Una visione di medio periodo verso la grid parity

  • 2 Maggio 2011

I grandi produttori mondiali del fotovoltaica all’Italian PV Summit di Verona, illustrano i loro piani di sviluppo. Puntano ad una decisa riduzione dei costi, ad una crescita costante e senza eccessivi sbalzi del mercato mondiale, meglio se sostenuta dallo sviluppo di più paesi. L’Italia uno dei mercati leader anche nei prossimi anni.

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L’Italia è oggi il secondo mercato del fotovoltaico a livello mondiale, dopo quello tedesco. Fa parte del ristrettissimo club dei paesi che installano annualmente più di un gigawatt ed è potenzialmente un mercato che potrà restare anche nei prossimi anni tra i principali a livello mondiale. Così i grandi produttori mondiali della filiera fotovoltaica, che hanno partecipato alla sessione di apertura dell’Italian PV Summit di Verona, vedono il solare fotovoltaico nel nostro paese.


I Ceo di LDK Solar, REC Group, Schott Solar, First Solar, Sunpower e Suntech hanno presentato ai 400 partecipanti convenuti alla terza edizione dell’evento la loro visione e i loro programmi di medio periodo sulla crescita della capacità produttiva, sul miglioramento dei rendimenti e sulla riduzione dei costi, partendo dal silicio per arrivare ai moduli. Si sono detti certi che in diversi segmenti di mercato la parità con il costo dell’energia elettrica presa dalla rete sia ormai prossima, la cosiddetta “grid parity”.


L’Italia, a detta dei rappresentanti di queste aziende leader del settore, grazie al buon livello di radiazione e ai prezzi dell’elettricità mediamente più elevati che nel resto dei paesi industrializzati, è in pole position per raggiungere questa importante pietra miliare della tecnologia, specialmente nel Mezzogiorno.


Le grandi compagnie del fotovoltaico hanno mostrato piani molti dettagliati di riduzione dei costi. In sintesi si può dire che ad ogni raddoppio del volume del mercato, cosa che avviene ormai in meno di due anni e mezzo, la riduzione dei costi dei moduli può arrivare al 20-25%. Un elemento che i governi devono tenere presente per una corretta e aggiornata modulazione degli incentivi – secondo la top industry del solare – perché sussidi troppi elevati rischiano di tenere alto il prezzo degli impianti vanificando quanto fatto dall’industria ai fini della sua riduzione. Anche definire incentivi troppo bassi, che non renderebbero conveniente la realizzazione di impianti, è un fattore da scongiurare.


Un approccio dunque molto delicato che va monitorato costantemente per accompagnare la tecnologia fino alla soglia dell’incentivo zero, che tutti attendono entro questo decennio. Ole Enger, President & Ceo di REC Group ha voluto anche ricordare che il fotovoltaico, così come le altre fonti rinnovabili, hanno il vantaggio di ridurre i costi della CO2, un aspetto spesso sottovalutato e che avrà un peso sempre maggiore nei prossimi anni.


La parola d’ordine per tutti è rendere il mercato sano e sostenibile nel tempo. Quindi meglio evitare improvvise esplosioni del mercato, e puntare invece ad una crescita più equilibrata e graduale, seppur importante nei numeri. “Bisogna realizzare impianti fotovoltaici per una ragione squisitamente energetica e non spinti da una motivazione finanziaria”, dicono i rappresentanti della parte alta della filiera. L’obiettivo è portare l’elettricità solare ad essere competitiva con le altre fonti energetiche, questo è quanto affermano coloro che guardano oltre al brevissimo periodo.


Ingmar Wilhelm, presidente della European Photovoltaic Industry Association (EPIA), moderatore della sessione “Roadmap to grid parity: the vision of global PV players”, ha detto che “il tessuto produttivo italiano si presta bene allo sviluppo del fotovoltaico e nei prossimi anni, anche se non potrà essere dentro alla grande filiera produttiva fotovoltaica, quella che ha produzioni in termini di GW, avrà comunque la possibilità di trovare un rilevante spazio nell’ambito dell’installazione, della progettazione e soprattutto per tutto ciò che riguarda l’integrazione in edilizia. Una parte importante della catena del valore, specialmente in un mercato che si attende dieci volte maggiore rispetto a quello attuale nei prossimi 8-10 anni”.


A livello globale, Wilhelm ritiene che la buona notizia per il mercato è che da quest’anno avremo almeno 5 paesi che installeranno più di un gigawatt di potenza (oltre la Germania e l’Italia, anche, Usa, Cina e Giappone). Nei prossimi anni questa lista potrà arrivare a dieci e forse di più. “Più sono i mercati che contribuiscono a questo sviluppo, più duraturo e sostenibile è il settore”, spiega il presidente dell’EPIA. “Portare su più spalle uno sviluppo che richiede grandi investimenti – conclude – permette alle aziende produttrici, ad esempio quelle oggi presenti nel panel inaugurale dell’Italian PV Summit, di diversificare le considerazioni di rischio e alla fine questo non fa che avvantaggiare tutta l’industria”.


Fonte: comunicato Italian PV Summit

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