Il fotovoltaico verso una nuova terra promessa?

Mentre in Italia si attende con preoccupazione il quinto conto energia fotovoltaico, ieri il Giappone ha approvato ufficialmente nuove generose tariffe incentivanti, in vigore dal 1° luglio. Sono circa il doppio di quelle tedesche e promettono di far decollare il mercato nazionale: si prevedono da 3 a 5 GW di nuove installazioni in un anno.

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Mentre in Italia il settore attende con ansia di sapere quanto duro sarà il colpo inflitto dal quinto conto energia e un po’ in tutta Europa si sta andando d’accetta sugli incentivi, per il fotovoltaico mondiale sembra aprirsi una nuova speranza: il Paese del Sol Levante. Ieri infatti il Giappone ha annunciato le nuove tariffe incentivanti per le rinnovabili, in vigore dal 1° luglio: per il fotovoltaico i valori sono circa il doppio degli incentivi tedeschi, il triplo di quelli cinesi e quasi il doppio anche di quelli che ci si aspetta in Italia con il nuovo conto energia.

Il Giappone, come sappiamo, ha un grosso vuoto energetico da colmare: dopo aver fermato tutte le centrali nucleari nei mesi precedenti, ieri Tokyo ha preso la controversa decisione di far ripartire due reattori per il timore che non si riesca a far fronte al picco di domanda estivo. Fin da subito dopo il disastro di Fukushima, comunque, era stato chiaro che il Paese avrebbe puntato sulle rinnovabili per colmare la lacuna energetica e mitigare la dipendenza dall’estero.

Con l’approvazione delle tariffe avvenuta ieri, il Paese spalanca ufficialmente le braccia all’industria mondiale del fotovoltaico. Il Governo stima che la potenza da rinnovabili nel Paese passi dai 19,5 GW attuali a 22 GW in meno di un anno, entro marzo 2013, con 2 GW di nuova potenza fotovoltaica. Ma i volumi potrebbero essere decisamente più alti: secondo Bloomberg New Energy Finance, nel 2013 il Giappone installerà da 3,2 a 4,7 GW di fotovoltaico, almeno il triplo degli oltre 1,3 GW del 2011, che hanno portato il totale a fine 2011 a circa 5 GW.

L’incentivo infatti, come avevamo anticipato, è generoso: per il FV si parla di 42 yen a kWh, ossia circa 0,42 euro, al cambio attuale. Gli incentivi in questione per il FV sono divisi in due taglie di impianti: potenze inferiore ai 10 kW o superiori ai 10 kW, entrambe hanno diritto alla stessa remunerazione ma i primi solo per 10 anni mentre i secondi per 20.

Insomma, un regime decisamente appetibile anche tenendo conto che in Giappone gli impianti al momento costano più cari che nei mercati europei: oltre il doppio che in Germania. D’altra parte è assai probabile che con l’allargarsi del mercato il prezzo degli impianti calerà nettamente, anche grazie allo sbarco massiccio di moduli a prezzi stracciati dai produttori cinesi, che potrebbero vedere nel Paese vicino un’alternativa interessante per rifarsi delle quote di mercato che probabilmente perderanno negli Usa a causa delle nuove barriere doganali americane.

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