Con Zucchetti Centro Sistemi un altro tassello della rivoluzione energetica

La Zucchetti Centro Sistemi Spa, una realtà toscana che si è dedicata all'innovazione e al fotovoltaico: pannelli, sistemi di accumulo e inverter monofase e trifase per un modello energetico proiettato verso il prosumer e la comunità energetica. Ne parliamo con il presidente di ZCS, Fabrizio Bernini.

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QualEnergia.it in questi anni ha cercato di mostrare come, al di là di certe grandi imprese che hanno mancato o osteggiato la rivoluzione delle rinnovabili, nel tessuto produttivo italiano ci siano tante piccole e medie imprese che invece hanno capito la potenzialità di questo cambiamento epocale.

Aziende che fanno del loro meglio per proporre nuovi prodotti e servizi che le inseriscano da protagoniste nel nuovo ed enorme mercato che si sta aprendo.

Una di queste è la Zucchetti Centro Sistemi Spa (ZCS), che si trova a Terranuova Bracciolini, a metà strada fra Arezzo e Firenze, una di quelle realtà produttive sorprendenti, che hanno fatto fortuna inventandosi una nicchia produttiva molto particolare, di cui sono diventati leader mondiali: in questo caso i robot tagliaerba.

«In realtà la nostra storia è molto più complessa – dice Fabrizio Bernini, presidente di ZCS – e comincia quando, tanti anni fa, mi diplomai perito elettronico, e ben presto venni travolto dalla rivoluzione dei computer e del software, materie che non avevo assolutamente affrontato a scuola, ma che mi affascinarono con la loro novità e potenzialità. Lasciai perdere tv e radio e mi dedicai a scrivere programmi per quei computer che stavano invadendo le aziende».

Prima attraverso accordi con Menarini per creare software per ospedali e farmaceutica e poi l’incontro con Zucchetti, per la realizzazione di software per la gestione  dell’azienda, ZCS cresce tanto da poter affrontare agli inizi del XXI secolo una nuova sfida, quella della robotica.

«Quando presentai nel 2001 il primo modello di Ambrogio, il nostro tagliaerba automatico, mi presero per matto: che bisogno c’era di un aggeggio simile, quando ci sono falciatrici e tagliaerba e, per chi se li può permettere, giardinieri che fanno lo stesso lavoro?».

Evidentemente ce n’era un gran bisogno, perché oggi, solo di Ambrogio, ZCS ne vende decine di migliaia l’anno, a cui ha aggiunto adesso nuovi robot per la pulizia di piscine. Oggetti hi-tech, protetti da centinaia di brevetti, tutti prodotti in Toscana, a pochi chilometri dalla casa madre.

«Li facessi in Cina aumenterei di molto i profitti, certo, ma credo che un’azienda debba restituire valore al territorio dove è nata e dove si è sviluppata, così da mantenere sana e prospera la società intorno a sé: è un valore aggiunto che si apprezza nel tempo, ma che porta grandi frutti; noi, per esempio, abbiamo aumentato i fatturati in media del 10% ogni anno, dal 2005 ad oggi».

Se un imprenditore è capace di percepire i cambiamenti e di non farsene spaventare, è ovvio che di fronte alla valanga della rivoluzione energetica, non fugga, ma anzi decida di cavalcarla.

«In realtà, nonostante molte offerte e pressioni per ‘entrare nel business’, ai tempi del fotovoltaicoincentivato ho tenuto la mia azienda fuori del settore, perché non mi piaceva l’idea di dipendere da aiuti pubblici per avere un margine di profitto. Ma appena gli incentivi sono finiti e si è delineata la possibilità di integrare più tecnologie in prodotti innovativi e competitivi sul mercato senza bisogno di aiuti pubblici, non ci siamo tirati indietro».

Oggi ZCS produce pannelli solari con una batteria al litio inclusa, che permettono di realizzare facilmente, combinandosi nella potenza necessaria, sistemi stand alone, per le case, ma anche per impieghi molto particolari, per esempio le barche da pesca, che possono così azionare gli argani delle reti e gli altri sistemi elettrici di bordo, senza dover mantenere sempre acceso il diesel.

Ma il loro “gioiello della corona rinnovabile” è la linea di inverter Azzurro, monofase e trifase da 1 a 70 kW, e dei relativi sistemi di batterie al litio basati su un modulo da 2,4 kW/kWh, che possono essere combinati fra loro a coprire ogni esigenza di autoproduzione.

«L’idea è quella di servire i prosumer, le famiglie che producono e utilizzano energia solare, e che oggi sono per lo più costrette a svendere gran parte dell’elettricità prodotta alla rete, in quanto i picchi di produzione non coincidono con quelli di consumo. Un nostro sistema di impianto con accumulo, che comprende anche una funzione di backup per evitare i blackout, adatto a una famiglia costa intorno a 3.000 euro, una spesa che si può riprendere in pochi anni», ci dice Bernini.

«È un’offerta così convincente che molti grandi distributori e utilities ci stanno subissando di richieste e stanno vendendo già migliaia di questi sistemi in Italia ed Europa. E con l’altro estremo della gamma, gli inverter e sistemi di accumulo di grande taglia, stiamo offrendo ora sistemi specifici per aziende, magazzini, supermercati, che vogliano abbattere le spese dell’energia, autoproducendosi l’elettricità con impianti a terra o sul tetto», continua il presidente di ZCS.

E la prima azienda di questo genere è la ZCS stessa: il loro Palazzo dell’Innovazione, appena ultimato e destinato a ospitare le divisioni robotica e rinnovabili, sarà energeticamente autonomo, grazie a un impianto solare da 70 kWp sul tetto e sistemi di accumulo.

«Non lo abbiamo neanche allacciato alla rete del metano, alla climatizzazione penseranno le pompe di calore aria-aria, mentre la copertura vegetale esterna, ridurrà le necessità di raffrescamento di circa il 50%».

A differenza dei robot, però, pannelli, batterie e inverter vengono per ora prodotti in Cina, su progetto e specifiche della ZCS.

«Ci piacerebbe portare anche la loro produzione in Italia, ma non sarà facile e non tanto per il costo della manodopera, quanto perché la Cina in questi anni si è assicurata un quasi monopolio sulla fornitura globale di tante materie prime, che usa poi quasi tutte internamente. Riuscire a reperire fuori dalla Cina il rame, il cobalto o il litio che servono per questi prodotti è arduo», ci spiega Fabrizio Bernini.

Produzione industriale a parte, ZCS sta ora progettando la realizzazione di una comunità che, appena le norme europee lo consentiranno, connetta fra loro, via internet, cloud e blockchain, chi usa gli inverter e sistemi di accumulo Azzurro, così che si scambino fra loro energia, senza acquistarla o venderla alla rete, e uniscano le capacità di produzione e storage in “centrali elettriche virtuali” per offrire servizi di ricarica per auto elettriche e di bilanciamento della rete.

«E anche questo sarà solo una parte della rivoluzione. Prendiamo le auto elettriche. Oggi molti si preoccupano del fatto che in futuro, per ricaricarle la sera, milioni di persone sovraccaricheranno la rete, facendola saltare. Ma ragionano su questo problema guardando al passato: secondo me quando le auto elettriche raggiungeranno una certa soglia, ogni proprietario avrà in casa, magari per legge, una batteria identica a quella dell’auto, anche recuperata da un’auto rottamata, che verrà caricata con calma durante il giorno, e fornirà di notte l’energia necessaria alla ricarica dell’auto, senza impegnare la rete. E i prosumer dotati di sistemi di accumulo in casa, potranno anche offrire su piattaforme internet dedicate, un servizio di ricarica alle auto elettriche, aggiungendo così migliaia di punti di rifornimento nelle città, un po’ come oggi si offrono stanze con AirBnb».

E quale sarà il punto finale di questa rivoluzione?

«Semplice, una società che funzioni al 100% con le rinnovabili, con il fotovoltaico soprattutto. Certo, il solare è molto variabile nella fornitura, e se per le intermittenze di breve periodo bastano le batterie, restano le variazioni stagionali. Ma oggi un impianto da 10 kWp, costa come uno da 3 kW di cinque anni fa, e i prezzi continuano a scendere. Così per superare le variazioni stagionali basterà progettare gli impianti perché forniscano quello che ci serve anche in pieno inverno».

Il presidente conclude dicendo che «sarà possibile alimentare tutto in casa con i pannelli e gli accumuli, dal riscaldamento, all’acqua calda, all’auto, fino ai fornelli. Non si dipenderà più dai combustibili fossili, e gli impianti domestici ‘tutto elettrico’ saranno anche estremamente semplificati, con meno guasti, rischi e necessità di manutenzione».

Articolo realizzato da QualEnergia nell’ambito di un accordo commerciale con Zucchetti Centro Sistemi

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