Bonus edilizi, Poste Italiane chiude all’acquisto di crediti relativi al 2024

Dall'8 gennaio l'Istituto ha smesso di acquistare le rate relative al Superbonus e ad altri bonus edilizi relativi all'anno corrente: dovranno essere portate in detrazione.

ADV
image_pdfimage_print

Come comunicato lo scorso 3 ottobre 2023, quando fu decisa la riapertura delle procedure di acquisto dei crediti, dall’8 gennaio di quest’anno Poste Italiane ha smesso di acquistare le rate relative al Superbonus e ad altri bonus edilizi relativi al 2024. Per i contribuenti che intendono scegliere Poste Italiane, quindi, la rata del 2024 – maturata per lavori effettuati nel 2023 o in periodi precedenti – dovrà essere portata in detrazione.

La stretta è stata annunciata attraverso un aggiornamento alla guida per gli utenti, presente nel portale dedicato alla cessione dei crediti. Sulla piattaforma è quindi possibile richiedere soltanto la cessione delle annualità fruibili dal 2025, per crediti maturati a fronte di spese sostenute nel 2024, o di rate residue per spese fatte negli anni precedenti.

L’importo massimo cedibile – si legge nel comunicatoè pari a 50 mila euro per cliente, anche tramite più cessioni, fermo restando che il totale dei crediti ceduti dallo stesso cliente a Poste Italiane, comprensivo di quelli ceduti anteriormente alla data di riapertura del servizio, non può superare il limite di 150 mila euro.

Di seguito sono elencati i crediti di imposta cedibili a Poste (compatibilmente con le regole aggiornate, che di fatto – col Decreto Cessioni – dallo scorso febbraio hanno chiuso praticamente ad ogni possibilità di cessione del credito):

  • Superbonus 110% – art.119 DL 34/2020, ripartito in 5 quote annuali o in 4 quote annuali per le spese sostenute dal 2022;
  • Ecobonus ordinario (efficienza energetica e installazione di impianti fotovoltaici) – art. 14 del DL n. 63/2013 e dell’art.16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir, ripartito in 10 quote annuali;
  • Sismabonus ordinario (misure antisismiche) – art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del DL 63/2013, ripartito in 5 quote annuali;
  • Ristrutturazione (recupero patrimonio edilizio) – art. 16-bis, comma 1, lettere a) e b), del Tuir, ripartito in 10 quote annuali;
  • Recupero o restauro facciate – art. 1 commi 219 e 220 della legge 160/2019, ripartito in 10 quote annuali;
  • Installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici – art.16-ter del DL 63/2013, ripartito in 10 quote annuali;
  • Eliminazione delle barriere architettoniche– art. 119-ter del DL 34/2020, a fronte di spese sostenute dal 1° gennaio 2022, ripartito in 5 quote annuali.

Ieri Federconsumatori ha annunciato che sulla sua piattaforma “Federbonus”, lanciata lo scorso luglio, proporrà l’acquisto di crediti nel 2024 a prezzi vantaggiosi, fino all’85% netto da tutte le commissioni, “considerando che le ultime normative varate dal Parlamento hanno stabilito dei paletti dopo il caos generato da un anno a questa parte”.

La confusione che si è generata intorno alla cessione dei crediti è stata sottolineata e criticata anche dal Consiglio nazionale degli ingegneri, che in una nota ha espresso preoccupazione per “molti di quelli che avevano avviato gli interventi”, che “si sono improvvisamente scontrati con il problema del blocco della cessione dei crediti”, esponendosi al rischio di non trovare “adeguate soluzioni”.

ADV
×