Riqualificazione energetica edifici pubblici, Italia ancora sotto il target del 3% annuo

I progetti ammessi ai finanziamenti del Prepac finora sono stati 310 per 430 milioni di euro, con un tasso medio annuo di rinnovamento prossimo al 2%. Le analisi Enea.

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Il rinnovamento degli edifici pubblici italiani è ancora sotto l’obiettivo che si dovrebbe raggiungere grazie al Prepac, il Programma per la riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica amministrazione centrale, istituito dal D.lgs. 102/2014 (art. 5).

Ogni anno si dovrebbe intervenire con misure di efficienza energetica su almeno il 3% della superficie utile coperta climatizzata del patrimonio edilizio pubblico (che in totale ammonta a 16 milioni di mq), ma finora si è rimasti intorno al 2% scarso.

Il dato arriva dal nuovo rapporto dell’Enea sull’andamento del Prepac (link in basso).

In dieci anni, dal 2014 al 2023, sono stati presentati 677 progetti; a fine 2022, quelli ammessi a finanziamento ammontavano a poco più del 48% (310 progetti) per complessivi 430 milioni di euro, interessando una superficie totale di 2,6 milioni di mq (che equivale, come detto, a un tasso medio di riqualificazione prossimo al 2% annuo).

Il ritardo è imputabile essenzialmente a tre cause, si legge nel rapporto:

  • decremento delle proposte presentate dal 2019, in parte per effetto del Covid-19;
  • scarsa qualità tecnica dei progetti;
  • riduzione significativa (-60%) della superficie media degli edifici inseriti nelle proposte progettuali nel triennio 2020-2022.

Lo studio, spiega una nota dell’Enea, evidenzia che i finanziamenti più elevati riguardano progetti presentati dal ministero della Difesa, che ha anche il primato dei fondi complessivi assegnati (56% per un totale di 240 milioni di euro), con a seguire i ministeri dell’Interno (19% dei fondi), dell’Economia (9%) e della Giustizia (6%).

Il rapporto poi contiene un focus su 169 progetti valutati solamente dall’Enea, tra cui spiccano progetti su caserme (470mila mq di superficie riqualificata), poi uffici e penitenziari.

Circa la metà dei progetti, si spiega, riguarda edifici in quattro regioni (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia) e prevalentemente nelle zone climatiche D (37%), E (33%) e C (24%).

I lavori più frequenti sono l’isolamento dell’involucro opaco, la sostituzione dei serramenti e la riqualificazione degli impianti di illuminazione. Dalle proposte finanziate dal 2017 emerge che i risparmi totali attesi di energia primaria sono pari a 1,8 TWh mentre le emissioni totali di CO2 evitate sono circa 295mila tonnellate.

“Nel corso dei circa dieci anni del programma, il numero di proposte pervenute ha subito una variazione altalenante e i risultati raggiunti non sono ancora pienamente in linea con gli obiettivi del Prepac”, osservano Laura Ronchetti e Paolo Signoretti, ricercatori del laboratorio Enea sull’efficienza energetica negli edifici e tra gli autori del rapporto.

“Tra i principali fattori che hanno influenzato il mancato raggiungimento del target, sicuramente la forte flessione in coincidenza del biennio pandemico, il basso livello di ammissibilità delle proposte presentate nel periodo antecedente alla pubblicazione delle Linee guida tecniche, ma anche il ricorso da parte delle Amministrazioni ad altri incentivi per la riqualificazione”.

Le PA centrali che intendono partecipare al Prepac, si ricorda infine, possono presentare le proprie proposte progettuali entro il 15 luglio di ogni anno. Per il decennio 2021-2030 le risorse finanziarie disponibili ammontano a 75 milioni di euro l’anno.

Per maggiori informazioni si può visitare la pagina dedicata al Prepac sul sito web del Gse. Qui ricordiamo che i lavori sono ammessi al finanziamento secondo l’ordine riportato nella graduatoria annuale, fino al 100% della spesa esposta e rimasta a carico dell’Amministrazione proponente, nei limiti delle risorse annualmente disponibili e tenendo conto di eventuali cofinanziamenti.

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