L’Italia è il paese in cui il diesel uccide di più: la mappa

Elaborata una mappa con le cento zone urbane più pericolose d’Europa per gli alti livelli di emissioni inquinanti causate dai veicoli a gasolio. Dati e tendenze con riferimento alle concentrazioni di particolato fine e ossidi d’azoto.

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Quali sono le aree urbane più inquinate d’Europa, quelle con il maggior numero di morti premature dovute all’utilizzo di veicoli “sporchi”?

Il giornalista Stefano Valentino, in collaborazione con l’European Data Journalism Network, ha stilato la “lista nera” dei territori maggiormente colpiti dalle emissioni nocive dei motori diesel, rielaborando i dati di due rapporti usciti nel 2017, quello dell’International Institute for Applied System Analysis (IIASA) e quello del Norwegian Meteorological Institute (MetNorway).

Nel suo articolo pubblicato su Eurobserver nell’ambito di una più vasta inchiesta sullo scandalo dieselgate (vedi anche QualEnergia.it), c’è una mappa interattiva che identifica le zone rosse dei diversi paesi europei, dove i livelli d’inquinamento atmosferico sono più elevati (vedi sotto, click per andae alla versione originale, interattiva).

Secondo i due studi citati dal giornalista, sarebbero circa 5.000, ogni anno, le vittime premature imputabili alle eccessive concentrazioni di particolato fine (Pm 2,5) e ossidi d’azoto nelle città, a loro volta causate dai propulsori diesel fuorilegge, perché non rispettano i valori fissati dai test per l’omologazione.

E oltre un terzo di queste vittime annuali, spiega l’articolo, vive nelle conurbazioni di pochi paesi, che contano nel complesso oltre 100 milioni d’abitanti. Parliamo delle principali città in Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna e poi Olanda, Belgio e Spagna.

Proprio l’Italia, evidenzia l’autore della mappa, è la nazione che conta più morti in assoluto da riferire presumibilmente allo smog cittadino.

Il nostro paese, infatti, include oltre il 40% delle aree più rischiose per quanto riguarda questa ben poco invidiabile classifica. Al primo posto nella mappa c’è il conglomerato urbano di Milano-Monza; anche Parigi, Monaco e Londra sono metropoli con un numero di morti premature da inquinamento atmosferico superiore alla media continentale.

Ricordiamo che l’Italia, a maggio, è stata deferita dalla Commissione Ue alla Corte di Giustizia, insieme ad altre cinque nazioni – Francia, Germania, Gran Bretagna, Romania e Ungheria – perché ha ripetutamente superato i valori-limite di sostanze nocive presenti nell’atmosfera delle grandi città.

A gennaio, Bruxelles aveva concesso un ultimo avvertimento a questi paesi, chiedendo misure “credibili, efficaci e tempestive” per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani, misure che però non sono state prese o non hanno convinto appieno i commissari.

L’Italia, inoltre, sempre a maggio ha ricevuto da Bruxelles una nuova lettera di messa in mora per quanto riguarda le emissioni delle auto, non avendo rispettato le norme continentali sui test delle omologazioni (il caso specifico riguarda il gruppo FCA) e non avendo inflitto le dovute sanzioni/penalità ai costruttori che hanno manipolato i risultati delle prove.

D’altronde, nei suoi rapporti, l’organizzazione no-profit Transport&Environment ha segnalato l’enorme differenza tra i dati su emissioni e consumi rilevati in laboratorio e quelli “reali” in condizioni di guida su strada, tanto che sarebbero parecchi milioni i veicoli diesel fuorilegge circolanti in Europa.

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