Ecco perché diventa debole l’opzione nucleare. Silvestrini a Ecoradio

  • 23 Marzo 2011

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Gli effetti della tragedia nucleare in Giappone sono già evidenti: preoccupazioni per la sicurezza, alti costi e scarsa accettabilità sociale rendono il nucleare sempre più lontano dalle scelte energetiche nazionali e internazionali. L’opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

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Ascolta audio (mp3 – durata 1’43’’)


La tragedia nucleare in Giappone non è ancora finita e gli effetti della catastrofe sono già evidenti a livello internazionale: chiusura di centrali programmate in Germania, ripensamento in Italia e in Cina e il dubbio che molti altri paesi hanno su questa tecnologia.


Quali saranno gli effetti? Uno riguarda la decisione, ora fortemente messa in discussione, di allungare la vita delle vecchie centrali (per esempio portare la vita delle centrali di 40 a 60 anni). Questa decisione era prevista anche per la centrale di Fukushima, in Giappone. Avremo nei prossimi decine di centrali atomiche che chiuderanno per limiti di età.


Un secondo effetto riguarderà i nuovi impianti. I sistemi di sicurezza delle nuove centrali dovranno essere rivisti e i costi aumenteranno ulteriormente rispetto a quelli già elevatissimi di oggi. Quest’ultimo sarà un ulteriore elemento che allontanerà il nucleare dalle scelte dei singoli paesi.


In sintesi, preoccupazioni per la sicurezza, alti costi economici e scarsa accettabilità sociale: sono questi gli elementi che rendono il nucleare sempre più lontano dalle scelte energetiche nazionali e internazionali e che, invece, spingono le fonti rinnovabili che nei prossimi anni avranno un ruolo centrale nello scenario energetico dei vari paesi.


L’opinione di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia, a Ecoradio.

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