È estate, il riscaldamento centralizzato è spento, eppure il contabilizzatore attaccato al radiatore di un inquilino si anima, segnando consumi inesistenti che saranno poi addebitati nella ripartizione della spesa condominiale.
Non si tratta di poltergeist, i fantasmi che infesterebbero gli oggetti secondo chi crede a questi fenomeni paranormali, bensì di un problema della contabilizzazione del calore portato all’attenzione pubblica da una recente inchiesta de Il Salvagente partita dalla segnalazione di un lettore.
Quanto verificato dal noto dal periodico consumerista, infatti, dipende dalla combinazione tra un “difetto” tecnico dei rilevatori abbinati alle valvole termostatiche e la trascuratezza di chi li gestisce.
Visto che la contabilizzazione del calore è obbligatoria da giugno, questo problema potrebbe aver colpito moltissimi consumatori ignari, con relativi aggravi indebiti in bolletta. Ad esempio il signore che si è rivolto al Salvagente, riporta il mensile, se non si fosse accorto in tempo dei consumi fantasma, avrebbe pagato circa 30 euro, pari al 5% circa del suo consumo annuo.
Il fenomeno si spiega con il fatto che i contabilizzatori di calore abbinati alle termovalvole funzionano misurando la differenza di temperatura del radiatore rispetto all’ambiente.
Se il corpo del termosifone, scaldato dal sole estivo che entra dalla finestra, è di alcuni gradi più caldo rispetto all’aria della stanza, può dunque accadere che il rilevatore “legga” come acceso anche un termosifone spento … e inizi a contare.
Questo problema tecnico si può neutralizzare semplicemente azzerando i contatori alla riaccensione dei riscaldamenti, possibile dal 15 ottobre, ma questo non sempre accade, come emerge dal caso segnalato dal Salvagente.
Se i tecnici non procedono a riportare a zero i rilevatori prima di riaccendere la caldaia condominiale, dunque, si farebbe bene a segnalarlo e pretenderlo. Si rischia altrimenti di pagare anche per consumi che sono frutto di “allucinazioni” da calore estivo dei contabilizzatori.