Auto elettriche sotto tiro

L'avversione del governo italiano allo stop alle auto termiche dal 2035, la prossima diffusione di auto elettriche in segmenti più bassi, la forte concorrenza cinese. Un mercato in movimento e i suoi ostacoli.

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I commenti del governo italiano all’ipotesi di sospendere lo stop alla vendita di auto a combustione interna dal 2035 (mai avvenuto) sono stati incredibili.

Meloni: “È un nostro successo”. Il ministro Urso: “Abbiamo svegliato l’Europa”.

Naturalmente l’impegno invece è stato mantenuto e non è stata inserita l’ipotesi di inserire i biocarburanti tanto attesi dall’Eni.

“Le auto elettriche sono il comunismo travestito di verde, figlie di una retorica green insopportabile”, dichiara il giornalista Nicola Porro.

Ma Luca De Meo, presidente dell’associazione europea dei costruttori di auto, Acea, ribadisce con fermezza che l’elettrificazione è un processo irreversibile e che è impossibile per le case automobilistiche tornare indietro.

“Il 2023 è stato l’anno in cui sono stati lanciati sul mercato più modelli di auto elettriche e nei prossimi due anni vedremo l’entrata nei segmenti più bassi con modelli come Polo e Clio completamente elettrici; insomma con l’entrata nel settore delle auto piccole i prezzi scenderanno. E queste rappresenteranno il 40% del mercato dell’auto elettrica in Europa”.

In realtà, dovremmo essere molto attenti alla concorrenza cinese. BYD (Build Your Dream) ha sorpassato Tesla lo scorso anno e si appresta a immettere sul mercato auto elettriche a prezzi molto bassi. L’ultimo modello, la compatta Seagull, ha un prezzo base di 11.000 $.

Mentre gli Usa hanno creato forti barriere doganali, l’Europa sta cercando nuovi modi per difendersi. La Francia, ad esempio, ha introdotto incentivi per le auto con una impronta di carbonio inferiore a 14,75 tonnellate di CO2, un modo per escludere molta produzione cinese.

In questo scenario va sottolineata la sensibilità della Cgil e del mondo ambientalista che da mesi discutono le problematiche per il mondo del lavoro, ma anche le opportunità che si apriranno con questa transizione.

C’è infine un elemento da sottolineare rispetto alla critica sul ruolo marginale della Ue che conta solo il 6,5% delle emissioni climalteranti mondiali. In realtà. L’Europa svolge un ruolo propulsivo importante. La spinta nei confronti delle rinnovabili dopo il Protocollo di Kyoto ha avuto riflessi nel mondo intero.

E lo stesso sta avvenendo oggi nel settore automobilistico. La California, infatti, dopo la decisione europea, si è allineata adottando norme che impongono che il 35% delle nuove auto vendute siano ibride plug-in o elettriche entro il 2026. Una percentuale che dovrebbe salire al 100% entro il 2035.

L’articolo è tratto dall’editoriale di G. Silvestrini del n.1/2024 della rivista bimestrale QualEnergia (in uscita).

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