La “folle” idea di ricaricare l’auto elettrica con un drone

Il progetto è in un brevetto di Amazon che sta pensando al futuro della mobilità a zero emissioni con una tecnologia di ricarica rapida e mobile. Sarebbe basata sull’utilizzo di droni, dock station sulle carrozzerie delle vetture e server per comunicare dati in tempo reale.

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Ricaricare l’auto elettrica in movimento con un drone?

Messa in questi termini pare una sfida dall’improbabile successo, ma Amazon ci crede a tal punto da aver ottenuto dall’U.S. Patent Office un brevetto per una tecnologia che consentirebbe di fare il pieno di energia alla nostra vettura mentre stiamo guidando, in città o in aperta campagna, senza l’ombra di una stazione di rifornimento nelle vicinanze.

Immaginiamo per un istante il funzionamento di questo sistema on-demand: il veicolo a zero emissioni comunica in tempo reale con dei server, rendendo disponibili le informazioni sullo stato di carica della batteria, sull’autonomia residua e la destinazione finale, sulle condizioni ambientali e di guida che possono influire maggiormente sui consumi.

Questi server, a loro volta, controllano stormi di droni e li inviano verso le vetture che hanno bisogno di una ricarica mobile di energia, effettuata attraverso una dock-station montata sul tetto dell’automobile, con tutti i connettori necessari.

In altre parole: il drone arriva, tipo un calabrone gigante che trasporta una batteria di emergenza, si posa sulla carrozzeria della nostra auto, le infonde un po’ di energia aggiuntiva per proseguire il viaggio e poi rientra alla base.

A questo punto insorgono molti dubbi. Il primo riguarda la limitata autonomia degli stessi droni: come potrebbero volare per decine di chilometri con il loro prezioso carico di kW? Quale infrastruttura bisognerebbe realizzare, per consentire a flotte di UAV (Unmanned Aircraft Vehicle) di librarsi nei cieli metropolitani e “agganciare” i veicoli?

La domanda è se ci troviamo di fronte a un progetto in grado di cambiare il futuro della mobilità elettrica, piuttosto che a un’idea un po’ folle e destinata all’oblio totale.

Non è certo la prima volta che qualche azienda prova a rivoluzionare il modo in cui si rifornisce una vettura 100% elettrica. Ricordate Better Place, l’azienda israeliana che aveva lanciato le battery swap-stations, stazioni di servizio dove in pochissimi minuti era sostituita fisicamente la batteria dell’auto?

Quel progetto era poi fallito miseramente, portando la società in bancarotta completa nel 2013. C’è anche chi sta sperimentando soluzioni per elettrificare le strade, con sistemi di ricarica a induzione (vedi QualEnergia.it).

L’attuale mancanza di reti capillari di colonnine per la ricarica è certamente una barriera molto forte, contro la diffusione di massa dei mezzi plug-in. Amazon, il colosso del commercio elettronico, sta pensando realmente di entrare in questo mondo con una tecnologia proprietaria?

Sta ipotizzando una smart charging station del futuro, con prese di corrente a terra e punti di decollo-atterraggio di droni?

Intanto, qualche mese fa, Amazon aveva annunciato la partnership con Ford per integrare il suo assistente vocale Alexa nelle vetture elettriche, segnando un primo interesse della web company per l’evoluzione dell’auto verso le tecnologie sempre più digitali e connesse.

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