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La domanda elettrica più bassa da vent’anni, ma le rinnovabili vanno a passo di lumaca

In Italia il 2020 segna un calo del 5,3% della richiesta elettrica rispetto al 2019. Troppo lenta l'avanzata delle energie rinnovabili che comunque coprono il 38% circa della domanda.

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Con l’ultimo rapporto mensile di Terna, possiamo fare il punto sui consumi elettrici e la produzione da fonti rinnovabili del 2020, il più anomalo tra gli anni degli ultimi decenni.

Nonostante una domanda pressoché in linea tra agosto e dicembre 2020 con quella degli stessi mesi del 2019, a consuntivo lo scorso anno i consumi di energia elettrica alla fine sono diminuiti di oltre 17 TWh, pari al -5,3% rispetto ad un anno fa: 302,7 TWh contro 319,6.

Colpisce lo scalino del 2020 rispetto ai dati dei consumi elettrici del Paese degli ultimi 20 anni. Per ritrovare una domanda più bassa dobbiamo tornare al 2000.

Diminuisce nel 2020 anche la generazione da termoelettrico (-6,4%), con circa 12 TWh in meno sul 2019. Le importazioni si riducono del 9,5%.

Su base territoriale lo scorso anno la variazione percentuale negativa del fabbisogno di elettricità rispetto al 2019 è stata evidente soprattutto al Nord con un -6,3%; al Centro Italia  si attesta a -5%, -3,2% al Sud e -4,1% nelle Isole.

Vediamo come sono andate le fonti rinnovabili. Nonostante una bassa produzione da fonti pulite a dicembre (-16% sul dicembre 2019, con cali di idroelettrico, solare ed eolico come si può notare dalla tabella di Terna in alto), nel corso dell’anno le rinnovabili hanno prodotto 115,7 TWh: +1,1 TWh in più del 2019, per un incremento dell’1% circa.

Ovviamente il loro contributo lordo sulla domanda elettrica nazionale (senza considerare il peso del pompaggio che va sottratto dall’idroelettrico per circa 1,8 TWh), si è alzato notevolmente, passando dal 35,9% al 38,2%. Anche la quota sulla produzione nazionale lorda è cresciuta ed è 42,4% (era stata nel 2019 del 40,4%).

Nel grafico la quota delle rinnovabili sulla domanda elettrica dal 2014 al 2020: il dato di quest’anno è inferiore solo al 2014, anno con una notevole produzione da idroelettrico.

In questo grafico si veda l’andamento della produzione da fonti rinnovabili dal 2014 al 2020, unitamente all’evoluzione dei consumi elettrici del paese.

A fronte di un leggero aumento sul 2019 della generazione da idroelettrico (+0,8%), va evidenziato un calo significativo dell’eolico (-7,4%, pari a quasi 1,5 TWh).

Massima produzione annuale di sempre per il fotovoltaico (+9,6%), che con 25,5 TWh va a coprire l’8,4% della domanda del paese (era al 7,6% nel 2019).

Nel 2020 l’eolico soddisfa il 6,1% della domanda elettrica annuale, scendendo dal 6,3% nel 2019), mentre l’idroelettrico è al 15,3% (al netto dei consumi di pompaggio); era al 14,3% nel 2019). In leggero incremento percentuale sull’anno precedente le bioenergie che coprono il 6% e la geotermia all’1,9%.

Insieme, eolico e fotovoltaico producono nel 2020 circa 44,4 TWh, cioè appena +0,7 TWh sul 2019. Entrambe le fonti coprono così il 14,5% della domanda annuale (nel 2019 erano, insieme, al 13,6%).

Come si può vedere dal grafico che evidenzia l’andamento della generazione di eolico e FV dal 2014 ad oggi, questa crescita è abbastanza costante, ma troppo lenta per puntare agli ambiziosi obiettivi di metà decennio e del 2030, quando le rinnovabili dovranno contribuire almeno per il 55% alla domanda di energia elettrica; e dentra questa quota la crescita di solare fotovoltaico ed eolico dovrà essere prepoderante.

A questi ritmi di aumento medio annuale della generazione da FV+eolico (+1,1 TWh/anno negli ultimi 7 anni) possiamo stimare che le due fonti potranno forse generare 56-60 TWh a fine decennio, andando a coprire non oltre un misero 18% dei consumi elettrici, considerando, conservativamente, una domanda che si andrà a stabilizzare intorno ai 330 TWh, visto l’aumento dell’elettrificazione dei consumi.

Nell’ultimo grafico si può notare come nel 2020 la percentuale dell’idroelettrico sul totale della generazione da rinnovabili è risultata pari al 41,5%, esattamente come nel 2019.

Seguono il fotovoltaico (22,1% contro il 20,3% del 2019), l’eolico con il 16% (era al 17,5% nel 2019), la bioenergia (15,6%) e la geotermia (5%).

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