Emissioni auto, perché le regole Ue non bastano a fare “pulizia”

Molti costruttori stanno ritardando l’uscita di modelli più efficienti e stanno manipolando i test sui consumi in modo da rientrare negli obiettivi fissati da Bruxelles per le emissioni di CO2. I traguardi post 2020 però sono a rischio: i dati e le raccomandazioni di Transport & Environment.

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Le case automobilistiche puntano a ritardare il più possibile l’uscita di modelli meno inquinanti sul mercato europeo, per ottimizzare i loro profitti, mentre continuano a manipolare i test su emissioni e consumi, in modo da indebolire la futura politica Ue sulla riduzione della CO2 nei trasporti.

Questa, in sintesi, è la critica mossa dall’organizzazione indipendente Transport & Environment (TE) nel nuovo rapporto che fa il punto sull’evoluzione della mobilità a basso impatto ambientale in Europa.

Secondo gli esperti di TE, i costruttori auto proveranno a mantenere fino all’ultimo lo status quo e dovranno affidarsi ampiamente ai meccanismi di flessibilità (come i super-crediti assegnati alle vetture ecologiche) per raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di anidride carbonica al 2020-2021.

Il documento, CO2 emissions from cars: the facts (allegato in fondo all’articolo), ripercorre le tappe fondamentali che hanno portato allo scandalo dieselgate scoppiato nel 2015 e propone la sua ricetta per “ripulire” completamente il settore auto nei prossimi anni. Per maggiori approfondimenti sugli sviluppi dell’intera vicenda rivedi anche questo articolo: Dieselgate, cosa cambierà con i nuovi test “reali” su emissioni e consumi

Nel 2021, ricordiamo brevemente, i nuovi veicoli venduti in Europa dovranno emettere mediamente 95 grammi di CO2/km; la media 2016 si attestava a poco meno di 120 g/km, come chiarisce il grafico sotto, ma questo dato è fuorviante secondo TE – è solo sulla carta, “on paper only” – per via delle manipolazioni sui test compiute dall’industria dell’auto.

La maggior parte dei marchi, si legge poi nello studio, riuscirà a tagliare il traguardo senza incorrere nelle sanzioni di Bruxelles, lanciando versioni più efficienti dei rispettivi modelli di punta nel 2019-2020 insieme a nuovi modelli 100% elettrici o ibridi plug-in. Così le vetture elettriche disponibili sul mercato europeo saranno un centinaio nel 2021, cinque volte di più in confronto a oggi.

La tabella seguente riassume le proiezioni di TE: solo cinque costruttori, tra cui Fiat-Chrysler, rischiano di sforare i limiti di CO2 fissati a livello Ue anche ipotizzando il massimo utilizzo delle flessibilità consentite.

Tuttavia, ricorda il rapporto, negli ultimi anni è aumentato moltissimo il divario tra i risultati dei test su emissioni e consumi in laboratorio e i dati ottenuti in condizioni reali di guida, perché le case automobilistiche hanno falsificato in diversi modi l’esito delle prove.

In media, la differenza era pari al 42% nel 2016 (8% nel 2001) tra test in laboratorio/guida reale, di conseguenza secondo TE in Europa starebbero circolando decine di milioni di vetture diesel “fuorilegge” altamente inquinanti (vedi anche QualEnergia.it).

Cosa succederà dopo il 2021?

Lo scorso novembre, la Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni al 2025 e 2030, rispettivamente -15% e -30% in confronto ai valori registrati nel 2021, ma questo piano, scrive TE, è troppo annacquato a vantaggio dei costruttori per almeno tre motivi.

  • La riduzione del 30% è molto distante dal taglio della CO2 che sarebbe necessario per rispettare gli accordi di Parigi sul clima.
  • Manca un mandato vincolante per la vendita di una certa quota di auto a zero emissioni.
  • Resta il grande punto interrogativo di come assicurare la corrispondenza tra risultati in laboratorio/su strada ed evitare che il punto di partenza del 2021, su cui calcolare le successive riduzioni percentuali delle emissioni con il nuovo test WLTP (Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure), sia stato manipolato dalle case automobilistiche per ottenere condizioni più vantaggiose negli anni seguenti.

Queste allora sono le raccomandazioni incluse nel rapporto:

  • Nel periodo 2021-2025 ogni costruttore dovrà ridurre del 20% la CO2 emessa in media da tutte le nuove vetture. L’obiettivo al 2030 è ancora più severo e prevede un taglio del 50-60% in confronto al livello-base del 2021.
  • Traguardo ambizioso di 0 grammi/km al 2035 con una completa elettrificazione delle vetture.
  • Riferimento vincolante per le vendite di auto a basse o zero emissioni inquinanti, pari al 20% del mercato totale al 2025.

Il rapporto TE (pdf)

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