Bollette elettriche, nel 2020 mercato libero in media del 23% più caro che il tutelato

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In un anno con prezzi in discesa, penalizzati i clienti delle molte offerte a prezzo bloccato. Resta una forte concentrazione, con cinque operatori che controllano l’80% delle vendite.

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A patto di scegliere bene, con le offerte del mercato libero si può ottenere un discreto risparmio, con il plus, per chi lo desidera, di avere elettricità al 100% da rinnovabili: lo abbiamo mostrato nei giorni scorsi pubblicando le tariffe più economiche aggiornate per questo terzo trimestre 2021.

In media, però, fuori dal regime di maggior tutela, il kWh si paga più caro: nel 2020 la media dei prezzi del mercato libero per i clienti domestici è stata del 23,6% superiore rispetto alla maggior tutela, considerando anche tasse e oneri, e del 57% superiore per la sola componente approvvigionamento.

Il dato è tra i molti pubblicati dall’Arera nella sua relazione annuale sullo stato dei servizi (documento in basso).

Rispetto all’anno precedente, spiega l’Autorità, vi è stato un aumento generalizzato dei differenziali tra i due mercati, libero e tutelato.

In sostanza, sul libero – caratterizzato dalla predominanza di contratti a prezzo bloccato – i valori sono rimasti quasi uguali all’anno precedente, mentre la maggior tutela nel 2020 ha visto una diminuzione media dei prezzi del 20%, che riflette il forte calo delle quotazioni nei mercati all’ingrosso, verificatosi anche in seguito alla pandemia.

Con la fine della maggior tutela che, ricordiamo, al momento è fissata al primo gennaio 2023, a fine 2020 solo il 54,3% dei clienti domestici si trovava nel mercato libero, con un aumento rispetto al 49,3% del 2019, mentre il tasso di switching, cioè di cambio venditore, è rimasto al 13% come l’anno prima.

Lato offerta, anche nel 2020 è cresciuto, seppur di poco, il numero dei venditori sul mercato retail (+16 unità nel mercato libero), raggiungendo il numero di 739 operatori e confermando un trend di espansione che procede ininterrottamente dalla liberalizzazione del 2007. Ma la concentrazione resta alta: complessivamente, i primi cinque operatori detengono l’80% del settore domestico (era l’82,5% nel 2019) e la quota dei primi tre operatori è passata dal 46,8% al 47% delle vendite complessive.

Operatore dominante dell’intero mercato elettrico italiano resta il gruppo Enel, quest’anno con una quota in lieve discesa, dal 36% al 35,6% dei volumi venduti, seguito a grande distanza da Edison (in aumento al 5,9%) e da A2A (al 5,5%).

I prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mostrano per il 2020 un deciso miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro, in termini sia di prezzi al lordo degli oneri e delle imposte, sia di prezzi netti: per la prima volta si registrano prezzi lordi più bassi rispetto a quelli della media europea per tutte le classi di consumo domestico, con l’eccezione della prima classe (consumi inferiori a 1.000 kWh/anno).

In termini di incidenza della componente oneri e imposte, nel 2020 si registra una quota compresa tra il 31% della classe DB (1.000 – 2.500 kWh) e poco meno del 47% dell’ultima classe, valori non troppo distanti da quelli medi dell’Area euro.

Nel 2020 la Germania si conferma il paese con i prezzi dell’energia elettrica più alti per il comparto domestico.

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