Il solare termico cerca spazio nel teleriscaldamento

Nell'ambito del progetto del Polo delle Energie Rinnovabili, illustrato in un recente workshop, Hera ha presentato il proprio sistema per potenziare con il solare termico la rete di teleriscaldamento di Ferrara. Un'intervista di Riccardo Battisti a Fausto Ferraresi, Direttore del Settore Teleriscaldamento di Hera SpA e Presidente AIRU.

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Nel corso del workshop italiano del “Progetto SDH – takeoff”, recentemente organizzato a Ferrara da AIRU e Ambiente Italia, Hera ha presentato come “best practice” il progetto del Polo delle Energie Rinnovabili, con cui prevede di potenziare il proprio sistema di produzione a servizio della rete di teleriscaldamento di Ferrara. Ne parliamo con Fausto Ferraresi (nella foto), Direttore del Settore Teleriscaldamento di Hera SpA e Presidente di AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano).


Nel progetto Hera avete inserito anche il solare termico per l’estensione del teleriscaldamento a Ferrara. Come mai?


Innanzitutto mi piace ricordare che il sistema di teleriscaldamento della Città di Ferrara è già oggi uno degli esempi più significativi di Sistema Energetico Integrato a livello italiano ed europeo e si caratterizza da sempre per il forte utilizzo di energia da fonte rinnovabile (la geotermia) e di recupero da processo industriale (il termovalorizzatore). Oggi oltre l’80% del fabbisogno termico della rete teleriscaldamento di Ferrara è coperto con energie rinnovabili e di recupero. Il progetto del “Polo Energie Rinnovabili” si inserisce in questa logica progettuale.


Il solare termico è un’energia rinnovabile diffusa su tutto il territorio nazionale e può rappresentare, senza dubbio, una fonte strategica, soprattutto nell’ottica innovativa e moderna di “Sistema Energetico Integrato”. Eppure oggi in Italia, al contrario di quanto avviene nel centro e nord Europa, non abbiamo esempi di applicazione del solare ai sistemi di teleriscaldamento. Il nostro progetto rappresenta una prima applicazione significativa, nell’ambito di un sistema virtuoso che, a regime, si baserà per oltre il 90% su fonti rinnovabili e di recupero.


Nei prossimi 5-10 anni, l’Italia sarà: più tele-riscaldata, con una tendenza a spostare verso il sud le reti di teleriscaldamento e con una quota maggiore di rinnovabili. Secondo lei quali di queste affermazioni sono vere e perché?


Negli ultimi anni il trend di sviluppo del teleriscaldamento in Italia registra un andamento in forte crescita, e i dati in possesso di AIRU segnalano che, nonostante la crisi del settore edilizio, questa crescita sta continuando. Sicuramente, quindi, l’Italia nei prossimi anni sarà più teleriscaldata.


Del resto il teleriscaldamento è stato individuato come un efficace strumento per il raggiungimento degli obiettivi definiti del Piano Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (PANER). Il contributo del teleriscaldamento è stato valutato in 900 kTEP risparmiate ma, secondo recenti studi, si può tranquillamente affermare che, se adeguatamente incentivato, potrebbe portare ad un risparmio di 2.000 kTEP, anche in funzione di una sempre maggiore attenzione verso le rinnovabili. In questo contesto giocheranno un ruolo fondamentale i decreti attuativi del D.Lgs. 28/2011, il “decreto rinnovabili”, con cui i Ministeri competenti andranno a definire le forme di incentivazione alle rinnovabili.


Come AIRU ci aspettiamo un sistema di incentivi che riporti equilibrio tra le rinnovabili termiche e quelle elettriche, e che valorizzi l’effettivo contributo che una tecnologia può dare al raggiungimento degli obiettivi fissati dal PANER. Ovviamente attendiamo con grande interesse le decisioni in merito al cosiddetto “conto energia” per il solare termico, la cui emanazione è già stata più volte anticipata dal Sottosegretario Saglia.


Le nuove disposizioni legislative del decreto 28/2011, in particolare la sezione sull’obbligo di rinnovabili negli edifici, potrà spingere anche il teleriscaldamento? E potrà favorire soprattutto il teleriscaldamento da rinnovabili, anche se il decreto in effetti non pone nessun vincolo alla fonte energetica da utilizzare per soddisfare l’obbligo?


Il decreto legislativo 28/2011 in vari articoli contiene previsioni normative che possono indubbiamente essere da stimolo allo sviluppo del teleriscaldamento. Molto però dipenderà, da come i decreti attuativi andranno a declinare più puntualmente  l’articolato del decreto principale. Nello specifico della sua domanda, l’Allegato 3, comma 5, che prevede il progressivo rafforzamento dell’obbligo di utilizzo delle rinnovabili termiche, può essere di stimolo per il teleriscaldamento.


Come Presidente di AIRU, pensa sia ipotizzabile che altre utility seguano l’esempio di Hera e comincino a utilizzare il solare termico come fonte integrativa nei loro impianti di teleriscaldamento?


La strada è stata appena tracciata, ma già oggi anche altri gestori, penso ad esempio a Geo Energy Service di Pomarance, stanno sviluppando interessanti progetti in tal senso. Queste iniziative potranno dare ulteriori e utili indicazioni della sostenibilità complessiva, quindi sia tecnica che economica, e sul potenziale di sviluppo del solare termico applicato al teleriscaldamento.


Si può quindi “promettere” che seguiranno altri impianti di teleriscaldamento da solare termico?


Le valutazioni e le scelte dipendono dai singoli gestori; e quindi è difficile nel mio ruolo fare “promesse”. Quello che ritengo di poter tranquillamente affermare è che l’utilizzo del solare termico su reti di teleriscaldamento in Italia è argomento di grande interesse e attualità, che merita altri momenti di approfondimento per renderlo, al pari di altre fonti rinnovabili, un vettore energetico significativo per i sistemi di teleriscaldamento.


AIRU e Ambiente Italia sono ormai tra i protagonisti del gruppo di ricerca europeo sul teleriscaldamento solare e il workshop ospitato a Ferrara lo testimonia. È soddisfatto dei risultati e, in particolare, di questo workshop?


Ritengo l’esperienza del progetto Europeo “SDHtake-off”, di cui siamo partner assieme ad Ambiente Italia, sicuramente positiva. Direi che il progetto, per quanta riguarda AIRU e l’Italia, sta raggiungendo il suo scopo principale, che era quello di superare la “barriera” che in qualche modo ancora separava il mondo del teleriscaldamento da quello del solare termico. La folta e qualificata partecipazione al workshop di Ferrara è indubbiamente la miglior testimonianza di questa mia affermazione. Ora, come dicevo, sono necessari ulteriori approfondimenti per passare da quella che è stata fondamentalmente una fase di studio della applicabilità della tecnologia, ad una sua effettiva implementazione, dando impulso ad un settore che ritengo importante.

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