Raffreddare il pianeta con le biomasse catturando la CO2?

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Invertire la tendenza al riscaldamento del pianeta per riportarlo entro soglie di sicurezza anche in futuro, nel caso non riuscissimo a fermare la temperatura ora. Secondo uno studio si potrebbe fare se alla decarbonizzazione del sistema energetico si affiancasse una massiccia produzione di energia da biomasse affiancata alla cattura della CO2.

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L’energia rinnovabile, potrebbe anche servire a rimuovere direttamente CO2 dall’atmosfera. Il che sarebbe un’ottima cosa, perché la situazione climatica è molto preoccupante: secondo molti climatologi per evitare gravi conseguenze dovremmo restare sotto le 450 parti per milione di CO2 in aria, altri affermano che sarebbe meglio tornare sotto alle 350 ppm. Ma già quest’anno abbiamo già superato le 400 ppm, e visto che le emissioni globali di CO2 continuano a crescere, potremmo raggiungere la soglia critica delle 450 in appena una ventina di anni.

Per questo motivo da tempo si leggono proposte per costosissimi schemi di ingegneria planetaria, pensati per eliminare attivamente la CO2 dall’aria, per esempio facendola assorbire da alghe oceaniche appositamente fertilizzate o da milioni di dispositivi artificiali che la catturano, usando energia solare. In realtà abbiamo già macchine perfette per rimuovere la CO2 dall’aria, si chiamano piante. Il punto è come far sì che, dopo averla assorbita, non la riemettano in atmosfera, decomponendosi o venendo bruciate.

Christian Azar, professore di ingegneria ambientale all’Università Tecnologica di Chalmers in Svezia, propone di unire la produzione di energie rinnovabili alla rimozione della CO2 in atmosfera, usando la tecnologia BECCS, Bio Energy with Carbon Capture and Storage.

In pratica secondo, Azar e colleghi, occorrerebbe estendere al massimo in tutto il mondo la produzione di elettricità e calore bruciando legna, scarti agricoli o biogas, accoppiando poi questi impianti a quei sistemi di cattura e stoccaggio della CO2, che oggi vengono proposti per le centrali a carbone. In questo modo la CO2 catturata dalle piante, non tornerebbe in aria con la combustione, ma verrebbe separata dai fumi e immagazzinata in qualche strato geologico profondo, riducendo l’effetto serra e il riscaldamento globale.

Implementando al massimo ragionevole su scala mondiale il BECCS, sostiene Azar, senza però cessare gli sforzi per ridurre le emissioni con altri metodi, entro il 2150 le temperature terrestri potrebbero essere ridotte di 1,5° C, evitando effetti catastrofici. Ma prima di questo, bisognerebbe capire se sia veramente possibile progettare un sistema sicuro ed economico di separazione della CO2 dai fumi e suo successivo stoccaggio permanente: per adesso l’industria che più avrebbe vantaggio a farlo, quella dell’elettricità da carbone, non c’è riuscita.

Abbiamo pubblicato qui l’articolo in ingese fornito dall’Institute of Physics in cui si spiega lo studio di Azar e colleghi.

Lo studio si può scaricare qui.

 

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