NON PUBBLICARE – Tagliare le fonti fossili salverebbe oltre 2 milioni di vite all’anno

Viene spesso presentato come un cambiamento troppo costoso, ma il taglio del cordone ombelicale che ci lega alle fonti fossili ridurrebbe notevolmente l’inquinamento ambientale, salvando vite e quindi soldi. Lo studio di Jason West dell'Università del Nord Carolina

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Viene spesso presentato come un cambio di paradigma azzardato, prematuro e ‘troppo’ costoso, ma il passaggio definitivo alle energie rinnovabili, non solo risulta già economicamente conveniente (vedi Qualenergia.it), ma comporterebbe anche un notevole risparmio … di vite. Affrancandoci dalla dipendenza dalle fonti fossili ridurremmo l’inquinamento ambientale, e salveremmo molte vite e di conseguenza, risparmieremmo anche denaro.

È quanto dimostrato da uno studio condotto da Jason West dell’Università del Nord Carolina che, affiancato da un’equipe di specialisti, che prova a spiegare la relazione tra fonti rinnovabili, qualità e durata della vita e risparmio economico.

Come sappiamo, la combustione di fossili rilascia enormi quantità di sostanze chimiche inquinanti che, in casi estremi, possono dar vita a nubi di smog persistenti, come quello che ha coperto  Pechino a gennaio 2013 (vedi foto).

Secondo le stime di West, l’inquinamento atmosferico causato da queste emissioni uccide oltre 2 milioni di persone ogni anno. Riportiamo di seguito una tabella, elaborata dal team di studiosi, contenente i numeri delle morti annuali causate dall’inquinamento atmosferico.

Per valutare le diverse direzioni in cui potrebbe evolversi la situazione attuale, il team di ricercatori ha simulato l’inquinamento ambientale che potremmo avere nel 2030, nel 2050 e nel 2100, tenendo presenti due scenari: uno in cui avviene un rapido taglio delle emissioni di gas serra e un altro scenario in cui non ci sono politiche che intervengano in tal senso. Quante persone morirebbero a causa dello smog?

Basando la risposta sui dati di ricerche epidemiologiche, in ciascuno dei tre anni presi in esame il taglio delle emissioni risparmia molte vite. Vediamo in che misura. Nel 2030 verrebbero risparmiati 0,5 milioni di morti premature. Nel 2050 verrebbero salvate circa 1,3 milioni di vite, numero che continuerà a crescere fino ai 2,2 milioni di vite risparmiate nel 2100.

Ma come tradurre questi dati in risparmio economico? Il team di esperti ha realizzato una stima basata sul Value of Statistical Life (VSL), che calcola il valore economico che la società conferisce alla vita del singolo. Secondo quanto stimato, ogni tonnellata di CO2 costa in termini di vite (parlando di VSL) tra i 50 e i 380 $ a seconda dei paesi in cui si verifica il danno sanitario. Tra il 2030 e il 2050 questi benefici avranno superato il costo da sostenere necessario per il taglio delle emissioni, ripagando dunque la spesa della riconversione energetica. 

Se consideriamo che i dati non tengono conto dei costi di assistenza alle persone che hanno disturbi correlati all’inquinamento (né dei danni sanitari legati agli impatti del riscaldamento globale), le cifre potrebbero essere verosimilmente sottostimate.

 

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