Autotrasporti europei, si va verso il ‘chi inquina paga’

In Europa i camion pagheranno pedaggi extra per l'inquinamento che causano e i soldi verranno in parte investiti per avere trasporti sostenibili. Lo ha stabilito il Parlamento europeo con la revisione della direttiva Eurovignette. Regole basate sul principio del "chi inquina paga", ma alquanto annacquate dal compromesso.

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In Europa i camion pagheranno per l’inquinamento che causano. Lo ha stabilito il Parlamento europeo, che martedì ha approvato la revisione della direttiva Eurovignette sui trasporti. Regole basate sul principio del chi inquina paga, che dovrebbero permettere agli Stati membri di imporre pedaggi ai mezzi pesanti per far loro pagare le esternalità negative e reinvestire poi i proventi nel trasporto sostenibile, come previsto dal Piano europeo per i trasporti (Qualenergia.it, Il timido piano europeo sui trasporti). Ma, con la versione di compromesso votata (qui il testo), se da una parte le lobby dell’autotrasporto è insorta, dall’altro non è affatto garantito che i soldi dei nuovi pedaggi andranno a finanziare una decarbonizzazione della logistica.


La direttiva approvata permetterà agli Stati di imporre pedaggi più cari ai veicoli sopra le 3,5 tonnellate anche per il rumore, l’inquinamento e la congestione del traffico che causano e non solo in base ai costi delle infrastrutture. Ma, mentre nella stesura originale del testo gli Stati dovevano essere tenuti a reinvestire i ricavi di queste misure in azioni per ridurre le emissioni di CO2 dai trasporti, nella versione approvata sono solamente incoraggiati ad investire il 15% dei proventi in infrastrutture che rendano più sostenibili i trasporti. E altri punti ancora indeboliscono la misura, come la possibilità per gli Stati di esentare dai super-pedaggi, presentando una motivazione alla Commissione, i mezzi sotto le 12 tonnellate.


Rispetto alla versione originale, invece, sono molte di più le strade su cui la tassa si potrà applicare: praticamente tutta la rete autostradale del continente. I pedaggi, che dovranno essere riscossi con un sistema elettronico paneuropeo, da approntare entro il 2012 e si aggireranno sui 3-4 centesimi di euro a km, a seconda della classe Euro del veicolo, la strada e il traffico. Sulle strade e negli orari più soggetti al traffico, infatti, i pedaggi potranno essere rincarati anche del 175% rispetto alla media, per scoraggiare la circolazione dei mezzi pesanti.


Per il Commissario ai trasporti, Siim Kallas, “le nuove regole manderanno i giusti segnali economici agli operatori affinché investano in una logistica più efficiente e in veicoli meno inquinanti e daranno agli Stati nuovi strumenti per combattere il traffico”.


Critici gli autrasportatori. Per gli italiani di Anita  (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) il provvedimento “comporterà un aggravio ulteriore per l’autotrasporto nell’attraversamento delle Alpì che in mancanza di una valida alternativa di trasporto su ferrovia avrà gravi ripercussioni sull’economia italiana”.


Poco soddisfatti, per motivi diversi, anche i Verdi del Parlamento europeo, che hanno approvato la direttiva modificata “con riluttanza”, considerandola “un’occasione persa”: tra le esternalità negative citate nella direttiva e conteggiate nei nuovi pedaggi ne mancano diverse di cruciali come il costo degli incidenti stradali, i danni al paesaggio e alla biodiversità e, non ultimi, quelli del cambiamento climatico e della dipendenza dal petrolio.

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