoce nazionale Angelo Bonelli e dalla eurodeputata Eleonora Evi, anche lei co-portavoce del partito ecologista italiano, spiega perché Cingolani sarebbe inadeguato al suo ruolo e si dovrebbe dimettere (Europa Verde ha anche promosso una petizione su change.org per chiedere le dimissioni del ministro).

Le tante dichiarazioni pro-nucleare di Cingolani, in particolare, hanno attirato le critiche del mondo ambientalista.

In Europa, accusa Eleonora Evi in una nota (neretti nostri), non soltanto Cingolani “dice di voler aprire al nucleare nella tassonomia verde Ue, ma, sottobanco, trama con la Francia per far sì che anche il gas possa essere etichettato come un investimento verde, come evidentemente richiesto da Confindustria Energia. Si tratta di un forte elemento di incoerenza con gli impegni che l’Italia ha preso a livello europeo e internazionale. La stessa Banca Europea degli Investimenti ha deciso di non finanziare più i progetti legati al gas e i Green Bond della Commissione Europea per ripagare il Recovery Plan non prevedono investimenti nel gas”.

Ricordiamo che Cingolani in più occasioni ha aperto all’idea di sviluppare il nucleare di quarta generazione, ridando ossigeno al dibattito sul ruolo di questa tecnologia nella lotta ai cambiamenti climatici (per un approfondimento sulle incognite che circondano il nuovo atomo rimandiamo a un articolo di G.B. Zorzoli: Nucleare di nuova generazione? Ci si lavora da 20 anni e non ci sono tempistiche)

Altro tema su cui Cingolani è stato sempre ambiguo è quello della mobilità elettrica.

Ricordiamo qui la bufala dell’auto elettrica che “va a carbone” dove il ministro è sembrato ignorare una serie di dati sui veri vantaggi ambientali dei veicoli alla spina, rispetto alle auto termiche.

Altri punti criticati da Europa verde sono:

  • la mancata approvazione del Pitesai e la conseguente ripresa di efficacia dei permessi per la ricerca di nuovi giacimenti petroliferi sul territorio italiano;
  • il via libera italiano al finanziamento per nuove trivellazioni nell’Artico, con la garanzia di Sace e Cassa depositi e prestiti (tra 500 milioni di euro e 1 miliardo);
  • la poca attenzione riservata dal Pnrr alle rinnovabili: previsti solo 4,2 GW al 2026 mentre occorre installare almeno 5-6 GW anno al 2030, ma va detto che su questo punto Cingolani ha sempre parlato di 8 GW/anno come obiettivo e che il Pnrr contiene solo una parte degli investimenti complessivamente previsti in rinnovabili;
  • i pochi finanziamenti stanziati dal Pnrr per il trasporto pubblico locale, perché solo una quota minima (1%) di autobus e treni regionali verrà sostituito.

Documenti disponibili:

ADV
×