Consumi elettrici in aumento del 5,6% sul 2020 ed energie rinnovabili che coprono il 36,4% del totale.
Questo emerge a consuntivo per l’anno appena trascorso sul fronte elettrico nazionale dall’ultimo rapporto mensile di Terna (allegato in basso).
Tralasciando i dati del mese di dicembre 2021, se non per dire che fanno registrare un incremento della domanda elettrica del 5,9% sullo stesso mese del 2020 e un buon aumento della produzione di FV ed eolico e un calo di quella idroelettrica, andiamo a fare il punto sui consumi elettrici e la produzione da fonti rinnovabili dell’intero 2021.
L’incremento della domanda elettrica di circa 17 TWh sul 2020 va comunque messo a confronto con un anno meno anomalo del precedente: rispetto al 2019 si è avuto un calo della richiesta elettrica dello 0,5%.
Nel grafico l’andamento della domanda di energia elettrica in Italia dal 2000 a oggi ci consente di vedere come da quasi dieci anni il fabbisogno elettrico sia pressoché stabile.
Nel 2021 cresce del 3,8% la generazione termoelettrica e cala del 5,4% quella idroelettrica. Nel complesso le rinnovabili con 115,7 TWh (incluso l’apporto per il pompaggio) soddisfano il 36,4% della domanda e rappresentano il 41,6% della produzione elettrica nazionale.
La generazione da rinnovabili è identica a quella del 2020 e solo leggermente superiore al 2019. Dal grafico si può notare come la produzione di elettricità verde non cresca dal 2018, e comunque rimanga sostanzialmente al palo negli ultimi 8 anni.
Anche rispetto alla domanda, la quota di rinnovabili non fa i progressi che si richiederebbero per gli obiettivi di transizione energetica previsti per fine decade.
Andamento delle diverse fonti rinnovabili
L’idroelettrico nel 2021, come detto, diminuisce del 5,4% con 2,6 TWh in meno rispetto al 2020.
Migliora leggermente la produzione da solare fotovoltaico con poco più di 25 TWh: +2,1% (appena +500 GWh) che comunque è la massima produzione annuale di sempre.
Riprende vigore l’energia dal vento: 2 TWh in più del 2020 (+10,8%), ma solo 600 GWh in più sul 2019.
Il FV copre il 7,9% della domanda elettrica annuale del paese, mentre l’eolico il 6,5%.
Insieme le due fonti “intermittenti” arrivano al 14,4% con 45,7 TWh in totale e fanno leggermente meglio dell’idroelettrico che è al 13,9% della richiesta di elettricità nazionale (se consideriamo l’apporto del pompaggio, ma al 14,5% se lo escludiamo).
Dal grafico qui sotto possiamo valutare un aumento in otto anni della produzione delle due fonti, eolico e FV, pari al 23,8% (+8,8 TWh).
Poiché si tratta delle due fonti che dovranno dare il maggior contributo al 2030 il risultato è veramente misero e testimonia il basso livello di installazioni di quest’ultimo decennio: in media una produzione di appena 1,1 TWh in più ogni anno dal 2014.
Se dovessimo puntare a quell’obiettivo indicato dal governo Draghi del 72% di rinnovabili al 2030 (su una domanda stimata in crescita fino a 330 TWh), ciò significherebbe generare con le rinnovabili tra 230 e 240 TWh/anno, cioè esattamente il doppio di quanto fatto nel 2021.
Ma raddoppiare nei prossimi anni la produzione da rinnovabili significherà soprattutto installare tanti impianti eolici e fotovoltaici, in grado di generare la parte più rilevante, cioè circa 170 TWh nel 2030: quindi 3,7 volte quanto fatto nel 2021!
Inutile dire che oggi l’impresa sembrerebbe impossibile con l’attuale impostazione delle politiche energetiche e dei processi autorizzativi.
Nell’ultimo grafico qui sopra si può notare come nel 2021 la percentuale dell’idroelettrico sul totale della generazione da rinnovabili è risultata pari al 40%; seguono il fotovoltaico (21,7%), l’eolico (17,8%), la bioenergia (15,7%) e la geotermia (4,8%).
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- Rapporto mensile Terna (dicembre 2021)
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