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Competitività FV: il Cile è già in generation parity, l’Italia arretra

Se per l'autoconsumo il fotovoltaico non incentivato è già conveniente in molti paesi tra cui l'Italia, per la vendita diretta dell'elettricità sul mercato la competitività è raggiunta solo in Cile, come mostra uno studio Eclareon. In Italia ci siamo quasi ma il calo dei prezzi elettrici sul mercato spot e alcune novità normative hanno rallentato il processo.

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Nel mondo ci sono paesi in cui il fotovoltaico batte già senza incentivi le centrali di energia convenzionale confrontandosi nella vendita sul mercato elettrico: è il caso del Cile dove l’elettricità costa cara e il sole picchia duro. In Italia ci siamo quasi, ma da noi le grandi centrali fotovoltaiche che vendono direttamente sul mercato devono confrontarsi con prezzi dell’elettricità all’ingrosso, il cui calo sta rendendo più difficile arrivare alla redditività degli investimenti. E’ quanto emerge dall’ultimo report di Eclareon sulla competitività del FV non incentivato.

Per capire di cosa parliamo facciamo un passo indietro. Come sappiamo, la grid o socket parity, cioè il momento in cui, senza incentivi, prodursi l’energia con un impianto fotovoltaico sul tetto costa meno rispetto ad acquistarla dalla rete, è ormai una realtà in diversi mercati, tra cui quello italiano. Ciò avviene perché l’energia che acquistiamo dalla rete, a differenza di quella autoprodotta, è gravata anche dei costi di rete e di altri oneri. Il prossimo traguardo superato il quale lo sviluppo del FV accelererà ulteriormente è la cosiddetta market o generation parity, la situazione in cui diventa remunerativo produrre energia dal sole (sempre senza incentivi) non solo per autoconsumarla, ma anche per venderla tutta direttamente sul mercato elettrico. Cioè quando sarà possibile per un impianto fotovoltaico reggere senza incentivi il confronto con le grandi centrali a fonti convenzionali.

Proprio di questo tratta il nuovo studio di Eclareon (allegato in basso), che esamina delle ipotesi di investimento in un grande impianto a terra in 6 contesti nazionali: Cile, Italia, Messico, Marocco, Turchia e Usa. L’impianto tipo considerato è di dimensioni veramente ragguardevoli: 50 MW di potenza, ha un inseguitore monoassiale, che ne fa crescere i costi ma che permette di vendere energia in una fascia oraria più estesa, ed è realizzato in project finance, una delle forme di finanziamento più diffuse.

Come anticipato, emerge che l’unico paese in cui in questo momento un impianto del genere, non incentivato, sarebbe un investimento con un margine sufficientemente alto da giustificarlo è il Cile. Il paese sudamericano, d’altra parte, come abbiamo riportato anche in un recente approfondimento, grazie alle diverse aree con radiazione solare da record, alla domanda elettrica in aumento e ai costi dell’energia piuttosto alti, sembra avere tutti gli ingredienti giusti per attrarre chi voglia investire nelle rinnovabili.

A un passo dalla market parity sono invece Marocco, Italia e Messico (vedi grafico sotto). Riguardo al nostro paese va notato che la generation parity per il FV nel primo semestre 2014 si è allontanata rispetto alla seconda metà del 2013: la colpa è del calo dei prezzi dell’elettricità all’ingrosso sul mercato elettrico. I prezzi sul mercato spot italiano, infatti, negli ultimi 5 anni sono scesi del 7% l’anno. Altri fattori che hanno allontanato la competitività dei grandi parchi non incentivati in Italia, secondo Eclareon, sono i cambiamenti alla normativa fiscale che hanno allungato i tempi dell’ammortamento (il riferimento è alla circolare 36/E dell’Agenzia dell’entrata diffusa a dicembre), l’alto costo dei capitali e le tasse sulla produzione elettrica e sull’affitto dei terreni.

Insomma, la generation parity in Italia non è ancora realtà, anche se alla ricerca va fatto un appunto: probabilmente per avere un valore più rappresentativo dell’intera Penisola, gli autori del report ipotizzano che l’impianto in questione venga costruito al Centro, precisamente a Pomezia. I risultati sarebbero indubbiamente stati migliori se si fosse scelta un area più assolata e con un mercati zonale in cui i prezzi del MWh sono più alti, come la Sicilia, regione in cui si sta già lavorando a progetti di parchi in generation parity.

Quello italiano – si legge nel report – è un mercato elettrico piuttosto volatile, da tenere sotto osservazione, come lo è anche il Messico, che sta attraversando un periodo di liberalizzazioni e riforme. Tra i paesi che si stanno avvicinando alla market parity, quello messo meglio sembra essere il Marocco: il FV di grande taglia per la vendita diretta sul mercato è già al limite della competitività, che sarà raggiunta presto dato che i prezzi dell’elettricità su quel mercato per i prossimi 4 anni sono previsti in aumento.

Il report (pdf)

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