I consumi di energia primaria in Europa tornano al 1990

  • 9 Febbraio 2015

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Il consumo interno lordo europeo di energia nel 2013, pari a 1.666 Mtep torna ai livelli del 1990 e scende del 9,1% rispetto al picco registrato nel 2006 con 1.832 Mtep. L'UE è dipendente dalle importazioni di energia per il 53% dei suoi consumi e l'Italia per il 77%. Alcuni dati dal nuovo rapporto Eurostat.

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Il consumo interno lordo europeo di energia nel 2013, pari a 1.666 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (Mtep) torna ai livelli del 1990 e scende del 9,1% rispetto al picco registrato nel 2006 con 1.832 Mtep. Il dato è nel nuovo rapporto Eurostat sui consumi di energia nell’Unione europea (vedi grafico).

Nel 2013 il nucleare ha rappresentato la quota maggiore della produzione nazionale di energia dell’Unione europea con il 29% del totale, le energie rinnovabili il 24%, i combustibili solidi il 20%, il gas il 17%, il petrolio il 9% e rifiuti non-rinnovabili l”1%. In totale, l’Ue ha prodotto 790 Mtep di energia nel 2013. Come risultato, l’Unione è risultata dipendente dalle importazioni di energia per il 53% dei suoi consumi nel 2013.

L’Italia, secondo quanto riporta l’Eurostat, nel 2013, ha registrato un consumo lordo primario di 160 milioni tonnellate di petrolio equivalente (Mtep), cioè un valore di poco superiore ai consumi dei primi anni del 1990 (153,5 Mtep), ma inferiore al picco registrato nel 2006 con 185,3 Mtep. La dipendenza energetica italiana è pari al 76,9% (Tabella sui consumi lordi dei vari paesi UE – clicca su tabella per ingrandire).

Per quanto riguarda la produzione di energia da diversi tipi di fonte, in Italia è di 36,9 Mtep. Questa è stata soddisfatta per lo 0,1% da combustibili solidi, per il 15,9% da petrolio, per il 17,2% da gas, per il 63,7% da fonti rinnovabili e per il 3,1% da rifiuti non-rinnovabili.

Nel 2013 le nazioni meno dipendenti dalle importazioni energetiche sono state l’Estonia (11,9%), la Danimarca (12,3%), la Romania (18,6%), la Polonia (25,8%), Paesi Bassi (26%) e la Repubblica ceca (27,9% ).

Gli Stati membri che hanno registrato i più alti tassi di dipendenza energetica, invece, sono stati Malta (100%), il Lussemburgo (96,9%), Cipro (96,4 %) e Irlanda (89,1%). Tra i cinque Stati membri che consumano maggiori quantità di energia, ma meno dipendenti dalle importazioni di energia ci sono il Regno Unito (46,4%) e la Francia (47,9%), con un evidente gap rispetto a Germania (62,7%), Spagna (70,5%) e Italia (76,9%).

Con 135 Mtep (il 17% della produzione totale di energia in Ue), la Francia è ancora nel 2013 il principale produttore di energia dell’Unione, davanti alla Germania (con 121 Mtep, pari il 15% del totale), il Regno Unito (110 Mtep, pari al 14%), la Polonia (71 Mtep, 9%) e i Paesi Bassi (70 Mtep, 9%). Questi cinque Stati membri hanno totalizzato quasi due terzi della produzione primaria totale di energia dell’Ue nel 2013 (Produzione per fonte nei paesi dell’UE – clicca su tabella per ingrandire).

In tredici Stati membri, il 70% o più della produzione di energia nazionale proviene da un’unica fonte. Dopo Cipro e Malta (entrambi 100%), le più alte quote di produzione di energia da fonti rinnovabili sono stati registrate in Lettonia (99,7%), in Portogallo (97,5%), in Lituania (91,1%), in Austria (78,2%) e in Lussemburgo (76,4%)”. I combustibili solidi risultano predominanti in Polonia (80,5%), Estonia (78,3%) e in Grecia (72,3%), mentre la Francia (80,9%) e il Belgio (75,2%), nel 2013, risultano altamente dipendenti dalla produzione di energia nucleare. Con una quota dell’88,7%, il gas rappresenta il principale tipo di produzione di energia solo nei Paesi Bassi.

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