Efficienza energetica, quanti e dove sono gli spazi per migliorarla

Diminuisce l’intensità energetica globale, ma il 68% degli usi finali è senza misure-obiettivi vincolanti su emissioni e consumi, ad esempio i trasporti pesanti. Nelle abitazioni si riduce la bolletta media. Attenzione però al contributo “reale” delle tecnologie smart. Tutti i numeri del rapporto IEA.

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Le politiche globali per l’efficienza energetica stanno rallentando.

Lo evidenzia la IEA (International Energy Agency) nel suo ultimo rapporto sul tema, Energy Efficiency 2017 (allegato in basso), pubblicato insieme alle nuove statistiche sulle rinnovabili per monitorare l’andamento delle tecnologie pulite nel mondo.

Per capire le dinamiche presenti e future, restringiamo il campo all’edilizia con un esempio: dal 2000, sostiene l’agenzia parigina, le misure di efficienza – isolamento termico, contatori e termostati intelligenti, illuminazione led e così via – hanno permesso di ridurre le spese medie per l’energia delle abitazioni in molti paesi. Il dato viene riassunto nel grafico sotto.

In Francia e Gran Bretagna nel 2016 la bolletta energetica domestica è stata mediamente del 30-40% inferiore, con risparmi superiori a 400 $ pro capite, rispetto alla bolletta che si sarebbe avuta se non si fossero introdotte le tecnologie più innovative negli anni precedenti. La Germania ha visto risparmi ancora più consistenti, oltre 500 $ pro capite.

Sulla crescente diffusione delle applicazioni per la casa connessa (home automation, vedi anche QualEnergia.it), l’agenzia rimane piuttosto cauta.

Le tecnologie smart, in moltissimi casi, “sono immature, con risparmi energetici potenziali che non sono stati valutati rigorosamente da terze parti, o non sono stati verificati oltre i test-pilota”, si legge nel rapporto.

Tra l’altro, tutti questi apparecchi intelligenti – lavatrici, frigoriferi, prese, sensori, eccetera – avverte la IEA, essendo sempre collegati al web, rischiano di avere dei consumi elettrici “nascosti” che finiscono per eliminare una parte dei vantaggi in termini di efficienza e costi;. Si veda il grafico seguente con i consumi medi in standby di alcuni dispositivi.

Nonostante gli indubbi benefici apportati dalle politiche di efficienza, prosegue il documento, queste ultime sono progredite pochissimo nel 2016 in confronto agli anni precedenti.

Il grafico sotto riassume la situazione: ben il 68% degli usi energetici finali a livello mondiale non è coperto da vincoli/obiettivi di efficienza, come gli standard sulle emissioni di auto e camion e le etichette sul rendimento degli apparecchi elettronici.

L’intero incremento percentuale della “copertura” – arrivata quasi al 32% degli usi finali di energia – nel 2016 era dovuto al proseguimento di politiche esistenti, quindi senza l’apporto di nuove strategie.

Tra i settori rimasti più indietro, precisa la IEA, troviamo i trasporti, perché nel mondo sono pochissimi gli standard su emissioni e consumi dei veicoli pesanti, ad esempio.

Con l’ultimo grafico sotto vediamo come sta procedendo l’intensità energetica globale, cioè la quantità di energia primaria utilizzata per produrre una singola unità di PIL.

Dal 2010 l’intensità è diminuita in media del 2,1% l’anno, in confronto al -1,3% registrato nei decenni precedenti, contribuendo così in massima parte alla stabilizzazione delle emissioni di gas-serra e riaprendo il dibattito sul prossimo raggiungimento del picco della CO2 legata all’energia.

IEA Energy Efficiency 2017 (pdf)

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