Agricoltura, sta per scoppiare la rivoluzione dell’irrigazione al fotovoltaico?

Un nuovo report FAO su questa tecnologia. Il calo dei costi del solare potrebbe cambiare il modo di coltivare in luoghi come l'Africa subsahariana, dove solo il 3% delle aree coltivate è irrigata. Ma questa rivoluzione va gestita per garantire un uso sostenibile delle risorse idriche.

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I sistemi d’irrigazione a energia solare sono oggi una tecnologia economica e rispettosa del clima per gli agricoltori sia grandi che piccoli dei paesi in via di sviluppo. Ma hanno bisogno di essere adeguatamente gestiti e regolamentati per evitare il rischio di un uso insostenibile delle risorse idriche.

Questo, in estrema sintesi, il messaggio di un nuovo report pubblicato nei giorni scorsi dalla Food and Agricolture Organization (FAO), l’agenzia delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura, che ha messo online anche un toolbox su fotovoltaico e irrigazione (link in basso).

Un grande potenziale

Il crollo dei prezzi del FV, spiega lo studio, dà nuovo impulso a questa fonte per migliorare la capacità d’irrigazione. Ulteriori riduzioni dei costi del solare potrebbero alimentare una rivoluzione in luoghi come l’Africa subsahariana, dove solo il 3% delle aree coltivate è irrigata, percentuale sette volte inferiore alla media globale.

A livello globale, si legge nello studio, circa il 20% delle terre coltivate è irrigato e contribuisce a circa il 40% della produzione alimentare totale. L’Africa e l’America Latina hanno un dispiegamento relativamente basso d’irrigazione sui terreni coltivati, e dunque in queste zone con questi sistemi si potrebbero ottenere notevoli guadagni.

Secondo il rapporto FAO, i sistemi d’irrigazione al FV hanno il potenziale di ridurre le emissioni di gas serra per unità di energia utilizzata per il pompaggio dell’acqua di oltre il 95% rispetto alle alternative alimentate da diesel o da elettricità prodotta da combustibili fossili.

Valutare la fattibilità economica di un sistema d’irrigazione a energia solare oggi richiede la considerazione di una vasta gamma di parametri, tra cui la dimensione e la configurazione del sistema, la capacità di stoccaggio dell’acqua e la sua fattibilità, la profondità del pozzo, la lontananza dell’area e il tipo di terreno da irrigare, si spiega.

I periodi di ammortamento per tali investimenti dipendono dalle condizioni di cui sopra, dalle colture e dai mercati, e anche dalla presenza d’incentivi governativi sui prezzi. Per questo, la FAO esorta i governi a rivedere i propri schemi d’incentivi per favorire “sussidi verdi” rispetto a quelli per i combustibili fossili.

Gli impianti FV, poi, si sottolinea, producono energia anche in periodi in cui non è necessaria alcuna irrigazione, aprendo importanti opportunità per gestire risaie, mulini, depuratori d’acqua e celle frigorifere, contribuendo allo sviluppo e al reddito rurale.

In alcuni casi, l’energia solare può anche diventare un “raccolto remunerativo” se gli agricoltori sono incoraggiati a ridurre un’estrazione idrica eccessiva optando per la raccolta e la vendita dell’energia in eccesso alla rete elettrica.

Il rischio idrico

Le pompe d’irrigazione solare potrebbero però – si avverte – anche causare un’estrazione insostenibile delle acque sotterranee, poiché gli agricoltori potrebbero cercare di espandere le aree coltivate o passare a colture più intensive. Circa il 30% delle falde acquifere in India, ad esempio, sono già considerate a uno stato critico.

Mentre l’irrigazione a goccia su misura può portare a risparmi d’acqua, pensare che lo farà automaticamente a livello di azienda agricola è un errore, afferma il rapporto.

Le decisioni relative alle politiche d’irrigazione dovrebbero essere prese dopo un’adeguata contabilizzazione delle acque su aree territoriali più vaste, poiché le precipitazioni, le acque superficiali, le acque sotterranee, l’umidità del suolo e i processi di evaporazione collegati ai diversi usi del suolo fanno parte dello stesso ciclo idrologico.

Migliorare la gestione

I moderni sistemi a energia solare offrono strumenti utili per migliorare la governance idrica, con dispositivi di controllo elettronici in grado di fornire dati in tempo reale sui livelli dei serbatoi di stoccaggio, sulla velocità della pompa e sui livelli dell’acqua di trivellazione che potrebbero alla fine innescare decisioni normative per prevenirne un uso eccessivo.

L’India e l’Egitto stanno sperimentando un approccio del genere. Un’alternativa praticabile consiste nel fissare le spese idriche in relazione ai calcoli della domanda e dell’offerta determinati con immagini satellitari e termiche, una tecnica resa più facile anche a livello dei singoli campi dal portale della FAO sulla produttività dell’acqua.

Una delle raccomandazioni cardine dell’agenzia Onu per un maggiore utilizzo dell’irrigazione a energia solare è quella di garantire che l’acqua non venga prelevata senza un adeguato piano di gestione.

C’è ancora del lavoro da fare su questo fronte, si spiega: un sondaggio tra esperti tecnici di 25 paesi suggerisce che mentre tre quarti delle nazioni hanno programmi e politiche governative per promuovere l’irrigazione su piccola scala, meno della metà ha regolamenti specifici per limitare l’estrazione delle acque freatiche per tali scopi.

Video, Olcay Ünver, vice irettore della Divisione Terra e Acque della FAO, sui benefici e i rischi di sistemi di irrigazione alimentati ad energia solare:

 

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