Senza Direttiva Carburanti, Europa inondata da sabbie bituminose canadesi

Se le regole sulla qualità dei carburanti non venissero applicate subito o non venissero estese oltre il 2020, l'Europa potrebbe essere inondata di petrolio da sabbie bituminose, il peggiore per emissioni. Si potrebbe passare da 4000 a 725.000 barili al giorno, stima uno studio: sarebbe come se si riversassero sulle strade europee 6,5 milioni di auto in più.

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Senza regole sulla qualità dei carburanti, l’Europa potrebbe essere inondata di petrolio da sabbie bituminose, il peggiore in quanto a impatto sul clima. In termini di bilancio della CO2 sarebbe come come se si riversassero sulle strade europee 6,5 milioni di auto in più. E’ questa la stima che arriva da uno studio dell’US Natural Resources Defense Council (NRDC), tra le più importanti Ong ambientaliste statunitensi (vedi allegato in basso).

Come sappiamo, nel presentare il pacchetto sugli obiettivi 2030 su clima ed energia, la settimana scorsa, la Commissione europea ha annunciato di non pensare che sia il caso di imporre, oltre il 2020, nuovi obiettivi su rinnovabili nei trasporti o intensità di CO2 dei carburanti. Nel prossimo decennio dunque l’Unione sembra voler lasciar decadere la Direttiva sulla Qualità dei Carburanti, che punta a ridurre del 6% dal 2010 al 2020 l’intensità di CO2 dei carburanti e che si applica sia ai biofuel che ai derivati del petrolio.

Questa direttiva, peraltro, al momento sta subendo grossi ritardi e difficoltà nell’applicazione, specie sul versante combustibili fossili. Per contrastare le tar sands è ancora sostanzialmente inefficace, tanto che proprio per questo, ieri, una coalizione di Ong ambientaliste composta da Transport & Environment, Greenpeace e Friends of the Earth, ha annunciato un’azione legale contro i ritardi della Commissione europea nell’implementazione della misura.

Senza una piena applicazione nel presente e senza un’estensione post-2020 della Direttiva Carburanti, l’Europa si troverebbe sguarnita di una difesa di fronte ai carburanti più pericolosi per il clima. Come appunto il petrolio estratto dalle sabbie bituminose, che “dal pozzo alla ruota” ha emissioni del 23% superiori rispetto al petrolio convenzionale.

L’impatto di una mancata applicazione nel presente e del decadimento della Direttiva dopo il 2020 così come quantificato dallo studio NRDC sembra essere molto pesante. La mancanza di regole in Europa, combinata all’effetto della costruzione di nuovi oleodotti e raffinerie dedicate in Nord America, potrebbe far schizzare le importazioni di petrolio da sabbie bituminose canadesi e statunitensi dai 4mila barili al giorno (bpd) del 2012 a 725mila bpd nel 2020 e a 640mila nel 2030, stima il report.

Per l’UE ciò significherebbe un aumento delle emissioni di CO2 al 2020 di circa 32,5 milioni di tonnellate. Contando che un’auto in media causa emissioni per 5 tonnellate di CO2 l’anno, restare senza regole sulla qualità dei carburanti sarebbe come avere 6,5 milioni di auto in più che circolano sulle strade europee.

Lo studio NRDC “The Tar Sands Threat to Europe” (pdf)

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