IEA al rialzo sulle rinnovabili: verso una nuova era del solare, maglia nera ai trasporti

Ottimi risultati delle tecnologie pulite in campo elettrico, grazie al boom del fotovoltaico che per la prima volta nel 2016 ha superato il carbone per nuova potenza annuale. Elevata la dipendenza dai combustibili fossili nei trasporti e nel settore termico. Stime e tendenze da qui al 2022.

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Più veloce del carbone e di qualsiasi altra fonte energetica, la crescita del fotovoltaico ha contribuito in massima parte al boom delle rinnovabili nel 2016 a livello globale, secondo il nuovo rapporto statistico della IEA (International Energy Agency) dal titolo “Renewables 2017 ” (sintesi allegata in basso).

Con 74 GW di nuova potenza lo scorso anno, +50% rispetto al 2015, su un totale di 165 GW di capacità verde installata nel mondo, il fotovoltaico ha fatto sbilanciare perfino la molto conservativa agenzia parigina.

Il suo direttore, Fatih Birol, prevede “la nascita di una nuova era del fotovoltaico”, che vedrà questa tecnologia correre ininterrottamente almeno fino al 2022.

Il grafico sotto mostra l’andamento delle varie fonti, con lo storico sorpasso del solare sul carbone quanto a potenza netta aggiuntiva nei dodici mesi, soprattutto per prezzi in continuo ribasso.

Lo dimostrano anche i risultati delle aste del FV per i grandi impianti (vedi recente gara in Arabia Saudita, con l’offerta più economica pari a 17 $/MWh, QualEnergia.it), ma è comunque molte forte il contributo dato dalla diffusione degli impianti residenziali e commerciali.

Spesso, però, i numeri così “aggressivi” in alcune aste pubbliche sono il frutto di condizioni “ideali” – elevato irraggiamento solare, basso costo del denaro, agevolazioni per l’acquisto dei terreni e per le connessioni elettriche, contratti PPA di 25 anni – che consentono al fotovoltaico di essere super-competitivo in alcuni mercati emergenti, mentre in altri paesi ci sono maggiori difficoltà a battere le fonti concorrenti (eolico, gas, carbone).

La IEA, di recente, è stata criticata per un presunto errore di metodo statistico, commesso diversi anni fa, che poi avrebbe falsato tutte le sue previsioni sullo sviluppo delle rinnovabili, le quali sarebbero ampiamente sottostimate in confronto ai combustibili fossili (articolo di QualEnergia.it con tutti i dettagli).

Così l’agenzia ha nettamente rialzato le sue stime per i prossimi cinque anni: nel periodo 2017-2022, si legge nel documento, la nuova potenza elettrica verde ammonterà a 920 GW.

La fetta maggiore spetterà al fotovoltaico: 438 GW sommati in un quinquennio, tanto da arrivare a una capacità cumulativa di circa 740 GW nel 2022, sulla scia delle misure pro-rinnovabili in Cina e India e del buon andamento del mercato statunitense, nonostante le incertezze che lo stanno attraversando, soprattutto il caso Suniva-SolarWorld che potrebbe bloccare i futuri progetti FV (vedi QualEnergia.it per le ultime notizie).

Il grafico sotto riassume tali previsioni: nello scenario “accelerato” le tecnologie pulite potrebbero perfino superare 1.000 GW di capacità aggiuntiva da oggi al 2022.

Secondo la IEA, le fonti rinnovabili nel loro complesso produrranno circa 8.000 TWh di energia elettrica tra cinque anni, più del gas naturale e avvicinandosi molto al carbone, anche se quest’ultimo rimarrà la risorsa dominante con circa 10.000 TWh di generazione annuale, come chiarisce il prossimo grafico.

La quota delle rinnovabili nel mix elettrico totale, quindi, salirà dal 24% al 30% con l’idroelettrico in testa, seguito da eolico, solare FV e bioenergie.

Per quanto riguarda i trasporti su strada, il quadro della IEA è meno roseo, perché le energie pulite rimarranno ferme al 4,5% del mix nel 2022, con i bio-combustibili a coprire il 90% della marginale quota “verde” della mobilità su gomma, mentre le vendite di veicoli elettrici, a quella data, non saranno ancora decollate.

Anche le rinnovabili termiche – produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento degli edifici, processi industriali – cresceranno molto più lentamente rispetto al settore elettrico.

L’incidenza delle fonti pulite sui consumi finali di calore, prevede la IEA, sarà intorno all’11% nel 2022 (era del 9% nel 2015), senza riuscire a indebolire in modo rilevante la dipendenza dai combustibili fossili (vedi il grafico sotto).

IEA Renewables 2017 (sintesi pdf)

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