Ancora la bufala dell’auto elettrica che inquina di più: perché non è vero

Già oggi guidare una vettura a batteria comporta un vantaggio ambientale rispetto ai veicoli endotermici, a prescindere dal mix elettrico usato nei diversi Paesi. I dati BloombergNEF e la risposta di Motus-E.

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Sradicare le fake news sull’auto elettrica si sta rivelando difficile.

Una delle obiezioni più comuni e persistenti è che le vetture da caricare alla presa di corrente inquinano più dei veicoli tradizionali, perché usano elettricità prodotta con il carbone, perché ci sono le batterie da smaltire, perché le batterie stesse contengono metalli la cui estrazione danneggia l’ambiente, e via discorrendo.

Per smentire queste posizioni è utile citare la nuova edizione dello studio di Bloomberg New Energy Finance (BloombergNEF), “The Lifecycle Emissions of Electrric Vehicles” (link in basso), pubblicata lo scorso 11 marzo.

Le conclusioni sono chiare. Le emissioni totali di CO2 sull’intero ciclo di vita di un veicolo elettrico di segmento medio, prodotto nel 2023 e utilizzato per 250mila km, sono inferiori del 27-71% rispetto alle emissioni di un’auto equivalente con motore endotermico.

BloombergNEF ha esaminato cinque mercati automotive: Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Cina, Giappone.

Per “ciclo di vita”, è bene ricordare, si intendono le emissioni complessive associate alle diverse fasi della vita di un’automobile: estrazione delle materie prime, produzione/assemblaggio, utilizzo del veicolo, smaltimento finale, eventuale riciclo di componenti. In gergo tecnico, si parla di metodologia LCA, Life Cycle Assessment; va detto che sono calcoli molto complessi, che possono variare in base ai parametri assunti.

Ma la letteratura scientifica concorda su un punto: in ottica LCA, l’auto elettrica “vince” sui modelli con motori benzina o diesel.

Tornando alle analisi di BloombergNEF, si nota che il ventaglio dei dati percentuali è molto ampio: 27-71% di emissioni in meno per l’auto elettrica, come detto, in confronto all’endotermico.

Ciò dipende dai differenti contesti nazionali. In Cina, ad esempio, incide molto il mix energetico con una quota preponderante di carbone (presumendo che il veicolo sia ricaricato con energia di rete), così come una produzione industriale a elevata intensità di energia.

Col tempo, grazie alla crescente diffusione delle fonti rinnovabili, l’auto elettrica sarà sempre più “pulita” anche in Cina; e già oggi, giova ripetere, nella stessa Cina l’elettrica emette meno CO2 di una vettura endotermica nei calcoli LCA.

Un altro dato interessante è che le auto elettriche prodotte in Europa e negli Stati Uniti nel 2030, secondo le stime LCA, emetteranno il 77-86% di CO2 in meno rispetto ai veicoli convenzionali (in Cina il 50% in meno).

Il punto è che un veicolo elettrico ha emissioni più elevate sul versante della produzione – a causa soprattutto dei materiali per le batterie – mentre ha emissioni molto più basse nel suo utilizzo, specie se il mix elettrico ha una forte penetrazione di energie rinnovabili.

Oggi, negli Stati Uniti e in Europa, afferma BloombergNEF, un’auto elettrica diventa più pulita – nel senso che è responsabile di minori emissioni complessive in ottica LCA rispetto a una vettura endotermica – dopo essere stata usata per 2-5 anni, percorrendo tra 41mila e 58mila km.

Come detto, infatti, durante l’uso il veicolo elettrico offre il massimo vantaggio ambientale, grazie alle minori emissioni connesse alla produzione di elettricità, mentre le emissioni derivanti dall’estrazione, produzione e combustione di carburanti fossili sono ben più consistenti.

La risposta di Motus-E

Anche l’associazione Motus-E nel pubblicare le 30 risposte ai dubbi più frequenti sui veicoli elettrici, ha dedicato una Faq al tema delle emissioni.

La domanda è: Le auto elettriche emettono davvero meno CO2 di quelle tradizionali?

Produrre un’auto elettrica, si legge, “comporta oggi maggiori emissioni di CO2 rispetto a un’analoga vettura endotermica”.

Tuttavia, calcolando le emissioni di gas serra sul ciclo di vita, “si osserva che un’auto elettrica è decisamente meno impattante di un analogo veicolo con motore a combustione. E questo è sempre valido, già oggi, indipendentemente dal mix energetico del luogo in cui il veicolo è prodotto e utilizzato”.

Tramite la metodologia LCA, prosegue Motus-E, “possiamo osservare la comparazione in termini di emissioni di CO2 tra una vettura elettrica e una a benzina negli Usa e in Europa, dove c’è una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili. In entrambi i casi, la fase della produzione vede in vantaggio la vettura a benzina, che poi però emette molta più CO2 durante l’utilizzo”.

Nel complesso, quindi, negli Usa “un’auto elettrica emette nell’intero ciclo di vita tra le 10 e le 23 tonnellate di CO2 in base al mix energetico locale, mentre una con motore endotermico tocca quota 82 tonnellate. In Europa le elettriche si attestano tra le 10 e le 21 tonnellate”, mentre le vetture endotermiche non scendono sotto le 44 tonnellate.

Si ribadisce infine che “la posizione di vantaggio dell’elettrico in termini di impronta carbonica si rafforzerà costantemente grazie al crescente peso delle rinnovabili nel mix energetico globale. Inoltre, i progressi tecnologici ed economie di scala permetteranno di ridurre sempre di più anche le emissioni legate alla produzione delle batterie”, che ora incide per circa il 60% sul totale della CO2 emessa da una vettura elettrica.

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