Smart city, meno slogan e più diffusione di competenze tecniche a livello locale

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Meno slogan e più conoscenze tecnologiche e competenze, è quanto serve oggi secondo il presidente dell'Enea, Federico Testa, per sviluppare veramente in Italia le città intelligenti. Se ne è parlato in un convegno a Roma, dove è stato presentato anche il coinvolgimento di Enea nell'iniziativa della Casa Bianca sulle smart city.

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Per sviluppare le città intelligenti bisogna dire stop agli slogan e arrivare ad un passaggio successivo fatto di diffusione di conoscenze e competenze. Lo ha detto Federico Testa, presidente Enea, un paio di giorni fa al convegno “Innovazione, efficienza, sostenibilità: dalla White Evolution alla città intelligente”, organizzato a Roma dall’Enea a Roma.

“Quando si parla di smart city, innovazione, efficienza e sostenibilità dobbiamo capirci. Vanno bene gli slogan, va bene la parola ‘smart’, ma poi serve altro, come un’attività di formazione territoriale”, dice il presidente dell’Enea che peraltro si sta mettendo in gioco proprio su questo terreno.

“In Italia abbiamo un grande problema, l’assoluta povertà di competenze tecniche delle amministrazioni locali in fatto di smart cities”, ha spiegato Testa, e per fare davvero delle smart cities, ha aggiunto, “ci vogliono tecnologie e innovazione, che vanno scelte con oculatezza. La buona volontà non basta”.

La pubblica amministrazione italiana “purtroppo ancora pensa che il suo ruolo sia di legittimità, ma ha ancora poca capacità progettuale o tecnica. La prima cosa da fare dunque è trasferire le competenze in modo che i modelli siano replicabili ovunque”, ha detto.

L’Enea, si è ricordato, è stata inserita solo pochi giorni or sono dalla Casa Bianca nel progetto nazionale per le smart city, la White House Smart Cities Initiative, un piano da 80 milioni di dollari per le smart city.

Il coordinatore dell’iniziativa è il National Institute of Standards and Technology (NIST), mentre Enea farà parte di una coalizione scientifica composta da sette istituzioni di eccellenza del settore che dovrà arrivare entro l’estate 2017 all’implementazione di un Internet of Things-Enabled Smart City Framework.

Oltre a NIST ed ENEA, le istituzioni coinvolte sono American National Standards Institute (ANSI), U.S. Green Building Council (USGBC), European Telecommunications Standards Institute (ETSI), la piattaforma FIWARE dell’Unione europea e il Ministry of Science ICT and Future Planning della Repubblica di Corea.

Ma qual è l’obiettivo di questo progetto?

Si tratta di individuare come le diverse tecnologie, i sistemi e i linguaggi per far funzionare una città intelligente possano integrarsi, cooperare e scambiarsi informazioni, all’insegna dell’interoperabilità.

All’ENEA è stato affidato il compito di identificare architetture e standard per la Smart City utilizzati in Italia e in Europa per l’integrazione di diverse funzionalità, quali la gestione degli edifici e delle abitazioni, dell’illuminazione pubblica e del traffico, la protezione delle infrastrutture critiche urbane, l’interazione con i cittadini.

In particolare, i ricercatori della Divisione Smart Energy dell’Enea, coordinati da Mauro Annunziato ([email protected]), dovranno definire le modalità con cui i vari servizi urbani scambiano tra loro le informazioni in modo standardizzato.

L’Enea da alcuni anni sta partecipando a diversi progetti per la smart city. Alcuni esempi sono: Public Energy Living Lab (PELL), City 2.0, Brescia Smart Living, Smart Basilicata e RoMA. Quest’ultimo un progetto per aumentare il livello di sicurezza del territorio delle grandi aree metropolitane attraverso lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche.

Ad esempio nell’ambito del progetto City 2.0, che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie e metodologie che permettono di integrare reti di sensori, sistemi di comunicazione e applicazioni intelligenti per rendere più efficiente la gestione di reti urbane connesse a servizi pubblici, l’agenzia sta lavorando su un progetto pilota a L’Aquila.

Nella città abruzzese è stato realizzato un anello viario intelligente, “Smart Ring”, che comprende servizi di illuminazione intelligente, gestione energetica di reti di edifici, mobilità innovativa, monitoraggio ambientale e partecipazione attiva dei cittadini.

Il programma EERA – Joint Programme Smart Cities è al momento la rete di ricerca più importante in Europa sulla tematica, che è stata suddivisa in quattro aree di lavoro:

  1. Energy in Cities (Coordinato da AIT, AT)
  2. Urban Energy Networks (Coordinato da ENEA)
  3. Energy-efficient Interactive Buildings (Coordinato da NTNU, Norvegia e Co-Coordinato da ENEA)
  4. Urban City Related Supply Technologies (Coordinato da Università di Saragozza, Spagna).

Sempre sui parametri verso un concetto di smart city per i comuni italiani, infine, ricordiamo che Ernst &Young a marzo ha pubblicato il terzo rapporto “Smart City Index” che analizzava il grado di innovazione attraverso un censimento delle 116 città italiane capoluogo di provincia, utilizzando oltre 450 indicatori. Ne emergeva un notevole divario tra Nord e Sud.

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