Apparecchi a biomasse, il turnover tecnologico fa bene alle emissioni: -40% dal 2010

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I progressi tecnologici degli apparecchi a legna e pellet hanno consentito un taglio delle emissioni di PM10. Ma in Italia il parco installato è ancora obsoleto. Va rinnovato anche con la semplificazione, revisione e potenziamento dell’incentivo Conto Termico. Dal rapporto statistico 2023 di Aiel.

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Il parco installato degli apparecchi a legna e pellet è diminuito solo leggermente dal 2010 al 2022, ma le emissioni del settore nel periodo sono diminuite di oltre il 40% per effetto dei progressi tecnologici dei nuovi generatori installati, della sostituzione degli apparecchi manuali con apparecchi automatici più efficienti e del calo dei consumi.

Il dato è presentato da Aiel all’interno del rapporto statistico 2023 Il legno nel riscaldamento residenziale e domestico” (link in basso).

Con questo breve documento l’Associazione italiana energie agroforestali, fotografa lo stato del riscaldamento domestico a biomasse al 2022, e, in particolare, l’evoluzione del parco tecnologico e i suoi effetti in termini di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni atmosferiche.

In Italia nel 2022 il parco installato è stimato in 8.063.896 apparecchi e caldaie a biomasse. Di questi generatori, 7.815.550 (97%) sono apparecchi domestici, ovvero apparecchi installati all’interno dell’ambiente abitato da riscaldare, e 248.346 (3%) sono caldaie, ovvero apparecchi installati, quasi sempre, in un locale tecnico per il riscaldamento di unità abitative o uno o più edifici residenziali o commerciali.

Caratteristiche del parco installato: l’evoluzione delle tecnologie dal 2010 al 2022

Il parco installato nel settore residenziale ha subito tra il 2010 e il 2022 una profonda evoluzione rispetto alla tipologia degli apparecchi installati e del biocombustibile utilizzato.

Il turnover tecnologico ha interessato in particolare gli apparecchi “tradizionali” come i camini aperti, che sono passati dal 42% del parco installato nel 2010 al 34% nel 2022.

Un andamento opposto è stato seguito dalle stufe a pellet, ovvero apparecchi automatici con tecnica di combustione evoluta, che sono passate dal 6% al 21% del totale installato in 12 anni segnando un incremento di 16 punti percentuali.

Gli apparecchi a legna, che nel 2010 rappresentavano il 92% del parco installato, corrispondono oggi al 75%, mentre le tecnologie alimentate a pellet sono cresciute dall’8% al 25%.

Età del parco installato

Il turnover tecnologico, che finora ha determinato un certo “ringiovanimento” del parco installato, deve ancora interessare oltre la metà degli apparecchi: infatti, circa il 66% degli apparecchi del parco installato ha un’età superiore ai 10 anni.

Per le nuove installazioni degli ultimi 5 anni si nota però un forte calo degli apparecchi a legna basati su tecniche di combustione “tradizionale”: il camino aperto, ad esempio, rappresenta solo lo 0,4% degli apparecchi di installazione recente. Tuttavia, rimangono in esercizio ancora oltre tre milioni di questi generatori, a causa di una vita utile molto lunga.

Andamento delle vendite degli apparecchi

Dopo un significativo incremento delle vendite fino al 2013, complessivamente, il numero di apparecchi e caldaie venduti nel 2020 ha raggiunto i minimi storici, con una parziale ripresa nel 2022.

Le vendite di apparecchi restano dominate dagli apparecchi alimentati a pellet e in particolare dalle stufe a pellet: il 59% delle vendite tra il 2010 e il 2022. Seguono le stufe alimentate a legna, che rappresentano il 13% delle vendite nel periodo di riferimento.

Le emissioni di PM10 del parco installato

I dati a disposizione in merito all’età del parco e alle sue caratteristiche qualitative permettono di attendersi ulteriori margini di miglioramento con la sostituzione degli apparecchi obsoleti.

Nonostante il miglioramento delle caratteristiche degli apparecchi venduti, mediamente corrispondenti al livello qualitativo di 4 stelle nel 2022, il parco installato complessivo rimane difficile da intaccare alle attuali velocità di sostituzione secondo la media delle vendite degli ultimi 5 anni: il venduto rappresenta infatti circa il 3% del parco installato nel 2022.

Consumo nazionale di biocombustibili legnosi

Tra il 2010 e il 2022 il consumo di legna da ardere si è ridotto dall’85% dei consumi complessivi al 70%, per effetto dell’aumento dell’uso di pellet che nello stesso periodo è passato dal 6 al 21% e per un incremento significativo dell’efficienze energetica dei nuovi generatori a legna; si consuma meno e meglio. Il cippato rappresenta stabilmente circa l’8% dei consumi totali.

Osservando il peso dei diversi generatori nel consumo di energia (espressa in TJ), si nota come il camino aperto, che nel 2022 rappresenta ancora il 34% dei generatori installati, è caratterizzato da una percentuale di consumo del 18%, in calo.

Circa la metà dei biocombustibili solidi sono ancora consumati in sistemi di riscaldamento tradizionali: in camini aperti (18%), inserti a legna (19%) e stufe a legna (20%), mentre le stufe a pellet pesano per il 19% dei consumi.

Conclusioni

Negli ultimi dieci anni, grazie alle misure delle istituzioni e all’impegno degli operatori dei vari settori economici coinvolti, la qualità dell’aria è migliorata molto e – con riferimento alle biomasse  – sono stati fatti importanti passi in avanti sul fronte delle tecnologie domestiche di combustione del legno, della qualità dei biocombustibili, delle installazioni, manutenzioni e conduzioni degli impianti termici.

“Un contributo determinante al miglioramento della qualità dell’aria è arrivato dal Conto Termico – spiega Annalisa Paniz, Direttrice generale di Aiel –. Un incentivo nazionale dedicato all’efficientamento energetico, quindi non esclusivamente alla sostituzione dei generatori a biomasse, che, a partire dalla sua attivazione nel 2013, ha fatto da volano alla riqualificazione energetico-ambientale del parco generatori a biomassa, rafforzato negli ultimi anni dall’attivazione di bandi di finanziamento locali e regionali cumulabili con l’incentivo nazionale nelle aree geografiche più interessate dal problema dell’inquinamento atmosferico”.

Paniz ricorda però che in Italia è ancora attivo un imponente parco di generatori vetusti che ostacola un’ulteriore accelerazione del processo di miglioramento della qualità dell’aria. “Per questo – conclude – è necessario rafforzare ulteriormente l’impegno per la riqualificazione energetica del parco installato, partendo da un’ulteriore semplificazione, revisione e potenziamento dell’incentivo Conto Termico”.

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