Prezzi energia elettrica, il mercato libero costa più del servizio in tutela

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Nel secondo trimestre del 2023 il prezzo medio totale rilevato sul mercato tutelato è pari a 28,11 c€/kWh, contro i 39,18 c€/kWh del mercato libero, rileva Arera.

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Nella seconda metà del 2023 il prezzo medio delle offerte sul libero mercato elettrico ha superato quello del servizio di maggior tutela, e da quel momento la situazione è rimasta così, con alte probabilità che rimanga tale anche nel 2024, come conferma l’aggiornamento Arera pubblicato ieri sera, 28 marzo.

È quello che emerge dal seguito dell’audizione sul fine tutela del presidente Arera Stefano Besseghini alla commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera. Mercoledì, 27 marzo, il numero uno dell’Autorità ha risposto alle domande che erano state poste a inizio mese dai deputati, pubblicando un’integrazione della memoria (linkata in basso).

Nonostante i dati siano “ancora provvisori”, ha specificato Besseghini, nella seconda metà del 2023 il differenziale tra le due tipologie di offerta “è tornato molto significativamente a favore della tutela”. Infatti, il prezzo medio totale rilevato sul mercato tutelato nel secondo semestre 2023 risulta pari a 28,11 c€/kWh, contro i 39,18 c€/kWh del mercato libero (+39,4%). Contestualmente, rispetto a inizio anno, i prezzi nel libero sono cresciuti dell’8,5%, quelli del tutelato hanno visto un crollo del -48,5%, come mostra il grafico in basso.

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L’analisi di Arera tiene conto dei prezzi medi trimestrali raccolti in base alle comunicazioni arrivate da 622 operatori di trasmissione. Nel secondo semestre 2023 il prezzo medio finale per i clienti domestici registrato sul mercato libero è stato pari a 36,62 c€/kWh. Le due classi più significative, quelle dei clienti che consumano da 1.000 a 2.500 kWh/anno e da 2500 a 5000 kWh/anno, registrano un prezzo rispettivamente pari a 36,35 e 33,64 c€/kWh.

In generale però tutte le classi hanno visto la propria spesa diminuire rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-7.4%). Se si ragiona sull’intero anno, il prezzo medio registrato nel 2023 risulta pari a 38,78 c€/kWh, in aumento rispetto a quello del 2022 (36,43 c€/kWh).

Stando una previsione degli analisti Arera, che si basa sulla “migliore stima della spesa unitaria che i clienti che hanno cambiato fornitore a dicembre 2023 sosterranno in media nel corso del 2024”, nel prossimo anno il costo delle offerte dovrebbe essere di 38 c€/kWh sul libero, contro i 33 c€/kWh della tutela.

Prezzi che, secondo un rapporto della Commissione europea sui costi dell’energia in Europa (link in basso) pubblicata lo scorso 22 marzo, avrebbero potuto essere più bassi “se la transizione energetica a basse emissioni di carbonio fosse stata accelerata prima della crisi”.

La relazione analizza le tendenze del prezzo dell’energia elettrica, del gas naturale e dei prodotti petroliferi: uno dei dati più rilevanti è che a gennaio 2023 l’Italia aveva i prezzi dell’energia elettrica al dettaglio più alti dell’Ue (637 euro al MWh).

Dopo un lungo periodo di relativa stabilità, dal 2010 al 2019, l’analisi rileva come nel 2021 i prezzi al dettaglio dell’energia elettrica abbiano iniziato ad aumentare in modo significativo, in risposta all’aumento dei prezzi all’ingrosso. I primi, solitamente più alti dei secondi, dalla fine del 2021 hanno registrato un valore inferiore rispetto a questi ultimi nelle fasi di impennata dei prezzi durante la crisi.

In termini pratici, il prezzo medio al dettaglio dell’energia elettrica nell’Ue è aumentato del 9% (+19 euro/MWh), raggiungendo i 235 euro/MWh tra il 2020 e il 2021. Nella prima metà del 2022 i prezzi sono saliti a 310 euro/MWh (+32 %) e nella seconda metà a 371 euro/MWh (+20 %). Nella prima metà del 2023, in seguito al calo dei prezzi dei mercati all’ingrosso, i prezzi al dettaglio sono scesi nuovamente a 310 euro/MWh (-16 %). I prezzi al dettaglio dell’energia elettrica hanno raggiunto il loro valore massimo, oltre 500 euro/MWh, in Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Italia e Paesi Bassi.

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